


I Premi Nebula quest’anno saranno assegnati il 18 maggio 2019 presso il Marriott Warner Center di Woodland Hills, in California. Un quartiere di Los Angeles, insomma.
Come al solito noi seguiremo più in dettaglio solo i premi dedicati al “romanzo.”
Anche quest’anno, su sei titoli in finale cinque sono libri scritti da donne e questa percentuale schiacciante delle scrittrici in rapporto agli scrittori è per lo meno strana. Sarebbe interessante fare una statistica tra la quantità di libri totali scritti da donne e quelli prodotti dagli uomini. Ho la netta impressione che la letteratura si stia femminilizzando in generale e quindi la fantascienza non può fare eccezione.
Tuttavia, lo ribadisco: è solo un’impressione e non ho alcun elemento verificato. Magari qualche lettore potrà illuminarmi.
Negli anni scorsi, gli autori di “trilogie” partecipavano tipicamente per tre anni di seguito, mentre questo non sembra il caso dei Nebula di quest’anno, in cui gli autori sono (almeno per me) degli sconosciuti, a eccezione di Noemi Novik di cui avevo già letto Uprooted, un bel romanzo di magia che si legge volentieri e che a suo tempo aveva vinto il Nebula.
Mi sarei, per esempio, aspettato John Scalzi con la seconda “puntata” della serie Interdependency, (The Consuming Fire), proseguimento de Il collasso dell’impero, uscito nel 2017 e oggi disponibile anche in versione italiana, presso Fanucci.
Invece nulla di tutto questo.
Abbiamo poi da fare un po’ di osservazioni anche sui generi in gara. Diciamo che la fantascienza classica, qualsiasi cosa voglia dire questo termine, pare essere decisamente tramontata, o per lo meno non attraversare un periodo di particolare richiesta negli Stati Uniti.
Devo confessare di essere nella schiera di chi è piuttosto felice di questa tendenza. Soprattutto sono particolarmente lieto di vedere un apparente tramonto del cyberpunk, che fino all’anno scorso ha invece figurato abbastanza nelle liste dei premi di fantascienza. Ovviamente fanno eccezione molti scrittori italiani, che invece vanno proprio in quella direzione.
I sei titoli di romanzi in gara per il Nebula sono basati su stili che si avvicinano allo steampunk, o alla magia. Non ho ancora letto nessun libro, quindi posso riportare solo ciò che l’editore ci fa sapere.
Il ciclo ha la curiosa prerogativa di svolgersi nel “passato”. Un passato recente, però: siamo intorno agli anni Sessanta, anche se questa realtà è del tutto diversa da quella che conosciamo noi.
In una fredda notte della primavera del 1952, è precipitato un enorme meteorite che ha cancellato quasi tutta la costa est degli Stati Uniti, tra cui la città di Washington. Da qui, una serie di cataclismi che renderà la terra inospitale per l’umanità, come a suo tempo era successo ai dinosauri. Per questa ragione nasce l’idea di colonizzare lo spazio e, vista la situazione terribile, è necessaria la partecipazione di una notevole parte di umanità. Elma York è pilota e matematica, una donna che si guadagna un posto come operatore nella Coalizione e che tenterà di mandare l’uomo sulla Luna. E tuttavia, essendo donna, ci sono svariati problemi che sospettiamo essere antifemministi.
Potrebbe essere una interessante lettura.
Rin, che è stata la prima nel Keju (la prova imperiale per portare all’Accademia i giovani più talentuosi), è stata una enorme sorpresa per tutti: per i funzionari del Test, i quali non potevano credere che un’orfana di guerra dalla Provincia del Gallo potesse superare la prova senza barare; per i custodi di Rin, che ormai speravano di essersela finalmente tolta dai piedi mandandola sposa, e poter così proseguire nelle loro imprese criminali; per Rin stessa, che all’improvviso si rende conto di essere finalmente libera dalla servitù e dalla disperazione che avevano costituito la sua quotidiana esistenza. Ma è ancora più sorprendente che lei abbia ottenuto l’ingresso a Sinegard, la maggior scuola militare di Nikan aperta solo all’Elite.
Sembrerebbe trattarsi del solito romanzo cinese, che da qualche anno a questa parte non manca mai nella competizione, sia Nebula che Hugo. Non amo particolarmente il genere, ma mi riservo un giudizio successivo.
Blackfish City (Pescenero) di Sam J. Miller. Anche quest’anno non ci siamo fatti mancare la quota LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Lo dico solo per curiosità, sia chiaro, non ho nulla contro il nostro autore, il quale ha tutto il diritto di seguire la propria sessualità.
Si tratta in questo caso di un romanzo che si direbbe di fantascienza sociale, o politica.
Dopo le guerre climatiche, al circolo polare artico è stata costruita una città galleggiante, notevole prodezza di meccanica e di ingegneria, con tanto di riscaldamento geotermico ed energia sostenibile. Gli abitanti si sono abituati a un ruvido modo di vivere, ma in città cominciano a vedersi criminalità e corruzione, con sacche di incredibile ricchezza a fianco di un’atroce povertà. A quel punto arriva una strana visitatrice: una donna in sella a un’orca, con un orso polare al fianco. Ben presto sarà chiamata l’Orcamancera: riunirà abilmente quattro persone che vivono in periferia per mettere in atto azioni di resistenza mai viste.
Anche questo è un romanzo fantasy: Maggie Hoskie è una Dinétah cacciatrice di mostri, una fanciulla con poteri soprannaturali. Una piccola città le chiede di ritrovare una ragazza scomparsa e Maggie rappresenta la migliore possibilità di ritrovarla. Ma ciò che Maggie scopre sul mostro è molto più terrificante di quanto lei abbia mai potuto immaginare. Riluttante, Maggie chiede aiuto a Kai Arvizo, un uomo medicina parecchio anticonformista, e assieme viaggeranno per la fenditura dipanando indizi da antiche leggende, negoziando favori dagli imbroglioni e combattendo contro oscure arti magiche in un mondo di tecnologia in malora.
Questo è dunque quello che possiamo aspettarci dalle scelte dei premi Nebula e, appena si potrà sapere di più, racconterò meglio le diverse storie.
Appassionato di fantascienza da sempre, ma ha scoperto di esserlo in quarta elementare quando lo hanno portato a vedere "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin: era il 1953 e avrebbe compiuto nove anni in quell'autunno. In seguito ha potuto scrivere con l'aiuto di Vittorio Curtoni e ha pubblicato un romanzo, del tutto ignorato, dagli Editori e dai lettori. Ma non si lamenta troppo: ama la fantascienza!