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Vanni Mongini si informa sui Premi

Vanni Mongini si informa sui Premi

Questa piccola inchiesta nasce da un’affermazione che aveva fatto il mio amico e sodale Franco Giambalvo, qui, in Cose da Altri Mondi, il quale, durante un’intervista all’ottimo Davide Formenti, affermava: “Sai che pubblicando in proprio sei praticamente escluso da quasi tutti i premi, come il Vegetti, o il Premio Italia?

Affermazione che mi ha messo un po’ in allarme!

Mi ha parecchio stupito che (se fosse vero) i premi possano essere assegnati solo a chi pubblica attraverso un Editore ufficiale. Io pubblico molte cose con Edizioni Scudo e non credo possa essere considerato un Editore maggiore, ma comunque… Certo Scudo è una Casa Editrice ufficiale!

Vanni Mongini & Donato AltomareHo chiesto subito a Donato Altomare, ché dei Premi Vegetti dovrebbe sapere tutto.

Prima domanda: Da voi possono partecipare le autopubblicazioni? E se no, perché?

Autopubblicazioni. No, al Vegetti non sono ammesse autopubblicazioni. Nel regolamento di parla di opere ‘edite’, le autopubblicazioni non lo sono.

Si dice, non so se sia vero, che, se accettate le autopubblicazioni non sono valide quelle che appartengono ad una fascia che non edita solo fantascienza, è vero?

Come detto non sono accettate nel nostro Vegetti (non so nel PI). Qualora si dovesse mutare il regolamento e accettarle non avrebbe alcuna importanza la ‘fascia’, devono solo essere di fantascienza. Non si scordi che il Vegetti è il premio all’opera, non all’autore.

Terza domanda: Ritenete che lo svolgimento delle votazioni siano giuste o possano essere inficiate da voti di amicizia o spinte dagli editori? Se sì pensate che si possa fare qualcosa in merito?

Qualsiasi votazione può essere inficiata dalle amicizie e delle spinte o richiesta di sostegno (dal concorso condominiale ai premi Strega, Campiello, ecc, ecc,. Nel caso del Vegetti può accadere nella prima fase (poco, a giudicare delle numerosissime segnalazioni con pochi voti), ma nella seconda c’è la ghigliottina. Le opere vengono esaminate da una giuria di esperti, che legge ed esprime il proprio parere, giuria che muta ogni due anni. Si fa molta attenzione che non ci siano legami di alcun genere tra i giurati e i finalisti.

Quarta ed ultima domanda: Pensate o non pensate che questa divisione tra i due gruppi possa essere giusta o non sarebbe il caso di tornare ad una giusta, sana ed onesta collaborazione che sarebbe auspicata da molti, se non da tutti e, se non subito, non sarebbe il caso di poterla auspicare in un prossimo futuro?

Quale divisione?

Be’, in una seconda missiva, Donato dice però, che si sta studiando la possibilità di poter ammettere anche le opere auto pubblicate: se il premio è dato all’opera, (come ben dice Donato) non vedo infatti perché debba entrare in ballo una Casa Editrice. Oltretutto, mi pare ben poco sensato fare differenza tra opera e autore. Anzi, l’opera è il prodotto di un autore, per cui in molti casi le due realtà coincidono.

Sull’argomento Premi, il solito, polemicissimo Franco Giambalvo di cui abbiamo già detto, addirittura sostiene che i regolamenti dei premi letterari di fantascienza dovrebbero essere modificati al più presto. Ma qui non è il caso di entrare nei particolari. Forse in altra sede.

Vanni Mongini & Silvio SosioE questo è comunque il mio pensiero, che a dire il vero, pare sia condiviso anche da Silvio Sosio, delle Edizioni Delos e non solo, di cui riportiamo qui una corposa intervista rispondendo alle stesse domande già fatte a Donato Altomare.

Prima domanda: Da voi possono partecipare le autopubblicazioni? E se no, perché?

Certo, non c’è motivo per cui non dovrebbero essere ammesse le autopubblicazioni. Nel caso di racconti o articoli sono considerati pubblicazioni amatoriali e vanno nelle relative categorie; nel caso di romanzi di fantascienza o fantasy, saggi, antologie non c’è distinzione tra pubblicazioni amatoriali o professionali, e quindi neppure tra autopubblicazioni e pubblicazioni editoriali.

