
PIRATI E PREDATORI DI NUBILA

Nubila è un breve romanzo di Alberto Grandi, giornalista professionista dal 2001, classe 1973, nato e residente a Milano, laureato in Lettere e Filosofia, ha lavorato per varie testate, quasi sempre online. Il suo campo di interesse principale rimane tuttavia la letteratura. Negli ultimi anni ha organizzato contest online con lo scopo di individuare i nuovi talenti della letteratura che scrivono sul Web. Nel 2014 ha fondato un social network per autori e lettori della rete, Penne Matte, che oggi vanta 5200 iscritti e oltre 800 anteprime di racconti e romanzi.
Nubila è il nome di un sistema planetario che propone un numero impressionante di pianeti: più di cinquanta e quasi tutti abitabili. Ovviamente non è possibile che esista un simile ambiente, ma la plausibilità scientifica è molto sopravvalutata a mio avviso.
Nel mondo della fantascienza italiana, già trovare un nuovo romanzo proveniente non dai soliti Editori o dai soliti ammanicati è una grande impresa. In questo caso sia data lode a Prospero Editore, una realtà editoriale relativamente nuova che presenta i suoi libri in formato cartaceo, dando possibilità a scrittori noti e non noti di avvicinarsi all’ambiente della pubblicazione. Ma non con risibile facilità, immaginiamo, perché a monte di tutto questo esista una redazione e certamente una scelta piuttosto accurata.
Il romanzo di Alberto Grandi nasce come una storia avventurosa, forse un po’ truce, decisamente influenzata da grandi classici, come Il Corsaro Nero, o Sandokan: l’eroe non è del tutto positivo, come non lo erano i pirati di Salgari, ma il lettore si trova ben presto a tifare per un assassino a pagamento, che ha la fama di essere infallibile. In questo sistema planetario così ricco di vita, vivono nientemeno che due razze: gli esseri umani e i mutanti, che altro non sono se non i famosi grigi molte volte avvistati in uscita da dischi e sigari volanti di epoche un po’ più ingenue di quella attuale. I grigi sono maltrattati da umani assolutamente disprezzabili, non tanto come singoli individui, ma proprio come razza: i capi sono crudeli e determinati a distruggere qualsiasi idea umanitaria. Questa crudeltà gratuita è decisamente difficile da digerire da parte del lettore ma purtroppo esiste anche nella realtà, visto come vanno le cose nel mondo anche in questo momento.
Il racconto è abbastanza sorprendente: un po’ ingenuo, appunto, come i placidi grigi che Alberto ci racconta come una razza sfruttata e strapazzata dagli uomini. Una sorta di Maori o di Apache che in definitiva non sono per niente disposti a lasciarsi calpestare.
Al di là del messaggio antirazzista che ci sta, direi che il romanzo si gode soprattutto per le avventure che mi piace definire, nello stile e nelle descrizioni, salgariane, con paesaggi trappola e donne straordinariamente belle che quasi sempre risultano anche molto pericolose. Abbiamo un imperatore folle, una antica razza che non è esattamente come sembra e una manciata di cattivissimi che saranno veramente difficili da domare.
È la prima volta che incontro un autore che non faccia diretto riferimento ai padri della fantascienza, come Verne e Wells, o più recentemente a William Gibson, ma piuttosto a un classico di avventure nostrano. Manca solo il mare in questa storia per attribuirla a un corsaro salgariano!
Consiglio di seguire questo Autore perché, viste le premesse, io mi aspetto qualcosa di ancora più interessante col prossimo romanzo.
Commento dell’autore alla recensione:
Mentre scrivevo Nubila non ho pensato a Salgari, piuttosto a Frank Herbert di Dune per quanto riguarda il tema del deserto da attraversare e alla Fondazione di Isaac Asimov per quanto riguarda l’impero. Ma scrivere, come qualsiasi altra cosa, è un processo che ha implicazioni inconsce e devo ammettere che l’analogia con l’autore delle Meraviglie del Duemila c’è tutta. In lui ho sempre apprezzato l’istinto all’avventura e l’esotismo. Due elementi che ritrovo nella mia storia, forse, nel bene e nel male, trasposti con quell’ingenuità che un po’ ha anche il padre di Sandokan.
Alberto Grandi