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PREMIO MAURIZIO CARITÀ, I TRE VINCITORI

PREMIO MAURIZIO CARITÀ, I TRE VINCITORI

Il 2 maggio 2020, a Castelnuovo Berardenga in provincia di Siena, avrebbe dovuto svolgersi l’annuale assemblea della World SF Italia, nonché il Premio Vegetti e non ultimo, ma nuovo, il Premio Maurizio Carità, dedicato agli illustratori, fortemente e giustamente voluto dalla moglie Mariasilvia Picchi e dalla figlia Francesca.

Maurizio Carità

Maurizio Carità

Maurizio Carità (1961-2019), noto solo agli “addetti ai lavori” è stato un traduttore di racconti e romanzi di Fantascienza, prima per Mondadori, poi per Fanucci Editore.

È stato lui a far riemergere Vanni Mongini dal limbo della memoria, organizzando, nel 1998, un incontro denominato Alienazioni, in cui erano presenti anche Vittorio Curtoni e Gianni Montanari e non ultimo Sergio Fanucci, subentrato al padre, che aveva stampato i primi due libri de “La Storia del Cinema di Fantascienza” di Mongini, venuto apposta per rinnovare la richiesta di estendere quella “Storia” fino al 1999/2000.

In tanti anni di amicizia fra Maurizio e Vanni, quest’ultimo, non ha mai smesso di dire che il ‘colpevole’ di tutto era stato proprio lui, ma ne era felicissimo. Vanni e Maurizio stavano compilando un vero e proprio catalogo di film di fantascienza, su internet, quando, per una grave malattia, Maurizio ha dovuto desistere dal continuare quel mastodontico lavoro.

Ovviamente i Premi Vegetti e Carità in formato normale sono rimandati a data da destinarsi, tuttavia i vincitori del Premio M.Carità sono stati decretati e il loro premio (in vil denaro!!!) è già stato corrisposto e credo che in questo periodo faccia comodo a tutti loro.

Abbiamo pensato di presentarveli, comprese le loro illustrazioni vincenti, in una intervista, per sapere da loro, direttamente, cosa ha comportato questo giusto riconoscimento.

I vincitori, sono: Luca Oleastri, Roberta Guardascione e Alexa Cesaroni, rispettivamente primo, secondo e terzo classificato.

MATITE, PASTELLI A CERA, ACQUERELLI… QUALE È STATO IL TUO PRIMO APPROCCIO CON IL DISEGNO?

Premio Carità: Luca Oleastri

Luca Oleastri

Oleastri: Mi sono diplomato geometra. Il mio talento artistico è “spontaneo”, infatti non ho avuto alcuna istruzione formale di carattere artistico. Sono totalmente autodidatta, sia come artista che nella mia intera vita professionale.

Diventare un illustratore di genere è stato uno dei miei sogni fin da quando ero giovane. Sono un avido lettore di fantascienza. La maggior parte dei libri di fantascienza che riempiono gli scaffali della mia libreria di casa sono stati acquistati per la loro copertina. Sono anche un collezionista di gadget legati alla fantascienza e libri di illustrazione fantasy e fantascientifici (ho quasi ogni libro illustrato che è stato pubblicato, in tutto il mondo), e nel corso degli anni ho speso un sacco di tempo a studiarli ed ammirare il lavoro degli illustratori di genere.

Siccome non ho alcuna abilità nel disegno a mano libera, mi sono avvicinato alla grafica computerizzata fin da subito. Principalmente per le mie opere utilizzo programmi 3D e Photoshop.

Roberta Guardascione

Roberta Guardascione

Guardascione: Il disegno è così parte integrante del mio essere che non me lo ricordo il mio primo approccio. Immagino siano state le penne a sfera che mio padre teneva sulla sua scrivania, con cui ho cominciato ad imbrattare tutti i fogli di carta che avevo a disposizione. Ogni strumento che mi hai elencato è  arrivato in maniera naturale, anche perchè in casa si sono accorti presto della mia dote, e quindi in poco tempo ho avuto a disposizione tutto l’equipaggiamento dell’artista con cui imbrattare superfici. Da allora non ho più smesso, e questa è la benedizione, e allo stesso tempo la condanna, della mia vita.

Premio Carità: Alexa Cesaroni

Alexa Cesaroni

Cesaroni: Il mio primo approccio al disegno è stato con matite di grafite e matite colorate. Nel tempo, avendo anche frequentato l’istituto d’arte, ho ampliato molto l’uso di altre tecniche come la china, il pastello, la tempera, fino ad arrivare alla pittura ad olio studiando da autodidatta.

