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ANDROROBOTMACHIA – CENTO PAROLE

ANDROROBOTMACHIA – CENTO PAROLE

Come si fa a narrare poco più di 2600 anni di storia in cento parole? Ce lo racconta nel suo drabble Giuseppe Di Faustino, classe 1973, affetto in modo terminale da una patologica passione per la fantascienza della serie classica di Star Trek, il fantasy tolkieniano, il complottismo di X-Files e l’oniricità tenebrosa di Lovecraft.

Ha pubblicato due brevi racconti, “Il Premio” e “Imago Mentis”, contenuti nell’antologia “ROBOT ITA 0.1” (Edizioni Scudo; 2011).

T.C.B.

 

AndroRobotmachia, di Giuseppe Di Faustino

Roma, Marzo 2059

“Allora?”
“Asili, scuole e università, Procuratore. Insospettabili robot docenti.”
“Vittime?”
“Almeno sedicimila tra ragazzi e bambini ma… il bilancio non è definitivo.”
“Bastardi! Siamo un caso isolato?”
“No, purtroppo giungono notizie analoghe dalle principali città del mondo.”
“Uccidono il nostro futuro! Li avete interrogati?”
“Interrogati? Torchiati, signore! Ma non ripetono altro che una nenia continua.”

Dall’altra parte del cristallo i microfoni diffondevano le voci dei robot:
“Se io fossi robot arderei lo mondo,
se io fossi robot lo tempesterei,
se io fossi robot, come sono e fui,
torrei dal mondo gli uomini insulsi
e il pianeta tutto lasserei altrui”.

 

Questo racconto è World © di Giuseppe Di Faustino. All rights reserved.

 

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Nell’immagine, un’illustrazione futuristica giapponese degli anni Sessanta

 

Tea C. Blanc
Tea C. Blanc
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È comasca. Vive un po' a Como, un po' in Svizzera. Collabora ad alcune riviste, sia cartacee che digitali. Ha pubblicato un racconto di genere fantastico con Edizioni Dell’Angelo; il romanzo dagli spunti fantascientifici “Mondotempo” (Watson Edizioni, collana Andromeda). Ha partecipato a varie antologie di autori vari con racconti o saggi. Finalista a vari premi, tra cui Premio Urania nel 2024.

2 Commenti

  1. Alessandro

    Pregevole citazione..

  2. Paolo Marongiu

    Sarà che io sto sempre dalla parte dei robot, ma l’ho trovato stupendo.

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