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IL DESIDERIO D’UNO STOLTO

IL DESIDERIO D’UNO STOLTO

Il Racconto della Domenica

 

Oh accetato di andare a chiedere a quelli grosi e potentisimi lì, che stano in cima ai monti, un desiderio.
Mentre camino verso di l’oro penso a cuale desiderio chiedere.
Tanti soldi puo esere una buona cosa per povero contadino che sono me.
Avere un dona belisima ma non e gusto. Mia povera moglie è morta e magari diventa fantasma che mi perseguita per sempre col suo matarelo… mama mia che male che fava!
Opure esere capo contadini o cissà forse anche re di tuto il mondo.
Adeso li vedo son tanti, sono altisimi.
Mi guardano, sembrano cativi.
E il momento di dire mio desiderio.
Ma io adeso non so. L’oro mi fano paura.
Forse non capisco cuanto mi sta sucedendo.
Sono tropo contadino scemo.
Vorei esere tanto inteligiente da capire tuto! Dico ad alta voce il mio pensiero come sempre.
“Sarà fatto!” Tonano in coro queli alti cosi li.
“No, no…” dico io, io stavo solo pensando. Ma loro spariscono.
Scendo giù dal monte che è tardi. Quelli si prendono la briga di prendere in giro noi poveri mortali.
Chissà quanti miseri uomini ignoranti sono stati buggerati come me dopo aver fatto tutta quella strada!
Il crepuscolo avanza e, mentre scendo lungo il sentiero, guardo verso casa mia giù a valle.
Si vedono chiaramente i confini dei campi coltivati, ottimizzano le naturali irrigazioni che i ruscelli montani offrono da sempre.
Vedo con limpidezza lo schema, solo apparentemente casuale, di creste, valli in cui scorre un rivo, e poi un’altra cresta ancora. Entropia!
Quelle creste una volta facevano parte del fondale marino e talvolta ci restituiscono dei fossili che testimoniano con chiarezza tutto ciò che eravamo un tempo.
Vedo che il mondo, girando sul suo asse, sembra far scomparire dietro quel monte la stella del nostro sistema solare.
Vedo il prodigio della prospettiva.

Potrebbe apparire sorprendente che la rotazione della Terra, a questa latitudine di circa 848km/h, riesca a rivaleggiare fino a sconfiggere quella di rivoluzione del Sole  intorno al centro della galassia, di ben 903600km/h… ma la prospettiva è solo un’illusione.
Molte cose che vedo intorno a me sono l’insieme di molecole, di atomi; ci sono microscopici sistemi stellari dentro i fili d’erba, sono dentro le cortecce dei larici, sono persino dentro di me.
Vedo la matematica delle cose. Ah, che prodigio la matematica! E poi il tempo, la biologia. Non sento più gli stambecchi darsi le cornate su quella rupe, vedo la matematica intrecciarsi alla biologia di due maschi che si sfidano per la sopravvivenza della specie.
Matematica, biologia, tempo.
Vedo tutto intorno a me, comprendo tutto e sono in grado di… alterare tutto.
In effetti non sto più nemmeno scendendo il sentiero a piedi, da circa 4,32 secondi ho alterato le mie funzioni vitali e la mia biologia e adesso sto volando.
Guardo verso il basso e vedo, per la penultima volta, la mia fattoria. La casa e la terra d’un contadino una volta stolto e che adesso vola in alto, deciso ad andare a sfidare quegli esseri che gli hanno donato l’onniscienza.
Mi basterà guardarli solo qualche nanosecondo per alterarne la biologia e porre fine alla loro esistenza presente e futura e… perché no, concentrandomi quattro nanosecondi in più, anche quella passata. Non saranno mai esistiti. Sarà facile!
Mi sostituirò a loro e gli umani stolti verranno a me per esprimere i loro desideri.
Mi blocco e poi comprendo.
Guardo prima verso il sole e poi, per l’ultima volta, verso la mia fattoria.
Decido, dissolvendomi in una scia luminosa nel tardo crepuscolo, di non essere più.

* * *

“Ehi mamma! Ho visto una stella cadente!” dice una bimba giù a valle.
“Piccola mia! Esprimi un desiderio…”

 

Il racconto “Il desiderio d’uno stolto” è © 2020, by Davide  Bortolo

 

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Davide Bortolo

Sono uno scaricatore di porto di Genova, ho 45 anni e sono sposato. Amo libri, cinema, fotografia, buon cibo, viaggi, trekking e il rugby. Scribacchio talvolta qualcosa e vorrei migliorare quest’arte e in realtà mi piacerebbe fare anche un sacco di altre cose, ma purtroppo non tutto si può fare...

7 Commenti

  1. Giorgia

    Veloce, semplice ma non banale e scontato. Belle idea e ottima narrazione. Guarderò le stelle cadenti in modo diverso ora…

  2. John

    Molto bello, ho apprezzato in particolar modo il cambio di registro e il finale

  3. Paola Fallabrini

    Complimenti per questo tuo racconto Davide!
    Davvero bello!
    In un certo senso fa riflettere molto nella sua semplicità…
    Cos’è davvero importante? Cosa si potrebbe desiderare? Chi si vorrebbe diventare?
    Sono tutte domande profonde che scavano prima o poi dentro ognuno di noi.
    Anche la rindondanza del desiderio, prima espresso dal protagonista, poi dalla bambina guardando “la stella cadente”, sottolinea quanto tutti ci troviamo dentro ad uno stesso ciclo continuo di domande, desideri e speranze.
    Continua a scrivere e non smettere mai di ispirare i tuoi lettori! 😉

  4. Sara

    Bravo Davide! Ottimo stile, ottimi i tempi, significativo l’evoluzione del lessico!

  5. Michela

    Uno di quei piccoli gioielli della narrazione, da rimirare e rileggere più volte, per poterne trarre tutti i riflessi e i significati, nelle loro sfaccettature….Complimenti davvero Davide!

  6. AlinA

    Continuo a leggere e rileggere ed un continuo farmi domande e darmi timide risposte. E come guardare un quadro e cercare di capire cosa voleva dire il pittore. Libera interpretazione . bravo Davide

  7. Gabriella Devito

    Mi è piaciuto , questo lo so !!! mi è piaciuto perché ci hai messo fantasia tecnica scienza e cuore …. avrei voluto continuasse , peccato … bellissima l
    ‘ idea . Bravo !!!!

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