SEI STATO/A ISPIRATO/A DA QUALCHE ALTRO DISEGNATORE/ILLUSTRATORE PER IL TUO LAVORO?

Oleastri: Per quello che riguarda il mio stile, anche se utilizzo tecnologie “moderne” per realizzarle, sono estremamente influenzato da grandi illustratori di fantascienza e fantasy degli anni ’80 come Chris Foss, Peter Elson, Syd Mead, Angus McKie, Chris Moore, Jim Burns e Fred Gambino, i quali hanno dettato uno standard estetico che dura fino ad oggi, non solo per quello che riguarda l’estetica fantascientifica, ma anche del design degli oggetti e delle tecnologie moderne.

Tutto sommato si può dire che ho uno stile “vintage anni ’80” seppure mediato con l’estetica di genere contemporanea, uno stile è ancora assai apprezzato nel settore e che in un certo senso mi distingue dai miei colleghi.

Premio Maurizio carità: Orange Empire - Primo Classificato

Luca Oleastri Orange Empire – Primo Classificato

Guardascione: Moltissime sono le influenze di altri disegnatori, è basilare confrontarsi con il lavoro dei propri colleghi e dei maestri immortali. Lo stimolo iniziale è proprio essere rapiti dalle opere d’arte. Credo di aver deciso di voler fare l’illustratrice nel momento in cui ho sfogliato Fate, un saggio visionario sui miti nordici scritto e illustrato dal formidabile duo Alan Lee/Brian Froud. Ricordo anche lo shock visivo che provai leggendo uno dei primi numeri di Dylan Dog, Alfa e Omega, disegnato dal grande Corrado Roi, roba forte per gli occhi di una bimba di otto anni. Avendo in casa molti libri di mio padre ho avuto anche modo di sgranare gli occhi sulle splendide incisioni di Gustave Dorè, che mi è talmente entrato nel sangue da dedicargli la mia tesi di laurea. Sempre sfogliando i volumi di casa entrai nei mondi disegnati di Dulac, Philippe Druillet, Meobius. Volumi illustrati e fumetti non mi sono mai mancati, quindi oltre a studiare gli artisti della storia dell’arte ufficiale, studiavo anche Crepax, Pratt, Dino Battaglia e Sergio Toppi. Giménez, Karel Thole. Trovo molto affascinante anche Kupka, astrattista contemporaneo al più noto Kandinsky, il cui lavoro è un viaggio della scomposizione delle forme, fino ad arrivare alla disgregazione totale del figurato, un processo liberatorio e che racchiude il senso della ricerca del famoso”segno” espressivo che noi artisti abbiamo l’esigenza di esprimere.

Cesaroni: Da quando ho iniziato ad illustrare storie fantastiche, da circa 13 anni, l’ho fatto senza conoscere il panorama degli illustratori italiani o stranieri, quindi senza una particolare influenza. Poi ho avuto modo di documentarmi e apprezzare il lavoro di grande esperienza e impatto dei due illustratori italiani che sono stati anche due dei giurati nel Premio Maurizio Carità. Parlo di Giuseppe Festino e Maurizio Manzieri. Di Festino apprezzo la resa del colore e lo stile “pittorico” delle sue realizzazioni. Di Manzieri ammiro soprattutto la resa e la caratterizzazione dei personaggi.
Che il mio lavoro sia stato analizzato da entrambi e premiato è motivo di grande soddisfazione.

SEI UNO/A DEI TRE VINCITORI DEL PREMIO ‘MAURIZIO CARITÀ PER L’ILLU-STRAZIONE. QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI?

Oleastri: Sono estremamente felice di aver vinto questo importante premio, il primo che mi è stato assegnato in Italia, perché fino ad oggi non sono stato un profeta in patria.
Nel campo del fantastico, in Italia vi sono ottimi artisti, spesso sottoutilizzati perché se la fantascienza letteraria è un mercato assai ristretto dove gli investimenti sono miseri, il fantasy, pur godendo di una situazione migliore, è poi sempre un mercato abbastanza ristretto sul quale la maggior parte degli illustratori si buttano (quindi un sacco di concorrenza di ottimo livello) per via della maggiore popolarità del fantasy rispetto alla fantascienza.

Il risultato è che lavorano in Italia continuativamente e professionalmente in pochissimi (nel campo della fantascienza solo uno in realtà) portando a casa di che vivere e gli altri fanno lavori in maniera assai sporadica, spesso neppure pagati.

Per fortuna mia e di altri colleghi italiani molto più illustri di me, internet ci da accesso ad un mercato enorme, che è quello globale, il quale apprezza anche il nostro stile più europeo e quindi più originale.

