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VADE RETRO… HARRY POTTER! FICTION E OCCULTISMO

VADE RETRO… HARRY POTTER! FICTION E OCCULTISMO

Il cinema e la televisione ormai offrono un’infinità di opere che si potrebbero anche definire blasfeme, tuttavia recentemente ne è apparsa una, Good Omens, che tra le altre cose riscrive ironicamente alcuni paragrafi della genesi biblica. Quasi immediatamente, un gruppo di fondamentalisti biblici ha promosso una petizione (che poi ha inviato all’emittente in streaming sbagliata) per la cancellazione della serie televisiva. La cosa è ovviamente inaccettabile per un’infinità di motivi che tra l’altro attengono alla libertà di espressione, ma anche perché un’opera in cui c’è lo zampino di Terry Pratchett già dovrebbe essere dichiarata patrimonio dell’umanità.

Per inciso la serie è ovviamente favolosa se non che, ma è una riflessione molto personale, ora che gli americani hanno capito quanto è pagante la scrittura di sceneggiature che spiazzano lo spettatore o ridefiniscono il gioco in continuazione, sembra stiano tentando di ridurre a schema anche la mancanza di schema, cosa che ovviamente toglie un po’ dell’effetto sorpresa che si voleva ottenere.

La tentata censura, tuttavia, mi ha riportato alla mente quando il Vaticano (senza per altro invocare censure, cosa che ormai storicamente non può più permettersi), spaventato dall’amore crescente per il maghetto Harry Potter, lanciò un grido d’allarme, dicendo che la saga era un modo di avviare i giovani verso l’interesse per le pratiche occulte.

Non vorrei stigmatizzare del tutto questa iniziativa del Cattolicesimo nostrano, perché ha profonde ragioni.

Per chi non ci crede, si potrebbe dire che un forte amore per la magia potrebbe istradare le persone a rivolgersi, nel corso della loro vita, verso legioni di ciarlatani, pronti a spillare loro somme ingenti, a possedere le loro mogli con la scusa di un rito propiziatorio, a far loro ingollare un’aranciata amara in modo pazzesco, perché innaffiata di cianuro.

Per chi ci crede, la questione è ancora più complessa. Non esistendo, a quanto sappiamo, una scuola di magia qualificata e con validi insegnanti, lo sbocco più naturale per i cercatori del potere magico è il Satanismo, che ovviamente ribalta completamente i precetti cristiani o spiritualisti in genere. Al credente, sostanzialmente, si dice: sei cenere, non hai potere sulla vita, ma se ti affidi a Dio lui farà sì che le tue tribolazioni mondane, in qualche modo vengano premiate. Satana dice l’opposto: se tu ti concedi a me io, in questa vita, ti donerò i miei poteri e potrai avere l’appagamento di tutti i desideri terreni. Alla fine sarai mio e mi divertirò a rosolarti per sempre sulle mie infernali graticole. Ma vuoi mettere! Il paradiso è così noioso!

Spiritualmente inaccettabile.

Concesso questo, la valutazione del clero negava un’infinità di questioni che ai suoi rappresentanti evidentemente sfuggono. E la prima tra tutte è che generazioni di favole truculente non hanno mai allontanato nessuno dalla via religiosa, mentre molti sacerdoti svogliati o indegni della professione forse ci sono riusciti benissimo.

Harry PotterInoltre, la saga della Rowling (forse la scrittrice più invidiata da tutti noi poveri artigiani della scrittura fantastica) nasconde valori di un certo interesse che travalicano queste considerazioni e che la rendono invece fonte di esempio morale per le giovani generazioni di lettori: prima tra tutte la consapevolezza imperitura che il male vada combattuto sempre e a qualsiasi prezzo.

Ma per esporre compiutamente le mie riflessioni in materia vorrei tornare alle origini.

La genesi di un’opera letteraria, per non parlare di una saga complessa, ha le sue radici in tutte le letture fatte dal suo autore. Al giorno d’oggi, inoltre, a esse si aggiunge anche la sua esperienza di spettatore cinematografico e televisivo.

Così, credo plausibile che tra le fonti ispiratrici della Rowling ci sia la Saga di Terramare della Le Guin oltre a tante altre opere letterarie. Cinematograficamente, serial come Ho sposato una strega o Sabrina avevano già fornito gli estremi di una presenza moderna della magia e della stregoneria.

Una strega in paradiso

Kim Novak in Una strega in paradiso

Citerei tuttavia, come rivelatoria, un’opera cinematografica del 1958, Una strega in paradiso con l’indimenticabile James Stewart, Kim Novak, Jack Lemmon e una grande caratterista del cinema statunitense, una certa, fate caso alla coincidenza, …Hermione Gingold.

Il film racconta la storia di un editore che stampa anche libri sull’occultismo (un equivalente delle nostra Edizioni Mediterranee), il quale s’innamora di una strega per colpa di un maleficio di lei (un tema che poi apparirà anche nella saga potteriana). Ma ciò che ci interessa qui è che nel film ci sono già tutte le premesse di una società di maghi e streghe occultati nel mondo moderno.

Ugo Malaguti

Ugo Malaguti

L’importanza di questo posso spiegarla solo raccontando che alcuni anni fa discorrevo con Ugo Malaguti – uno dei più rinomati scrittori ed editor della fantascienza nostrana – e lui mi dava una sua definizione della fantascienza. Secondo lui la fantascienza si caratterizza per il fatto che partendo da un assunto scientifico, nelle sue opere essa sviluppa il concetto fino alle sue estreme conseguenze in modo molto razionale, cercando di non uscire mai dai parametri definiti in premessa. Il Fantasy, se non ricordo male cosa egli mi disse, invece non lavora su precise premesse, ma può ridefinire il gioco in continuazione introducendo sempre nuovi elementi che possono scardinare la trama così come la nostra visione di quel determinato universo.

Questo almeno io intesi, e da quel momento iniziai a guardare le avventure di Harry Potter quasi come una serie di romanzi di fantascienza che, oltre allo spunto appassionante e avventuroso, devono rispondere a una domanda tipica della fantascienza sociologica: come sarebbe una civiltà di uomini che, invece di sviluppare una tecnologia scientifica che si muove nel solco della natura, sviluppasse una tecnologia magica che inganna le leggi della natura e sconfigge l’entropia delle cose?

La risposta, ancor che amara, è in vero rivelatoria ed educativa.

Una società basata sulla magia, dato che comunque coinvolge degli esseri umani, nelle sue dinamiche complessive sarebbe praticamente identica alla nostra. E questo perché, in fondo, una tecnologia è pur sempre solo una tecnologia, offre vantaggi ma ha anche i suoi limiti. Mentre l’animo umano non cambia se si usa una scopa volante o una Harley Davidson.

Alla fin fine mi sembra già un insegnamento utile a chiunque, molto più prezioso del rischio che qualche baggiano si dedichi a improbabili riti e si consegni con le mani legate a dei truffatori. Anche perché probabilmente, con o senza Harry Potter, quel tizio lo avrebbe fatto lo stesso. Perché un baggiano non avrebbe saputo intendere la profonda tempra morale del caro Harry.

Giorgio Sangiorgi
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Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.

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