I miei quadri: Flora Venusiana
Perché questo titolo? Semplicemente perché è la risultanza della mia opera di quanto dipinto con la Science Fiction.
Ecco ciò che mi ha spinto a descrivere la nascita del mio primo quadro.
Lo dipinsi nel 1971. Ricordo perfettamente come nacque la storia.
A quel tempo ero andato ad abitare in una casa che, come pavimenti, aveva un insieme di piccole sfumature di raro colore bianco-grigio-nero un po’ sfumati, che formavano strane forme emblematiche.
In un primo momento, non detti importanza alla cosa poiché, di solito, uno non scruta dove mette i piedi per ottenere un quid che gli ispiri strane fantasie. Ed io ero, più o meno, uno di loro. Ma mi sbagliavo.
Fu una manifestazione improvvisa, dovuta a quelle sfumature, che mi prese e sentii che mi chiamava, mi incoraggiava, mi provocava… insomma mi sentivo attirato verso strane composizioni. E ciò avveniva ormai abitualmente durante i pochi momenti di pausa tra un lavoro e l’altro.
Il fatto successe un giorno in cui avevo tempo per osservare con maggiore attenzione il pavimento. L’occasione avvenne… devo dirlo? Ero seduto alla toilette.
Mentre ero seduto al… solito posto, e guardavo insistentemente quell’intreccio sfumato, l’idea si rivelò in tutta la sua importanza, in tutto il suo valore. Era un concetto che avevo già da tempo ma che non riuscivo a realizzare. Fu così che il quadro ebbe origine.
Era l’anno 1971, come già detto, e il motivo ispiratore riguardava ovviamente una cosa non reale ma strana, qualcosa di utopico.
Questa fu l’idea, il soggetto, la spinta a riprodurre qualcosa verso la quale ero attirato, di riprodurla secondo il mio istinto… insomma, in poche parole riprodurre qualcosa di naturale in modo innaturale, davanti a me avevo il soggetto reale per lavorarci sopra e trasformarlo.
Poi, per un po’ di anni, rimasi in quella casa. Nel frattempo la passione dei quadri era stata grande tanto che riuscii a farne una quindicina.
Con la nuova residenza, e sopratutto con il lavoro che mi prese sempre più, la cosa finì.
C’è anche un ricordo avvenuto in quell’anno iniziale, un racconto scritto proprio nel 1971: diedi come titolo Quelli dei quadri. Ebbe un notevole successo perché fu pubblicato otto volte in Italia, e vide la luce anche in Francia, Bulgaria, Germania e Stati Uniti.
Ecco, questo è il resoconto di un’impresa nata in una toilette.
Renato Pestriniero
Renato Pestriniero, veneziano, sposato, una figlia. Fino al 1988 capo reparto presso la filiale veneziana di multinazionale svizzera. Dal suo racconto “Una notte di 21 ore” il regista Mario Bava ha tratto il film “Terrore nello spazio.” Esperienze televisive, radiofoniche, fotografiche e figurative.
Uno splendido ricordo e un bel quadro. Grazie Renato