Certo bisogna sbattersi di più nel marketing personale e nelle relazioni, ma è ciò che richiede la modernità del mercato globale, e non è spiacevole se lo si sa fare. Anzi il contrario.

Guardascione: Quando mi è stata comunicata la notizia ne sono stata felicissima, partecipare a questo tipo di competizioni è una sorta di riconoscimento del proprio lavoro, significa che la comunità fantascientifica si è accorta di questa illustratrice che ama lo sci fi e che cerca un proprio linguaggio per realizzarlo, e che si ribella con un po’ di impertinenza ai dettami dell’iconografia corrente che la fa da padrona.

Premio Maurizio Carità: Caligine Mortale Secondo Classificato

Roberta Guardascione Caligine Mortale Secondo Classificato

Cesaroni: Questo 3° premio è per me il primo riconoscimento nell’ambito dell’illustrazione di genere fantastico e ne sono molto felice.

I TUOI LAVORI SONO REALIZZATI A MANO O A COMPUTER? QUALE È LA TUA TECNICA MIGLIORE?

Oleastri: Come ho detto, principalmente per le mie opere utilizzo programmi 3D e Photoshop e non saprei come farle diversamente. Se dovessi realizzare un opera “a mano” non riuscirei ad andare più in là di una casina in prospettiva da geometra.

Non faccio neppure mai degli schizzi preparatori su carta per i miei lavori, ma parto direttamente da immagini che si formano nella mia mente. Quelli sono i miei schizzi.

Guardascione: Non credo che esista la tecnica migliore per realizzare un’immagine, è sempre una scelta molto personale dell’artista stesso. La tecnica è un gioco che si impara, è sempre importane il flusso elettrico, io lo chiamo così, che collega la testa alla mano. Le illustrazioni degli ultimi libri che ho fatto sono realizzate con la tavoletta grafica, e quindi con il computer. Tuttavia cerco sempre di usarla con genuinità, senza trucchetti del programma o troppi effetti speciali, quello a cui sono interessata è sempre la spontaneità del gesto, del segno, che posso ottenere sia con la Pen della cintiq che con un pezzo di carbone sull’asfalto ruvido.

Cesaroni: Per la maggior parte sono realizzati al computer, soprattutto per le rifiniture finali, ma a volte mi capita di realizzare a mano delle parti per poi assemblarle nel tutto. Non saprei dire quale dei due approcci sia il migliore, probabilmente la sintesi di entrambi.

Premio Maurizio carità Il tempo è come un fiume - Terzo Classificato

Alexa Cesaroni Il tempo è come un fiume – Terzo Classificato

HAI UN’OPERA CHE TI IDENTIFICA O A CUI SEI PARTICOLARMENTE LEGATO/A?

Oleastri: No, non in particolare. Io sono iperproduttivo e a tutt’oggi avrò prodotto forse 3/4000 illustrazioni o tavole negli ultimi dieci anni. Ovviamente non tutte le ciambelle hanno il buco e alcune sono molto più buone di altre, ma quali siano non saprei.

Guardascione: Ogni lavoro ha il suo significato particolare, perché ognuno rappresenta un importante momento di crescita professionale ed artistica. Molto importane è stato realizzare “I racconti del sangue e dell’acqua”, di Daniele Picciuti (edito da Nero press), che ha sancito la mia propensione alle atmosfere horror, e il fumetto “Lunaris”, che invece ha avuto un bel riconoscimento con il “Premio Cometa”, e che mi ha temprata per l’ambiente fantascientifico. L’incontro con Giovanni Mongini, poi, ha dato vita ad altre meraviglie a cui sono particolarmente legata, e cioè i tre romanzi che ho illustrato per lui, uno dei quali è proprio Caligine Mortale, la cui copertina si è aggiudicata il secondo posto del citato premio Carità. Inoltre in Mongini ho trovato un mentore, che mi ha presa sotto la sua ala quasi come un padre, lo ringrazierò sempre. Devo dire, però, che l’ultimo progetto a cui sto lavorando sta pizzicando molte corde interiori, generando una moltitudine di idee sperimentali. Si tratta delle illustrazioni per la Graphic Novel cyberpunk dell’eclettico scrittore Mario Gazzola, che ho avuto la fortuna di conoscere proprio grazie alla World Sf Italia.

