Il cuore rivelatore – Poe a fumetti
The Tell-Tale Heart è un racconto di Edgar Allan Poe pubblicato per la prima volta nel 1843.
È un racconto in qualche modo sperimentale.
È interamente raccontato in prima persona da un uomo che non rivela il suo nome e che rilascia la piena confessione di un omicidio (presumibilmente ai poliziotti che lo hanno arrestato).
Il narratore ribadisce di non essere pazzo, solo di essere affetto da una straordinaria ipersensibilità “nervosa” che gli permette (o lo costringe) di sentire rumori impercettibili a un orecchio normale.
Il narratore conviveva con un vecchio (anche lui anonimo, e non sono rivelati i rapporti fra i due), con il quale intratteneva rapporti cordiali, ma che era dotato di un occhio “da avvoltoio” dal quale il narratore si sentiva scrutato, indagato, accusato. Per chiudere quell’occhio il narratore aveva deciso di ucciderlo, e per sette notti si era introdotto nella stanza del vecchio, ma vedendolo dormire con quell’occhio chiuso, era tornato sui suoi passi.
L’ottava notte il vecchio è sveglio, e il fascio di luce che viene dalla lanterna del giovane illumina quell’occhio, e così l’uomo compie il suo delitto. L’assassino nasconde il cadavere sotto le assi del pavimento, ma subito dopo aver finito, alla 4 del mattino, tre poliziotti arrivano e gli chiedono conto di strani rumori avvertiti da un vicino.
Le scuse date dall’uomo rassicurano gli agenti, ma al contempo l’assassino sente, ossessivo e penetrante, un rumore che riconosce come quello di un battito cardiaco, proveniente dal luogo della sepoltura. Sempre più assillato da quel rumore crescente, l’uomo confessa il delitto.
Tom Palmer è un nome noto gli appassionati dei fumetti Marvel.
A partire dagli anni ’70 è uno dei più prolifici inchiostratori e rifinitori della casa editrice americana, per la quale ha spaziato in moltissime pubblicazioni e personaggi, ma ancor oggi è ricordato soprattutto per il suo sodalizio con Gene Colan, del quale ha spesso inchiostrato o completato i disegni; i due artisti condividono un peculiare gusto per i toni chiaroscurati, e la loro intesa è sempre stata molto apprezzata da lettori e appassionati.
Agli inizi della sua carriera nella Marvel, nel febbraio 1970, il mensile Marvel Chamber of Darkness pubblicò uno dei pochi lavori interamente disegnati da Tom Palmer: The Tale-Tell Heart, tratto appunto dal racconto di Poe e sceneggiato da Denny O’Neil.
Chamber of Darkness è una rivista specializzata in racconti dell’orrore autoconclusivi, introdotti da un decrepito vecchietto in cilindro e papillon (chiara imitazione dello Zio Tibia dei fumetti E.C.).
La sceneggiatura di O’Neil rifiuta la narrazione a flashback e offre molte coordinate che mancano al testo originale. Il protagonista si chiama Claude, è un americano debosciato e squattrinato che vive a Londra, in epoca contemporanea. Claude si rivolge allo zio materno, un orologiaio che lo disprezza, ma che si convince ad assumerlo come collaboratore. Lo zio ha l’occhio sinistro di vetro, e quest’occhio dall’aspetto minaccioso è la molla che spinge Claude all’ossessione e all’omicidio. L’omicidio è deciso ed eseguito in una sola notte, e da qui in poi il racconto a fumetti segue l’intreccio di quello scritto.
La sceneggiatura, con la sua ansia di dettagliare quello che Poe lascia in sospeso, o elimina buona parte del senso di allucinato delirio del testo originale.
In compenso i disegni di Palmer usano colori lividi, giochi d’ombre, e soprattutto un taglio d’inquadrature che danno alla vicenda una drammaticità e un ritmo persino cinematografici. Qui si nota una caratteristica che sarà tipica delle rifiniture di Palmer: il disegno di “puntini”, quasi dei minuscoli pois, per creare effetti chiaroscurati.
