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LA TRIBÙ MALHUMORADA – CENTO PAROLE

LA TRIBÙ MALHUMORADA – CENTO PAROLE

Nuovo drabble arrivato in Redazione, scritto da Gio Bhumi.
“Antropologa-scrittrice” così si definisce, “perché tutti gli scrittori sono un po’ antropologi e tutti gli antropologi sono un po’ scrittori. E quando mi annoio di osservare gli umani cerco Altri Mondi, non solo col mio Dobson…”.

 

 

La tribù Malhumorada

Erano cannibali, erano animisti, erano sempre di cattivo umore.
Ogni ruscello, ogni pietra, ogni albero e curva del sentiero potevano celare uno spirito cattivo.
Rosi dall’invidia, nascondevano feticci negli stagni per portare sfortuna alla pesca altrui e negli orti di igname sputavano maledizioni sul terreno del vicino perché diventasse sterile.
Quando i loro flauti sacri sparirono, si accusarono a vicenda del furto e quando ormai fu chiaro che i colpevoli erano altri, erano così esausti che la loro spedizione punitiva si risolse in un disastro.
Ora le loro facce irascibili penzolano dai soffitti della tribù rivale, che le guardano sbellicandosi di risate.

 

Questo racconto è World © di Gio Bhumi. All rights reserved.

 

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Tea C. Blanc
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È comasca. Vive un po' a Como, un po' in Svizzera. Collabora ad alcune riviste, fra cui "Giornale Pop", webzine diretta da Sauro Pennacchioli, e "Andromeda - rivista di fantascienza", diretta da Alessandro Iascy. Ha pubblicato un racconto di genere fantastico con Edizioni Dell’Angelo e il romanzo dagli spunti fantascientifici “Mondotempo” (Watson Edizioni, collana Andromeda).

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