Cesaroni: Tra le tante realizzate credo che quella a cui sono particolarmente legata è “Orologio veneziano” una illustrazione interna per l’antologia di fantascienza matematica “L’orizzonte di Riemann” (Edizioni Della Vigna), più specificamente tratta dall’omonimo racconto di Veronika Santo.
Rappresenta il mio modo di illustrare una storia, o parte di essa. Se la storia narrata scorre tra le parole, l’immagine la deve catturare, quasi cristallizzare. Così la simultanea presenza di più elementi, le sovrapposizioni fisiche e temporali, mi permettono di fondere il prima e il dopo nella stessa immagine.

COME HAI AFFRONTATO IL TEMA FANTASTICO/FANTASCIENTIFICO?

Oleastri: A me piace l’estetica fantascientifica in maniera radicale fin da piccolo. Amo il design fantascientifico in maniera totale, sia quello “vintage” che quello contemporaneo e nonostante sia stato anche un lettore assiduo del genere (negli ultimi anni ho diradato le letture) quello che veramente soddisfa il mio gusto estetico e mi fa godere è l’immaginario visivo della fantascienza.

Ho sempre immaginato scene simili a quelle che ora produco come illustratore, ma non sapendo disegnare non potevo mostrarle ad altri. Per molti anni ho realizzato modellini e diorama delle cose che immaginavo – visto che ho una certa capacità manuale – ma con il tempo questa forma di creatività mi parve limitata, anche se potevo filmare e “rendere reali” le mie creazioni.

Quando scoprii la grafica 3D al computer, la trovai il mezzo adatto per esprimermi. Finalmente potevo far materializzare tutte le astronavi, gli alieni, le tecnologie e i mondi come volevo e farli fruire agli altri.

Ogni tanto spazio volentieri nel fantasy e nell’horror, se ho suggestioni in merito o se mi viene commissionato, ma il mio piatto forte è decisamente la fantascienza.

Guardascione: Visto che sono radicata nel settore, essendo un’operatrice del fantastico, credo di aver affrontato il genere nella maniera più spontanea e naturale possibile. Per riuscire a dar vita a visioni che nella grigia realtà non esistono, bisogna guardare quest’ultima con la leggerezza del bambino che scopre le cose, ma allo stesso tempo anche con la crudeltà del demiurgo che crea e distrugge, per poi creare di nuovo.

Cesaroni: Affrontare queste tematiche come pittore/illustratore è stato per me graduale.
A parte il bagaglio di films e serie con il quale siamo cresciuti un po’ tutti, soprattutto tra gli anni ’70-’80 per quanto mi riguarda, ho scoperto la narrativa fantastica quando ho iniziato a realizzare le prime illustrazioni. Inizialmente per sfida, visto la tematica completamente diversa da ciò su cui mi ero cimentata in precedenza, poi ho iniziato ad appassionarmi al tema. Inoltre c’è la mia passione per la mitologia, greca soprattutto, che mi accompagna da sempre. L’idea che la fantascienza sia la naturale evoluzione della mitologia non è certo una mia scoperta, ma mi affascina e in qualche modo è sempre presente nei miei lavori, sia di illustrazione che di pittura.

PER ILLUSTRARE LE COPERTINE COME TI COMPORTI?

Oleastri: La mia ispirazione, soprattutto quando realizzo opere senza committenza, paradossalmente non è ragionata, ma casuale. Mi viene in mente una mezza idea ed inizio a fare ricerca iconografica, poi magari vedo una cosa realizzata da qualcuno che mi esalta e mi dico “voglio assolutamente fare una cosa simile, anzi, quasi uguale!”, inizio a lavorarci su, ed inevitabilmente il lavoro prende una piega diversa, a volte esattamente contraria alla mia fonte di ispirazione iniziale. In realtà è quando sono “sul pezzo” che sfrutto veramente la mia creatività. Come direbbe Brian Eno, uso le “strategie oblique”.

Guardascione: La base essenziale è leggere il testo a cui è destinata la copertina. Mi piace addentrarmi nella storia, nelle atmosfere e nello stile, cercando di trovare una sintesi di tutte le componenti e creare un’immagine abbastanza efficace da rendere il libro in un certo senso ammiccante per il lettore… la copertina sarà il volto “fisico” del libro, quindi avrà l’arduo compito di ammaliare il lettore. È una grande responsabilità da non sottovalutare.

Nel caso di Caligine Mortale, la genesi è stata più antica, visto che il libro nasce, da un soggetto di Vanni Mongini, inizialmente come racconto di Emanuela Valentini, poi sviluppato in romanzo da Mongini stesso. L’immagine è nata in quel frangente, e data la sua efficacia l’abbiamo rieditata e adattata al romanzo. Credo che abbia avuto tanto successo proprio perché rappresenta il lato oscuro della fantascienza, con sfumature horror, che rendono riconoscibile il mio stile.

