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War of the Worlds, la serie TV

War of the Worlds, la serie TV

War of the Worlds!

Forse, sfruttare per questa saga televisiva un titolo tanto famoso è stato un tantinello esagerato e un po’ fuorviante, tuttavia essa è degna di nota.

Tanto per cominciare è una serie televisiva statunitense e francese (prodotta da Fox Networks Group e StudioCanal, in collaborazione con Urban Myth Films) e questo è davvero inusuale, soprattutto per la fantascienza e per il tema trattato.

Scritta da Howard Overman (produttore delle serie Misfits e Merlin) e diretta da Gilles Coulier e Richard Clark, dovrebbe essere un adattamento dell’omonimo romanzo di H.G. Wells, ma per stessa ammissione degli autori ci si è scostati molto dal lavoro originale, al punto da non poterla quasi più riconoscere.

Come nel lavoro di Wells, la Terra viene attaccata dallo spazio e gran parte della sua popolazione è sterminata. I metodi utilizzati, tuttavia, sono così diversi da farci perdere da subito ogni collegamento col romanzo e con le sue particolari atmosfere.

Le vicende si svolgono in un’Europa contemporanea, principalmente tra l’Inghilterra e la Francia, con un bizzarro effetto, però: dato che le ambientazioni sono moderne, non sempre si riesce a capire a colpo d’occhio da che parte della Manica ci si sta trovando.

Il taglio della regia e della sceneggiatura – e questo è forse l’aspetto più interessante – è totalmente europeo, il che diviene interessante perché prima non avevamo opere simili e di così lungo respiro, che trattassero una invasione aliena di tutto il pianeta.

Ciò, comunque, e bisognava aspettarselo, porta con sé lo stile lento, riflessivo e basato sull’incomunicabilità più tipico delle nostre parti. Infatti, spesso ci troviamo a rosicare perché situazioni che si risolverebbero semplicemente parlando apertamente, invece si ingarbugliano quando a una persona viene fatta una domanda precisa e l’interrogato semplicemente… non risponde.

Alcuni si sono lamentati anche di una certa noiosità, cosa un po’ ingiusta perché alla fine non ci si riesce a staccare dallo schermo.

Bisogna però ammettere che la grande attenzione, dichiarata dagli autori, sulle dinamiche tra i personaggi, a volte dà origine a una sensazione di voler “allungare il brodo”, rispetto a una trama principale che invece è già sufficientemente ricca.

War of the Worlds: I SopravvissutiSenza dir niente sulla trama effettiva, la sensazione è che essa sia debitrice principalmente di due opere precedenti.

Una è la serie televisiva inglese “I sopravvissuti”, di Terry Nation, del 1975. Opera precorritrice in cui per la prima volta fu visto un mondo moderno divenuto improvvisamente post apocalittico e per di più a causa di un’epidemia (cosa che lo riporta drasticamente all’attualità).

The war of the world: L'etrangeLa seconda, decisamente più inconsapevole, dipende dal fatto che la trovata centrale di tutto il lavoro, per quanto possiamo ricordare ha un precedente per lo più ignoto ai più (forse anche agli autori del serial) che è l’episodio “L’étrange rendez-vous” della saga a fumetti del Dottor Mortimer e del Capitano Blake.

Per non rovinarvi la sorpresa non possiamo dirvi di che si tratta, però possiamo dire che nel suo nucleo centrale e nelle riflessioni che ne conseguono, il serial somiglia più a questo fumetto che non all’opera di Wells.

Un dramma che, senza dirvi il perché, potrei definire edipico, che non lascia spazio ad alcun momento umoristico e che ci cala nelle cupe atmosfere di una tragedia comprensibile solo all’epilogo che tuttavia, lo diciamo perché lo consideriamo un valore, è abbastanza lieto.

Tutte le tre stagioni sono disponibili su Disney+, come Star Original.

Giorgio Sangiorgi

Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.

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