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Sole vivifico, romanzo di Mario Luca Moretti

Sole vivifico, romanzo di  Mario Luca Moretti

Sole vivifico è un romanzo breve che Mario Luca Moretti, nostro collaboratore da gran tempo, finalmente pubblica con Delos.

Mario è un esperto di cinematografia di fantascienza, ma gradisce molto fare degli excursus nella letteratura. Sia per recensire libri in genere poco noti, sia come autore egli stesso.

Appassionato anche di genere horror e gotico, è esperto di Edgar Allan Poe, di cui ha tradotto per Cose da altri Mondi diverse versioni dei suoi racconti presenti in una rara prima stesura.

Abbiamo visto molti dei suoi racconti, prima di questo libro, sia sul blog Nuove Vie, sia su Altri Mondi, dove esiste il racconto Jupiter, che parrebbe quasi una prova d’autore prima del romanzo di cui stiamo parlando.

Sole vivifico si svolge in Italia. Più precisamente in una Lombardia di fantasia e il protagonista principale (come per Jupiter) è Wolfgang Amadeus Mozart. In questo caso un Wolfgang appena diciassettenne.

Mario Luca Moretti immagina che il grande compositore, a diciassette anni già famoso in tutta Europa, sia stato chiamato a dimorare nella villa nell’Alto Milanese del conte Ignazio Gennati, che del grande compositore aveva sentito parlare tramite il famoso dottor Franz Anton Mesmer. Ci spiega Mario Luca Moretti, che tra Mesmer e Gennati c’era un altro legame: entrambi erano fratelli della Libera Muratoria di Rito Scozzese. Massoni.

Lo scopo di Mozart sarà quello di mettere la musica a un inno composto dallo stesso conte Ignazio, Tu Sole Vivifico, di cui più avanti nella lettura troveremo anche alcuni ispiratissimi versi.

Lance sono i raggi tuoi
Dell’umanità le tenebre
inimiche disperdon,
cancellan
Spauriti ricordi ne
lascian

Trovo decisamente piacevole l’ambientazione di Mario Luca Moretti in queste villone brianzolo, con una storia che tiene conto anche dei robusti appetiti sessuali di Wolfgang, ben noti ormai a tutti, dando poi voce alle leggende tecnologiche dell’epoca in una avventura milanese decisamente vittoriana.

Dopo una partenza tranquilla della storia, in cui Mozart si orienta in un ambiente che è reso misterioso da una strana raccomandazione del conte Ignazio Gennati:

Le chiedo solo un piccolo sacrificio. Se vorrà passeggiare nel giardino durante una pausa, la prego di considerare questa casetta come un limite invalicabile, almeno per il momento. Non oltrepassi la siepe. Le chiedo di non averne a male né di prenderla come una mancanza di fiducia. Sono certo che verrà il momento anche per lei di vedere quello che c’è nell’altra ala del giardino […]”

Improvvisamente, quasi inaspettatamente, la vicenda si movimenta con l’ingresso di novità tecnologiche imprevedibili, misteriose e segrete, sicché il romanzo finirà per assumere cupe tinte decisamente horror, ritornando così all’amato stile di Edgar Allan Poe.

Importante nell’opera lo spunto ironico, di cui Mario Luca Moretti ama evidentemente far grande sfoggio, cosa che, dal mio personale punto di vista, è un grandissimo merito.

Mario ti conosco da un bel po’ e ho seguito l’evolversi del tuo stile letterario: la domanda è d’obbligo per me. In definitiva, che tipo di fantascienza preferisci?

Anche per ragioni anagrafiche, la cosiddetta new wave degli anni ’60 e ’70, che magari ho recepito con un po’ di ritardo, ma che comunque sento vicina all’epoca in cui sono cresciuto e mi sono formato, cioè gli anni ’70 e ’80. Autori come Harlan Ellison, J.G.Ballard, Robert Silverberg, Philip K.Dick sono quelli che più sento vicino alla mia sensibilità, sia per la ricchezza dello stile, per l’approfondimento dei personaggi e per le tematiche affrontate. In anni più recenti ho scoperto Lucius Shepard, affascinato dalle sue immagini visionarie. In generale, comunque, quello che cerco nella fantascienza è qualcosa che sposi un senso di umanità e il buon vecchio “sense of wonder”: l’uomo comune immerso in una realtà meravigliosa e stupefacente. Comunque non disdegno la fantascienza classica, anzi: i miei autori preferiti in assoluto sono Stanislaw Lem e Ray Bradbury.

Che ne pensi della apparente tendenza attuale di fare della fantascienza soprattutto distopica?

La fantascienza spesso parla del presente in chiave metaforica, oppure non fa altro che esasperare le tendenze del presente proiettandole nel futuro. In un’era in cui le democrazie sono a rischio, l’economia è in perenne crisi, il clima è impazzito a causa dei comportamenti umani… per non parlare della pandemia, è inevitabile che gli autori di sf riflettano nei loro lavori paure e scetticismo. Il 21° secolo della realtà è già di per sé un’epoca distopica, gli scrittori di fantascienza di oggi non fanno altro che immaginarne gli sviluppi.

Ti senti pronto a cimentarti in un romanzo, non breve, ma di lunghezza intera?

Al momento ancora no. Come narratore mi sento portato verso una certa brevità, ma considero Sole Vivifico una specie di allenamento verso lavori più complessi ed elaborati. Vedremo…

Come sei arrivato a pubblicare su Delos?

Nel modo più semplice e classico. Ho inviato le bozze di Sole Vivifico alla Delos proponendolo per la pubblicazione, seguendo le istruzioni sul suo sito. Dopo qualche mese, è arrivato un responso favorevole, ed eccomi qua.

Per il futuro immediato, pensi di dedicarti più di prima alla composizione di racconti e romanzi?

Nell’immediato no, anche perché ho in cantiere ben tre lavori di saggistica, tutti in qualche modo sul cinema di fantascienza.

Cosa ne pensi per ritorno di Vanni Mongini a Cose da Altri Mondi?

Ovviamente è una bella notizia, sono contento che Giovanni sia di nuovo nella squadra!

Grazie Mario: un’ultima cosa. Hai qualche progetto che stai portando avanti in questo momento?

Come dicevo, tre saggi, tutti pubblicati dalla casa editrice romana Weird Book. Due sono ancora in collaborazione con Giovanni Mongini. Il primo, in dirittura d’arrivo, riguarda il fenomeno dei remake e dei reboot nel cinema di fantascienza, dal titolo Remake & Reboot nella fantascienza per immagini. Il secondo è su temi attualissimi come l’ecologia e le epidemie, così come lo ha affrontato il cinema di fantascienza, il titolo provvisorio è L’uomo, questa malattia, ed è scritto in collaborazione di altri illustri autori. L’ultimo invece lo sto scrivendo da solo, e racconto il nostro genere nell’ambito del cinema muto, il titolo è Meraviglie silenziose. Nella prossima antologia di inediti curata da Giovanni Mongini per le Edizioni Scudo apparirà un mio racconto ucronico.

Sole Vivifico

 

Immagine di copertina tratta da Wallhere

Franco Giambalvo

Appassionato di fantascienza da sempre, ma ha scoperto di esserlo in quarta elementare quando lo hanno portato a vedere "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin: era il 1953 e avrebbe compiuto nove anni in quell'autunno. In seguito ha potuto scrivere con l'aiuto di Vittorio Curtoni e ha pubblicato un romanzo, del tutto ignorato, dagli Editori e dai lettori. Ma non si lamenta troppo: ama la fantascienza!

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