Cesaroni: Solitamente, dopo aver ascoltato le esigenze dell’editore e dell’autore, mi piace leggere le storie di cui realizzo una o più illustrazioni. A volte c’è la richiesta di concentrarmi su cose peculiari della storia, altre ho completa libertà. Il lavoro finale è una sinergia che credo sia importante affinché l’illustrazione, soprattutto se è una copertina, sia la giusta “presentazione” del libro.

CREDI CHE LE PUBBLICAZIONI IN CARTACEO SARANNO SORPASSATE DA EBOOK?

Oleastri: No, perlomeno non nei prossimi dieci anni, ma è probabile che prima o poi lo faranno, vedremo come andrà a finire.

L’editoria digitale non è solo in formato e-book, ma anche cartacea (considerando la stampa digitale). La piattaforma Amazon, che è il principale operatore in questo settore, dà la possibilità a chiunque di auto-pubblicarsi e vendere le proprie opere sia stampate che in formato e-book senza alcun costo. Sta ai lettori scegliere il formato in cui preferiscono leggere. Entrambi i formati conviveranno fino a che qualcuno li acquisterà.

Guardascione: Non solo lo credo, ma me lo auguro. L’industria dell’editoria è tra le principali cause del disboscamento, non dimentichiamolo. Amo molto i libri cartacei, infatti ho dedicato la mia carriera a loro… ma il problema ecologico si fa sempre più pressante, e se non dovessero stampare più volumi cartacei quelli esistenti acquisterebbero valore, diventerebbero delle rarità da custodire con il rispetto che spesso non hanno. Sapete quanti libri finiscono al macero?

Cesaroni: Penso proprio di no. Sono due modi diversi di fruizione, ognuna con i suoi pro e contro, ma il fascino del fruscio delle pagine, scritte e illustrate, non credo sarà soppiantato dal digitale.

I TUOI PROGETTI FUTURI?

Oleastri: Oltre a continuare la collaborazione con lo scrittore Giorgio Sangiorgi in Edizioni Scudo sto lavorando (anche assieme a Giorgio) a diversi progetti che riguardano i Giochi di Ruolo – quelli su carta alla D&D per intenderci.

Ho anche iniziato a collaborare professionalmente con Paola Giari, giovane illustratrice di talento con la quale ho aperto Rotwang Studio e assieme produciamo illustrazioni su commissione che finiscono tutte sul mercato USA.

Anche se certo non mi dispiace essere assai conosciuto professionalmente all’estero, come ho detto il mio sogno nel cassetto è di essere profeta in patria come illustratore di genere, ma il mercato ristrettissimo, la penuria economica, i clientelismi, i lavori fatti gratis dal cugino di turno “perché è molto bravo” e le piccole e pluridecennali favoritismi locali del settore editoriale della fantascienza e del fantastico non me lo permetteranno mai se non sporadicamente.

Peccato ma pazienza.

Guardascione: Come ho già detto sto lavorando alle illustrazioni di “Situation Tragedy”, un racconto estrapolato da una precedente pubblicazione di Mario Gazzola, “Crepe nella realtà”, edito da Alea, e colgo l’occasione per ricordare agli amici editori che siamo ancora sulla piazza, quindi saremmo ben lieti di ricevere qualche proposta.

Sempre con Gazzola sono stata coinvolta in una nascente community multimediale, Brain One Production, che raduna artisti di ogni tipo con lo scopo di creare sinergie e collaborazioni per progetti artistici. Ho anche molte proposte di copertine, tra cui un romanzo di Giovanni Mongini al quale sta ancora lavorando. Grazie mille per l’attenzione, e per la bella chiacchierata.

Cesaroni: Continua la collaborazione con le Edizioni Della Vigna, in nuove “avventure fantastiche”, così come sto lavorando a nuovi progetti pittorici. Un progetto in collaborazione con una galleria di Roma e un uno in collaborazione con altri colleghi artisti a tema zodiacale e tarologico, ora in fase realizzativa e nel 2021 speriamo di esporlo al pubblico.

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Manuela Menci
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Manuela Menci è nata a Firenze il 22 aprile 1952 e ha continuamente collaborato alle ricerche per i saggi del marito Giovanni Mongini. Con La Fantascienza su Internet, si è impegnata in prima persona nella ricerca dei cortometraggi, serial e film che appaiono nel volume pubblicato dalle Edizioni Della Vigna: una guida per tutti quegli appassionati di piccole rarità che cinema e TV non riescono a colmare.

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