ELRIC DI MELNIBONÉ: LA SAGA
Oscar Mondadori, nella sottocollana Draghi, dopo decenni riporta in libreria l’intera saga fantasy di Elric di Melniboné, una esalogia a opera di Michael Moorcock. Una grande occasione per rileggere le avventure del re albino all’interno del mondo magico ed esoterico inventato dallo scrittore americano.
Elric è l’imperatore di una civiltà ormai in declino, il discendente debole di una casata i cui fasti sono ormai in decadenza, mentre le civiltà più giovani, emergenti, iniziano ad ambire alla loro indipendenza dalla crudele e nefasta Melniboné. Elric si trova sin da subito, quindi, tra le spire di complotti di palazzo e avventure ai limiti del surreale, che tuttavia, con il suo carattere orgoglioso e scuro, riesce in ogni caso a superare.
Appartenente di prepotenza al genere Heroic Fantasy, anche conosciuto come Sword & Sorcery, la saga ha tuttavia delle particolarità di rilievo. Elric non è il classico eroe senza macchia e senza paura; è albino, debole, dipendente da un refill costante di energia. Il suo carattere, poi, è negativo, introverso, incredibilmente consapevole; anche quando riceve attacchi diretti dai suoi familiari, tradimenti, accusa il colpo con orgoglio, e se è costretto a ricambiare lo sgarro lo fa sempre, in qualche maniera, a malincuore.
Un vero e proprio anti-eroe, quindi. Potremmo addirittura dire un eroe tossico, sebbene conscio e preoccupato dell’importante ruolo che è chiamato a svolgere. Un eroe fragile, tormentato, e succube delle sue debolezze e della sua spada magica, eppure lirico al punto giusto.
“Volesse il cielo che non ci fossimo mai incontrati, Shaarilla della Nebbia Danzante. Per qualche tempo mi hai dato la speranza: avevo creduto di essere finalmente in pace con me stesso. Ma per causa tua ora sono più disperato di prima. Non c’è salvezza, in questo mondo: solo un destino malevolo. Addio.”
E poi, non da poco, c’è il mondo che Moorcock è riuscito a creare; quello che lui chiama Multiverso e all’interno del quale fa muovere il suo Campione eterno. Un mondo sfaccettato, complesso, dove divinità, buone o maligne che siano, semi-divinità e uomini compenetrano i loro ruoli in modo del tutto originale, donando alla narrazione, da una parte colpi di scena che affondano le radici nella tradizione S&S e a volte orrorifica, dall’altra un sapore di fatalismo e di destinalità romantici, con picchi quasi metanarrativi.
“Questa è ironia. L’uomo può fidarsi dell’uomo, principe Elric, ma forse non avremo mai un mondo veramente ragionevole se non quando gli uomini avranno imparato a fidarsi dell’umanità. Questo significherebbe la morte della magia, credo.”
Lontano dalla tradizione tolkeniana e, anzi, molto affine alla produzione di Robert E. Howard (che il creatore di Elric stimava), quello di Moorcock è un fantasy che non ha paura a rompere gli schemi della narrazione classica di genere e a unire dimensioni letterarie anche piuttosto lontane tra loro, dando all’opera svariati livelli di lettura.
Il bel cartonato di ottocento pagine che troverete in libreria contiene quindi, per la prima volta in Italia, l’intera saga del personaggio. La traduzione, rivista, è quella classica letta sulla Fantacollana Nord, ormai pubblicata quarant’anni fa, a cura di Roberta Rambelli. Il volume è arricchito da un gran numero di splendide illustrazioni. Quelle in bianco e nero sono di James Cawthorn, mentre le tavole a colori sono di Robert Gould e Piotr Jabłoński.
Stefano Spataro
Una laurea in filosofia, un dottorato in Storia della Scienza e un box pieno di libri e fumetti. Collaboratore scientifico dell'Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri ha prodotto diverse pubblicazioni di carattere storico-scientifico. Nel 2015 ha deciso di dedicarsi alla scrittura di genere fantascientifico. È musicista attivo da quasi dieci anni nell'underground italiano, sia con band che da solo.