


Lord Summerisle: Tra le cose cui crediamo e che insegniamo ai nostri figli c’è la Partenogenesi, ovvero, come direbbe eloquentemente Miss Rose, la riproduzione senza rapporto sessuale.
Sergente Howie: Ma cosa diavolo avete in testa da queste parti? Falsa biologia, false religioni… Avete mai sentito parlare di Nostro Signore Gesù Cristo?
Lord Summerisle: Certo… Parla di quel personaggio che, se non vado errato, è nato da una vergine messa incinta da uno spirito, vero?
Considerato dalla critica cinematografica francese (e da quale, altrimenti?) “il Quarto Potere dei film horror,” ebbe inizialmente poco successo anche in patria ed è probabilmente per questo motivo che rimase inedito nel nostro Paese. La fama della pellicola accrebbe col tempo, divenendo un vero e proprio film di culto qual è oggi considerato.
In realtà, a prima vista, non sembra neanche un horror. A eccezione dello sconvolgente finale, il film non ha le caratteristiche intrinseche del genere: tra canzoni, danze, rituali e sesso sembra più che altro un film hippy (e, considerata l’epoca, la cosa non sorprende), se non fosse per l’atmosfera di graduale discesa nel perturbante e nel sinistro. Un altro critico, scozzese come l’ambientazione del film, lo definì un “musical scozzese di fanta-paganesimo agricolo.”
Continuando l’indagine, Howie scopre che la ragazza è tenuta prigioniera per essere sacrificata a Nuada, il dio celtico del Sole, e favorire così un prossimo fertile raccolto. Il poliziotto corre a salvarla ma si troverà di fronte a una terribile realtà…
Il film presenta dei dialoghi che con toni scanzonati e beffardi sfociano nella più sfrontata blasfemia. Esempi ne sono il geniale scambio di battute tra il sergente Howie e Lord Summerisle riportato in apertura o quest’altro tra l’insegnante del villaggio e il solito Howie:
Miss Rose: Noi crediamo che quando una vita umana finisce, l’anima ritorna agli alberi, al fuoco, all’acqua e agli animali. Rowan Morrison è semplicemente ritornata in vita in un’altra forma.
Sergente Howie: Insegni questo ai ragazzi?
Miss Rose: Te l’ho detto. È ciò che crediamo.
Sergente Howie: Non imparano niente sul cristianesimo?
Miss Rose: Solo come religione comparativa. I ragazzi trovano la reincarnazione molto più facile da comprendere che la resurrezione. I cadaveri putrefatti sono un ostacolo per l’immaginazione infantile.
L’idea del film nasce da un romanzo, Ritual (1967), che David Pinner aveva originariamente scritto come adattamento per un potenziale film che non vide mai la luce. Dopo la pubblicazione, i diritti furono acquistati da Christopher Lee insieme allo sceneggiatore Anthony Shaffer. Piuttosto che farne un adattamento fedele, Shaffer realizzò una nuova storia solo vagamente basata su quella del romanzo che poi propose al regista Robin Hardy.
In questo nuovo film una coppia di giovani cristiani, vergini e americani, arrivano in un villaggio della Scozia con l’intento di evangelizzarne i locali dediti a un curioso culto pagano. In realtà le cose andranno in maniera ben diversa…
Questa volta il regista spinge più il pedale del sangue, del sesso e dell’umorismo. Divertente la scena in cui sia la comunità pagana sia i due cristiani, cantano con uguale trasporto ma motivazioni diverse, un canto tradizionale:
There is pow’r, pow’r, wonder-working pow’r
In the blood of the Lamb;
There is pow’r, pow’r, wonder-working pow’r
In the precious blood of the Lamb.
Nel complesso un film di molto inferiore al precedente ma comunque interessante.
The Wicker Man
Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 1973
Durata: 88 min.
Regia: Robin Hardy
Sceneggiatura: Anthony Shaffer dal romanzo di David Pinner Ritual (1967).
Cast: Edward Woodward, Christopher Lee, Diane Cilento, Britt Ekland, Ingrid Pitt, Lindsay Kemp.
(Caltagirone, 1970). Grande appassionato di cinema fantastico, all'età di sette anni vide in un semivuoto cinema di paese il capolavoro di Stanley Kubrick “2001: odissea nello spazio”. Seme che è da poco germogliato con la pubblicazione del saggio “La fantascienza cinematografia-La seconda età dell’oro”, suo esordio editoriale. Vive e lavora a Pavia dove, tra le altre cose, gestisce il gruppo Facebook “La biblioteca del cinefilo”, dedicato alle pubblicazioni, cartacee e digitali, che parlano di cinema.