Sul sito del Premio Italia è pubblicato il regolamento, dove sono specificate tutte le caratteristiche richieste (lingua, lunghezza, data della prima uscita, eccetera). Se un’opera risponde alle regole è ammessa.

Nei primi mesi dell’anno vengono aperte le segnalazioni spontanee con cui chiunque può segnalare uno o più candidati. Tutte le candidature che vengono scartate, sia in questa prima fase che nella fase di voto vero e proprio, sono pubblicate con l’indicazione del motivo (e dell’articolo di regolamento) in base al quale sono state scartate.

Si dice, non so se sia vero, che, se accettate le autopubblicazioni non sono valide quelle che appartengono ad una fascia che non edita solo fantascienza, è vero?

Non c’è nessuna regola del genere nel regolamento del Premio Italia. Le autopubblicazioni, semplicemente, sono accettate. Chiaramente se si tratta di opere che non appartengono al genere fantastico in modo evidente non sono accettabili, ma le obiezioni sul genere sono sempre molto difficili da portare avanti. In ogni caso un’opera che non c’entra niente è abbastanza certo che non riceverà molti voti.

In generale, la classificazione per genere la lasciamo ai votanti: se un romanzo, per esempio, viene votato da tot persone nella categoria “romanzo di fantascienza” e da altre tot in “romanzo fantasy,” i voti vengono “spostati” tutti sulla categoria in cui ha preso più voti.

Non ci mettiamo noi a decidere di che genere è: il nostro compito è far rispettare il regolamento, non dare valutazioni sulle opere.

Terza domanda: Ritenete che lo svolgimento delle votazioni siano giuste o possano essere inficiate da voti di amicizia o spinte dagli editori? Se sì pensate che si possa fare qualcosa in merito?

Il premio Italia ha un regolamento, che non è perfetto e tutti gli anni viene modificato, sia per correggere errori o situazioni che non funzionano, che per adeguarsi a cambiamenti nel mercato.

Fino a oggi chi gestisce il premio (Ernesto Vegetti, prima, poi io e Vegetti per una decina d’anni, dalla sua scomparsa io, coadiuvato da Salvatore Proietti) ha garantito la regolarità delle operazioni, al di là ovviamente di errori sempre possibili: quest’anno, per esempio, abbiamo spostato per errore i voti di un candidato su un altro e abbiamo dovuto correggere un paio di giorni dopo l’apertura del voto per la finale.

Il concetto di “giusto” è più complesso di quello che sembra. Nessun premio è “giusto.” Nessun premio fa vincere il “migliore,” perché non esiste un criterio univoco per stabilire cosa è migliore tra diverse opere.

Il Premio Italia è, come il Premio Hugo, un voto popolare: vincono le opere più “popolari,” che, per dirla in due parole, sono le opere più conosciute e più apprezzate dal pubblico che vota.

Il pubblico che vota è quello che partecipa alle convention; quindi, un autore che si fa conoscere alle convention, per esempio, o che partecipa a community online, ha qualche chance in più di chi non si fa mai vedere.

D’altra parte, se un autore pubblica un capolavoro di cui tutti parlano avrà comunque buone probabilità di ottenere un buon risultato, anche se vive in eremitaggio in un alto castello. È un equilibrio, ma è questa la caratteristica del premio.

Voti di amicizia o spinte lobbistiche: è un problema che ha danneggiato il Premio Italia molto a lungo. Nell’ultima decina d’anni però, da quando è stato ampliato il numero dei votanti è stato quasi del tutto sradicato.

Se prima poteva votare solo chi avesse partecipato all’Italcon dell’anno prima (alla fine erano poche decine), negli ultimi anni l’accesso al voto è permesso a chiunque abbia partecipato, in qualunque edizione, a un’Italcon o a una delle convention affiliate (tra le quali c’è Stranimondi, che ospita ogni anno almeno un migliaio di partecipanti). Oggi al voto partecipano mediamente quattrocento persone; le “lobby” (che comunque vengono monitorate) possono con un certo sforzo portare un titolo in finale ma, anche grazie al sistema di voto basato sull’Australian Ballot, è praticamente impossibile portarlo alla vittoria.

Per rendere il premio del tutto impermeabile alle lobby speriamo in futuro di aumentare il numero dei votanti, per esempio verso le cinque o seicento persone. Non troppo però: il Premio Italia è e deve restare il premio del fandom, del mondo degli appassionati, deve dare riscontro alla produzione delle fanzine e dei piccoli editori. Se votassero migliaia di persone i primi posti andrebbero sempre a produzioni di grandi editori e si perderebbe il senso del premio.

