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La caduta di casa Usher: Poe a fumetti

La caduta di casa Usher: Poe a fumetti

La caduta di casa Usher, pubblicato nel 1839, The Fall of the House of Usher è uno dei più noti racconti di Edgar Allan Poe.

In una sera d’autunno, l’anonimo narratore raggiunge a cavallo la villa dove abita un suo caro amico d’infanzia, Roderick Usher, su richiesta di questi. La villa sorge sopra un lago isolato, da dove salgono cupi miasmi, e una crepa a zig-zag attraversa il suo muro frontale.

Appena arrivato, il narratore scopre da Roderick che Madeline, sorella gemella di Roderick, è gravemente malata, e lui la vede passare di sfuggita fra le stanze. Roderick gli confida che lui stesso è affetto da un’ipersensibilità nervosa che gli rende insopportabili luci e rumori.

I due uomini trascorrono i giorni fra tenui musiche d chitarra suonata da Roderick, letture e pitture, fino a che, una sera, Roderick comunica all’amico che Madeline è morta. I due danno a Madeline una provvisoria sepoltura nella cripta di famiglia, e nei giorni seguenti Roderick sembra preso da un deliquio sempre più incontrollabile.

Una sera di tempesta, il narratore cerca di distrarre Roderick leggendogli un poema cavalleresco, ma dei rumori inspiegabili si fanno sempre più intensi, fino a che Roderick capisce che la fonte è Madeline stessa, sepolta prematuramente. Infatti la donna, furibonda e insanguinata, irrompe nella sala e aggredisce il fratello, che muore per lo spavento.

Il narratore, inorridito, fugge dalla casa e all’esterno vede che la crepa si è allargata e tutta la villa crolla sprofondando nel lago.

La caduta di casa Usher: Dino BattagliaAnche The Fall of the House of Usher ha molte volte ispirato gli artisti del fumetto. Il numero di maggio 1969 di Linus pubblicò una versione scritta e disegnata da Dino Battaglia: La caduta della casa degli Usher.

Battaglia segue quasi alla lettera il testo di Poe, riportandone gran parte di dialoghi ed episodi (solo gli assoli di chitarra di Roderick sono omessi).

Nei disegni realizza uno dei suoi risultati più ispirati. Come consueto alterna tratteggi allusivi e descrizioni dettagliate, con risultati quanto mai efficacissimi nel ricreare le atmosfere angosciose e ambiguamente oniriche del racconto. E usa questa tecnica ambivalente sia nel ritrarre personaggi che nel descrivere gli ambienti.

La caduta di Casa Usher: MadelineMemorabili ad esempio le due apparizioni  di Madeline: un’ombra eterea all’inizio del racconto (ripresa di profilo e in successione per indicare il suo cammino, contrappuntata da uno splendido primo piano) e una sagoma in spaventosa controluce nel finale.

Così, anche le sale di casa Usher sono rappresentate ora con linee stilizzate (la scalinata, la cripta) ora con ricchezza di dettagli gotici (il salone delle armature), ma sempre Battaglia riesce a suscitare emozioni intense con la sua grande felicità espressiva, sottolineata da un bianco e nero che gioca molto più sulle sfumature che sui contrasti.

La caduta di casa Usher: CorbenL’americano Richard Corben (1940-2020) è stato un disegnatore  prolificissimo, spesso anche sceneggiatore, quasi interamente dedito al genere fantastico in tutte le sue derivazioni. Fu caratterizzato da uno stile esuberante, di straordinaria ricchezza cromatica, dalle scenografie visionarie e immaginifiche, ricche di dettagli e dalle forme eccessive; nel ritrarre i corpi rifiutava il realismo, alternando figure ipertrofiche e muscolose ad altre innaturalmente minute, e ossessionato dai seni giunonici nel disegnare le donne. Nel tratteggiare i volti, invece, metteva sempre molta attenzione nel dettaglio espressivo e psicologico.

Corben affrontò due volte The Fall of the House of Usher, nel 1984 e nel 2013. La prima di queste versioni, da lui stesso scritta, uscì in un volume pubblicato dalla Pacific.

RIchard Corben: MadelineIn questo adattamento, Corben segue con precisione lo schema del racconto, ma lo arricchisce di molti episodi e particolari, macabri e persino erotici, assenti nel più allusivo Poe.

Così vediamo la carcassa di un cavallo sulla strada per casa Usher, bare della cripta di famiglia scoperchiate in seguito a un’inondazione, altre bare di un vicino cimitero che galleggiano. Madeline è molto più presente, addirittura seduce il narratore. Roderick, colto da un intento omicida non ben chiarito, è consapevole che la sorella sia ancora viva quando la chiude nella bara.

L’elemento del sogno (anzi dell’incubo) è ancor più presente che nel racconto, e il narratore è in preda a visioni terribili (e profetiche) come un corpo putrefatto che aggredisce Roderick e il ritorno di Madeline dalla bara.

Nel disegno Corben conferma molte delle sue caratteristiche abituali, e con risultati altissimi. L’uso dei colori è vivacissimo, eppure sempre espressivo e funzionale, e mai banale, e comunque sapientemente contrappuntato, all’occorrenza, da ombre e neri. Un esempio è il violetto dell’incarnato di Madeline che ritorna negli sfondi delle sue apparizioni, reali od oniriche che siano: è splendida la sua prima, eterea apparizione al narratore, avvolta appunto da un’irreale ma affascinante nube violetta.

La casa UscherLa villa diventa un personaggio essa stessa, non solo nei suoi tetri (e preziosamente descritti) interni, ma anche nelle sue visioni d’insieme, che ritornano ossessivamente in vignette che imitano delle cinematografiche riprese dall’alto, più o meno ravvicinate, e sempre ricche di dettagli. Corben divide le pagine in numerose vignette, ora consequenziali, ora in contrasto l’una all’altra, ricorrendo spesso ai primi piani e ai dettagli (occhi, oggetti), imitando con grande sapienza lo stile cinematografico.

Nel ritrarre i corpi dei tre personaggi, Corben, al suo solito, rifiuta il realismo anatomico. I due uomini hanno teste troppo grandi per gli esili corpi, e Madeline è invece statuaria e giunonica, oltre che quasi nuda, coperta sempre e solo da un lenzuolo (come abituale nelle donne di Corben, del resto).

I fratelli Usher hanno visi affilati e magri, molto somiglianti essendo gemelli, e caratterizzati da vistosi nasi aquilini, mentre il narratore ha un volto molto somigliante a quello di Edgar Allan Poe.

Sempre, comunque, Corben li ritrae con grande espressività e mobilità. Le pagine su cui sono disposte le vignette hanno un insolito sfondo grigio, invece di quello bianco tradizionale.

 

Copertina tratta da MuutaNet.

Mario Luca Moretti
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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

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