Spudoratamente ironica la grafica del titolo, dove le lettere che compongono la scritta TELL TALE HEART sono in rosso, disposte in modo da assumere la forma di un romantico cuore.
Fra i grandi disegnatori del fumetto, Alberto Breccia (1919-1993) è stato sicuramente uno dei più audaci e infaticabili sperimentatori.
Nato in Uruguay e naturalizzato argentino, dopo aver iniziato la carriera nell’ambito del fumetto popolare, in seguito all’incontro con lo sceneggiatore Hector Oesterheld, nella fine degli anni Sessanta, inizia a coltivare degli stili pittorici sempre più innovativi, variegati e sperimentali, sostenuti da testi con contenuti politici sempre più espliciti.
Molte volte ha trattato il genere fantascientifico, horror o fantastico, spesso ispirandosi ad autori classici come Edgar Allan Poe o H.P. Lovecraft, o altri meno battuti, ma sempre reinventandoli con un’impronta fortemente personale.
Negli anni Settanta collaborò spesso con l’editoria italiana, e uno dei suoi risultati più famosi è Il cuore rivelatore, apparso sul numero di settembre 1975 di Alterlinus, e primo dei suoi 5 adattamenti da Poe.
Se la versione di Palmer è a colori, quella di Breccia è in bianco e nero, ma dove il termine “bianco e nero” assume un aspetto persino radicale.
Sceneggiato dallo stesso Breccia, il racconto segue scrupolosamente (pur con diverse omissioni) il testo originale, in prima persona, riprodotto in didascalie poste in angoli delle vignette. Vignette che riprendono i due personaggi – il giovane assassino e l’anziana vittima – in sfondi dai tagli persino geometrici di nero assoluto e di bianco accecante, interrotti in pratica solo dai loro visi, grotteschi e deformati l’uno dall’odio e l’altro dalla paura, oppure dai primi piano dell’occhio “da avvoltoio” del vecchio.
Inoltre Breccia gioca molto su un procedimento di “micro-variazioni”, cioè ripetendo una stessa vignetta più volte ma ogni volta con una lieve differenza rispetto a quella precedente (ad esempio la porta della camera del vecchio di volta in volta più aperta, con un taglio bianco sempre più largo), e riesce a ricreare così l’atmosfera ossessiva e angosciosa del testo di Poe.
La pagina che ritrae l’omicidio e l’occultamento del cadavere, con vignette isolate, spezza una prima volta lo schema volutamente ripetitivo.
Nelle ultime tre pagine compaiono i tre poliziotti che raccoglieranno la confessione dell’assassino. Anch’essi sono ritratti come “blocchi” di nero sormontati da tre bianche teste calve, tutte tre uguali fra loro, come tre gemelli, con dei nerissimi occhiali da sole.
Dopo un relativo “dinamismo” nel momento in cui i tre entrano nell’appartamento, Breccia riprende lo schema delle “micro-variazioni” geometriche, introducendo il suono del cuore che batte con un semplice TUMP ossessivamente riproposto, variandone solo le dimensioni, fino alla confessione finale, risolta con un rabbioso primo piano del protagonista che pronuncia le stesse isteriche parole del racconto scritto.
Pur nell’estrema diversità di approccio, sia O’Neil/Palmer che Alberto Breccia praticano simili forme di “censura” sui particolari più macabri del racconto di Poe.
Nel testo infatti, il narratore uccide il vecchio rovesciando il letto sopra di lui e smembra il cadavere in più pezzi prima di seppellirlo.
Nella prima versione a fumetti la tecnica di omicidio non è chiara e non si spiega come venga disposto il cadavere prima del seppellimento, mentre in quella di Breccia la vittima viene strangolata e il corpo è sepolto integro.
Mario Luca Moretti
Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano