RIFLESSIONI (E PREMI) DELLA 76MA BIENNALE CINEMA – 3
Alla fine, confermando anche quest’anno le giuste intuizioni del direttore Alberto Barbera, si è conclusa con una grande kermesse (soprattutto di pubblico giovane) l’edizione 76 della Biennale di Venezia. La vera domanda resta tuttavia se realmente si è visto il meglio del cinema d’autore a livello mondiale…
Certo, nessuno nega il grande lavoro dei selezionatori del festival e delle sue sezioni collaterali (quali, ad esempio, Orizzonti e Classici restaurati) o di quelle collegate come le Giornate degli Autori diretto da Giorgio Gosetti o la Settimana della Critica (la SIC del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici). Entrambe ospitate nelle sale minori e con un costante overbooking di presenze, causa il singolare sistema di ingresso: aperte a tutti gli accrediti erano comunque prioritari i possessori di biglietti quasi mai realmente paganti in quanto chiunque con un accredito poteva il giorno prima mettersi in fila alla biglietterie per richiederli! Una scelta simile a quella voluta da Barbera per le proiezioni in sala Darsena – grande quasi il triplo – dove, per mostrare alle delegazioni ufficiali del film una sala piena, l’accesso era consentito a tutti gli accrediti – biglietti anche in questo caso in primis.
Insomma, forse una buona dose di attenzione andrebbe posta anche sull’organizzazione dell’evento e non solo sulla Selezione e sulle Giurie.
Venendo all’ufficialità dei premi, posso dire che concordo pienamente con i titoli che, stranamente (è forse la prima volta o quasi nella storia del festival), vedevano l’unanime consenso da parte di critica e pubblico. Anche se, pure in questo caso, molto si avrebbe da dire su chi è stato invitato a emettere un parere. Considerate che lo stesso povero Stefano Disegni, autore dei graffianti (in altri anni…) fumetti di satira e presa in giro delle pellicole più pallose passate al festival, quest’anno ha dichiarato di aver avuto ben pochi spunti per le sue irriverenze… sulle quali, peraltro, si potrebbe anche non essere d’accordo…
Vedi il caso del film tibetano di Pema Tseden Qiqiu (Balloon) giocato sullo scatenarsi dei contrasti in seno a quella millenaria cultura a causa dell’introduzione all’uso dei contraccettivi – che infatti i bambini usano per fare i palloncini del titolo. Il tutto con tanto di colorate e oniriche visioni dell’aldilà poco comprensibili a chi non ha mai letto Il libro tibetano dei morti. Al che, viene da pensare che forse era troppo impegnato nei party e nelle feste piuttosto che andare a vedere i film.
Infatti, a parte il giusto j’accuse nei confronti dell’onanismo visuale gratuito e malfatto di Ema del cileno Pablo Larrain (vincitore del premio UNIMED e del premio ARCA Cinema Giovani), si è limitato a demolire il lunghissimo metraggio (168 minuti) di The Painted Bird diretto da Vaclav Marhoul, senza neanche averlo visto tutto! In questo caso è stato sperimentato per la prima volta lo Slavic Esperanto, una neolingua che combina il Ceco con il Russo e il Tedesco. Facile sparare sulla croce rossa…
La pellicola sicuramente troppo lunga è basata sul romanzo monstre di Jerzy Kosinski e coniugava la Shoah con una serie di terribili accadimenti (violenti in modo inusitato e cruenti ai limiti del gore) sul giovanissimo protagonista umiliato, scacciato, torturato, vessato, abusato e quant’altro. Costretto, suo malgrado, a perdere l’innocenza per trovare la ferocia dell’età adulta a cui neanche il reincontro finale con il padre darà sollievo…
Tuttavia, va anche detto a onor di cronaca che la regia e il montaggio sono solidi ed efficaci e che per almeno un ora e mezza la pellicola regge, a differenza del pubblico magari troppo superficiale e politically correct presente al Lido.
Chiudo le divagazioni per dirvi che il premio al Joker di Todd Phillips interpretato magistralmente da un Joaquin Phoenix in grande crescendo è assolutamente meritato. Assieme al J’accuse di Polanski e Marriage Story di Noah Baumbach: tra il meglio proposto dall’edizione 2019. Il che lancia (come già successo l’anno passato) questo inusitato Leone d’Oro verso la corsa per gli Oscar. È da moltissimi anni che una major americana non vince il primo premio al Lido a meno di non voler considerare Netflix una major… cosa che non è!
Più curiosa e particolare la scelta di assegnare il Leone d’Argento al surreale, poetico e a tratti straniante About Endlessness ma come si dice… un colpo al cerchio e uno alla botte!
Da citare anche il fantascientifico Atlantis dell’ucraino Valentyn Vasyanovych. Nella sezione Orizzonti ha ottenuto il premio quale miglior film. La pellicola, ambientata in un futuro post-apocalittico, mostra come anche in un mondo così freddo e desolato possa nascere l’amore e dunque la speranza…
Una speranza che anche il di solito ottimista regista francese Robert Guédiguian non è riuscito a comunicare con il suo affresco familiare dolce-amaro sullo sfondo delle sempre crescenti difficoltà sociali dei nostri tempi, Gloria Mundi. La pellicola ha vinto la Coppa Volpi per la bella prova di Ariane Ascaride, attrice feticcio del regista.
Ecco comunque la lista completa dei vincitori ufficiali della 76ma Biennale 2019:
Joker di Todd Philips
Gran premio della giuria
J’accuse di Roman Polanski
Leone d’argento per la miglior regia
Roy Anderson per About Endlessness
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile
Ariane Ascaride, per Gloria Mundi
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile
Luca Marinelli, per Martin Eden
Miglior sceneggiatura
No. 7 Cherry Lane di Ji Yuan Tai Qi Hao
Premio Marcello Mastroianni (a un attore emergente):
Toby Wallace, per Babyteeth
Premio speciale della giuria
La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco
Miglior film della sezione Orizzonti
Atlantis di Valentyn Vasyanovych
Premio Leone del futuro per la miglior opera prima
You Will Die at Twent di Amjad Abu Alala
RIFLESSIONI SULLA 76MA BIENNALE CINEMA – 2
RIFLESSIONI DALLA 76MA BIENNALE CINEMA – 1
Sergio Giuffrida
Classe 1957, genovese di nascita, catanese d'origine e milanese d'adozione. Collabora alla nascita della fanzine critica universitaria 'Alternativa' di Giuseppe Caimmi, e successivamente alla rivista WOW. Dai primi anni Novanta al novembre 2021 è stato segretario del SNCCI Gruppo Lombardo. Attualmente è nel board di direzione con Luigi Bona della Fondazione Franco Fossati e del WOW museo del fumetto, dell'illustrazione e del cinema d'animazione.