Quarta ed ultima domanda: Pensate o non pensate che questa divisione tra i due gruppi possa essere giusta o non sarebbe il caso di tornare ad una giusta, sana ed onesta collaborazione che sarebbe auspicata da molti, se non da tutti e, se non subito, non sarebbe il caso di poterla auspicare in un prossimo futuro?

Dal punto di vista mio personale non esistono “due gruppi,” e non capisco perché debba essere alimentata questa visione. Il Premio Italia è aperto a tutti, chiunque abbia partecipato a una convention può votare e nessuno si sogna di chiedere autocertificazioni di appartenenza o non appartenenza a gruppi o fazioni. Del resto, tanto tra i votanti quanto tra i candidati al Premio Italia ci sono numerosissimi soci della WorldSF.

Fino alla metà degli anni Dieci la WorldSF era delegata dall’Italcon alla gestione del Premio Italia, e in “cambio” di questo lavoro Vegetti aveva ottenuto che gli iscritti all’associazione avessero diritto di voto al Premio anche senza aver partecipato a una convention. Quando la WorldSF ha smesso di gestire il premio questo privilegio è ovviamente decaduto, ma qualcuno l’ha interpretato erroneamente come un “divieto” per i soci WorldSF di votare al Premio Italia. È un’assurdità ovviamente: i soci della WorldSF sono benvenuti a votare al Premio Italia come tutti gli altri appassionati, basta che abbiano partecipato a un’Italcon o a una convention tra quelle affiliate. Ma se sono soci WorldSF sono spesso persone che frequentano il mondo della fantascienza, anche da tempo, quindi molto probabilmente rispondono già al requisito.

Per quanto riguarda l’Italcon non ho alcun titolo per parlare in sua rappresentanza, ma da regolamento, se un giorno la WorldSF decidesse di organizzare una sua convention e volesse proporla come Italcon non ci sarebbe nessun problema ad accettare la candidatura e portarla al voto davanti all’assemblea. Non vale solo per la WorldSF, ma per qualunque organizzazione sia interessata, che invito eventualmente a contattarmi: sono a disposizione per fornire indicazioni e aiuto.

Ho parlato poi, di nuovo e direttamente con Donato Altomare e gli ho fatto presente che, alla prossima assemblea, avrei proposto di togliere quella ostativa sulle autopubblicazioni perché, in esse, non ci sono solo autori di primo pelo, ma anche degli, chiamiamoli così, nomi noti e conosciuti, per cui è un impedimento ingiusto, limitativo e, usando un termine antipatico, “classista.”

Lui mi ha risposto di proporlo tranquillamente e che non si opporrà alla richiesta.

Quindi io lo farò e, spero, non ci siano impedimenti di sorta perché, lo ripeto fino alla nausea, certe ingiustizie stupide, nel nostro mondo, non dovrebbe esistere.

La fantascienza, l’horror, il fantasy non hanno frontiere e sono patrimonio di tutti ed è illogico che siamo proprio noi a porle: Ipse dixit. Giovanni Mongini.

Vanni Mongini
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Tra i maggiori specialisti mondiali di cinema SF (Science Fiction) è nato a Quartesana (Fe) il 14 luglio 1944 e fino da ragazzino si è appassionato all'argomento non perdendosi una pellicola al cinema. Innumerevoli le sue pubblicazioni. La più recente è il saggio in tre volumi “Dietro le quinte del cinema di Fantascienza, per le Edizioni Della Vigna scritta con Mario Luca Moretti.”

Donato Altomare
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Nasce a Molfetta nel 1951. Narratore, saggista, poeta, ha vinto due volte il Premio Urania, il premio della critica Ernesto Vegetti e otto volte il Premio Italia. Autore del genere fantastico è stato pubblicato dalla maggior parte degli editori. Nel maggio 2013 è stato nominato Presidente della World SF Italia, l’associazione italiana degli operatori della fantascienza e del fantastico.

Silvio Sosio

nasce il 5 ottobre 1963, ha creato Delos che è poi diventata Delos Digital, lanciando la fantascienza verso gli eBook, molto prima di altri. Opera nell’ambiente con notevole successo. Gestisce con altri, il Premio Italia, fantascienza secondo il voto dei lettori.

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