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THE WICKER MAN (1973), FANTA-PAGANESIMO AGRICOLO

THE WICKER MAN (1973), FANTA-PAGANESIMO AGRICOLO

Lord Summerisle: Tra le cose cui crediamo e che insegniamo ai nostri figli c’è la Partenogenesi, ovvero, come direbbe eloquentemente Miss Rose, la riproduzione senza rapporto sessuale.

Sergente Howie: Ma cosa diavolo avete in testa da queste parti? Falsa biologia, false religioni… Avete mai sentito parlare di Nostro Signore Gesù Cristo?

Lord Summerisle: Certo… Parla di quel personaggio che, se non vado errato, è nato da una vergine messa incinta da uno spirito, vero?

Locandina The Wicker ManEsistono film che per un motivo o per un altro in Italia non sono mai arrivati. Spesso si tratta di pellicole abbastanza dimenticabili, ma alcune volte può capitare d’imbattersi in veri gioiellini che, per oscure, ragioni, la distribuzione nostrana ha bellamente ignorato. Uno di questi casi riguarda il film britannico, in realtà conosciutissimo dagli appassionati dell’horror, del regista Robin Hardy: The Wicker Man (1973).

Considerato dalla critica cinematografica francese (e da quale, altrimenti?) “il Quarto Potere dei film horror,” ebbe inizialmente poco successo anche in patria ed è probabilmente per questo motivo che rimase inedito nel nostro Paese. La fama della pellicola accrebbe col tempo, divenendo un vero e proprio film di culto qual è oggi considerato.

In realtà, a prima vista, non sembra neanche un horror. A eccezione dello sconvolgente finale, il film non ha le caratteristiche intrinseche del genere: tra canzoni, danze, rituali e sesso sembra più che altro un film hippy (e, considerata l’epoca, la cosa non sorprende), se non fosse per l’atmosfera di graduale discesa nel perturbante e nel sinistro. Un altro critico, scozzese come l’ambientazione del film, lo definì un “musical scozzese di fanta-paganesimo agricolo.”

La trama:

Sergente Howie, The Wicker ManIl sergente di polizia inglese Neil Howie riceve una lettera anonima che comunica la scomparsa di una ragazza sull’isola scozzese di Summerisle. Raggiunta l’isola, il poliziotto si trova in mezzo a una comunità diffidente che pratica un culto religioso pagano. Il sergente è un devoto e sessuofobico cristiano episcopale. Trovandosi davanti alle strane usanze e agli strani comportamenti degli isolani (sesso all’aperto, lezioni di fertilità impartiti ai bambini, strani rimedi medicinali a base di prepuzi essiccati e rane, adorazione di simboli fallici, sfacciate avance sessuali nei suoi confronti da parte della locandiera) pensa di essere capitato in posto di pazzi furiosi.

The Wicker Man, la processioneL’autorità dell’isola, il cordiale Lord Summerisle (un fantastico Christopher Lee), spiega al sergente che suo nonno convinse la popolazione locale che si sarebbe potuto trasformare l’isola da sterile in un paradiso agricolo tornando a venerare gli antichi dei pagani. Cosa che di fatto funzionò almeno fino all’anno precedente, segnato invece da carestia.

Continuando l’indagine, Howie scopre che la ragazza è tenuta prigioniera per essere sacrificata a Nuada, il dio celtico del Sole, e favorire così un prossimo fertile raccolto. Il poliziotto corre a salvarla ma si troverà di fronte a una terribile realtà…

Il film presenta dei dialoghi che con toni scanzonati e beffardi sfociano nella più sfrontata blasfemia. Esempi ne sono il geniale scambio di battute tra il sergente Howie e Lord Summerisle riportato in apertura o quest’altro tra l’insegnante del villaggio e il solito Howie:

Miss Rose: Noi crediamo che quando una vita umana finisce, l’anima ritorna agli alberi, al fuoco, all’acqua e agli animali. Rowan Morrison è semplicemente ritornata in vita in un’altra forma.

Sergente Howie: Insegni questo ai ragazzi?

Miss Rose: Te l’ho detto. È ciò che crediamo.

Sergente Howie: Non imparano niente sul cristianesimo?

Miss Rose: Solo come religione comparativa. I ragazzi trovano la reincarnazione molto più facile da comprendere che la resurrezione. I cadaveri putrefatti sono un ostacolo per l’immaginazione infantile.

Britt Ekland, The Wicker ManL’atmosfera è mistica e folle. Assistiamo allo scontro tra la tradizione cristiana, portatrice di civiltà ma anche di bigottismo, e le (vere) radici culturali del posto, quelle pagane legate a millenari, bizzarri e non di rado terrificanti riti e celebrazioni, sopravvissute su quest’isola scozzese. Un horror atipico, dove tutto si svolge alla luce del Sole, tra canti celtici, sensuali danze (da ricordare, quella messa in scena dall’attrice Britt Ekland, la locandiera nel film) e una dissonante allegria, almeno fino alla rivelazione finale.

L’idea del film nasce da un romanzo, Ritual (1967), che David Pinner aveva originariamente scritto come adattamento per un potenziale film che non vide mai la luce. Dopo la pubblicazione, i diritti furono acquistati da Christopher Lee insieme allo sceneggiatore Anthony Shaffer. Piuttosto che farne un adattamento fedele, Shaffer realizzò una nuova storia solo vagamente basata su quella del romanzo che poi propose al regista Robin Hardy.

The Wicker TreeLo stesso Hardy tornò a trattare lo stesso tema del paganesimo rurale nel 2011 con il film The Wicker Tree, sorta di sequel spirituale di The Wicker Man, anch’esso inedito in Italia.

In questo nuovo film una coppia di giovani cristiani, vergini e americani, arrivano in un villaggio della Scozia con l’intento di evangelizzarne i locali dediti a un curioso culto pagano. In realtà le cose andranno in maniera ben diversa…

Questa volta il regista spinge più il pedale del sangue, del sesso e dell’umorismo. Divertente la scena in cui sia la comunità pagana sia i due cristiani, cantano con uguale trasporto ma motivazioni diverse, un canto tradizionale:

There is pow’r, pow’r, wonder-working pow’r
In the blood of the Lamb;
There is pow’r, pow’r, wonder-working pow’r
In the precious blood of the Lamb.

Nel complesso un film di molto inferiore al precedente ma comunque interessante.

Il presceltoAssolutamente da dimenticare è, invece, il remake americano del film del 1973, Il prescelto (The Wicker Man), diretto nel 2006 da Neil LaBute con Nicholas Cage ed Ellen Burtsyn come protagonisti, cui già il poco lungimirante titolo italiano rischia di svelare il finale. Il culto pagano si trasforma in una società matriarcale organizzata sull’esempio di quella di un alveare. Quasi del tutto assenti quei riferimenti relativi al sesso e alla fertilità e la critica alle religioni che erano le basi portanti del film di Hardy. Questa pellicola, purtroppo, in Italia è stata distribuita.

 

The Wicker Man

Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 1973
Durata: 88 min.
Regia: Robin Hardy
Sceneggiatura: Anthony Shaffer dal romanzo di David Pinner Ritual (1967).
Cast: Edward Woodward, Christopher Lee, Diane Cilento, Britt Ekland, Ingrid Pitt, Lindsay Kemp.

Roberto Azzara
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(Caltagirone, 1970). Grande appassionato di cinema fantastico, all'età di sette anni vide in un semivuoto cinema di paese il capolavoro di Stanley Kubrick “2001: odissea nello spazio”. Seme che è da poco germogliato con la pubblicazione del saggio “La fantascienza cinematografia-La seconda età dell’oro”, suo esordio editoriale. Vive e lavora a Pavia dove, tra le altre cose, gestisce il gruppo Facebook “La biblioteca del cinefilo”, dedicato alle pubblicazioni, cartacee e digitali, che parlano di cinema.

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