Presentato “Halo” e finalmente lo abbiamo visto
Presentato Halo, lo abbiamo visto e solo oggi ci sentiamo di poterne parlarne compiutamente ai lettori
Non è colpa di “Halo,” ma l’adattamento della serie TV è stato presentato in anteprima solo il 24 marzo su Paramount Plus dopo un blocco durato anni.
Il titolo arriva sulla scia di una pletora di show TV che sembrano abbastanza simili. Da “The Mandalorian” (Disney Plus), a “Matrix: Resurrections” (HBO Max), a “Foundation” (Apple TV Plus). Esistono già un sacco di film epici di fantascienza ad alto budget che affrontano gli stessi temi di “Halo.”
Lo spettacolo è stato scritto per la TV da Kyle Killen e Steven Kane, e parzialmente prodotto anche da Steven Spielberg per Amblin Television.
Potenziali competitor sono anche le serie “Star Trek” della stessa Paramount.
Quindi, nella vasta galassia di altre opzioni, per quel che riguarda “Halo” la domanda è se questo adattamento potrà non solo attrarre i fan del videogioco originale, ma anche gli spettatori che non conoscono molto dell’universo tentacolare di “Halo.” Non il solo videogioco, ma anche i libri e i fumetti.
In effetti, allo spettatore che non sapesse già del mondo “Halo,” basterebbe non più di mezzo episodio per capire di cosa si tratta.
Nel pilot, l’attenzione iniziale si concentra su Kwan (Yerin Ha), un’adolescente sul polveroso pianeta di Madrigal che si diverte con i suoi amici sognando ad occhi aperti di lasciare un giorno questa roccia.
L’episodio inizia spiegando mirabilmente la posta in gioco (guerra intergalattica) e stabilire le percezioni dei civili per quel che riguarda i soldati governativi “spartans,” mitici, spietati, indistruttibili.
Poi si scatena l’inferno in quel modo che è molto familiare a chi ha già preso in mano un controller per distruggere gli alieni malvagi.
Mentre gli spartans – incluso l’eroe Master Chief (interpretato da Pablo Schreiber) – affrontano i loro misteriosi nemici, il regista Otto Bathurst piomba periodicamente dentro i loro elmetti, dove possono scansionare l’ambiente circostante alla ricerca di armi e dati, bloccare obiettivi nemici e ricevere istruzioni dai superiori. Tra questi, c’è l’ammiraglio Margaret Parangosky (Shabana Azmi) e c’è la scienziata Dottoressa Catherine Halsey (Natascha McElhone).
Questa prospettiva imita quella che i giocatori di “Halo” hanno visto da più di 20 anni indossando le enormi scarpe corazzate di Master Chief ed è una intelligente maniera per portare il videogioco sullo schermo senza perdersi al suo interno.
Al di fuori di questo primo scontro, però, “Halo” fa gli straordinari per ampliare il suo mondo e la sua portata narrativa oltre le basi della battaglia.
In termini di pura grafica, gli alieni creano l’effetto meno convincente della serie, che vanta un budget impressionante, sempre usato con saggezza, con un design di produzione che divide gli effetti planetari, da quelli sulle astronavi. Il che, da solo, consente ad “Halo” di stare al passo con i suoi contemporanei; in particolare “Foundation“, che condivide abbastanza il linguaggio estetico da far venire la voglia di confrontarlo. Tuttavia lo show è già stato rinnovato per una seconda stagione.
Durante l’esplorazione di Madrigal, Master Chief trova una reliquia Covenant che gli parla come nessun altro, gettandolo immediatamente in una spirale auto-riflessiva e lanciando seri campanelli d’allarme.
Nel videogioco, Master Chief è tabula rasa al punto che il suo elmo che oscura la figura rimane saldamente attaccato alla sua armatura per tutto il tempo.
Nel serial televisivo, Schreiber ha molto di più con cui lavorare, soprattutto quando il personaggio inizia a mettere in discussione il suo totale impegno nel prendere ordini e si collega con Kwan per creare un’improbabile coppia di compatrioti a disagio. Ed è qui che ci risulta quasi impossibile non paragonare “Halo” a “The Mandalorian.”
Schreiber è discreto nelle prime uscite della crisi d’identità di Master Chief, sebbene non sia neanche lontanamente carismatico come l’ironico guerriero Pedro Pascal.
Con una caratterizzazione più solida a cui aggrapparsi, è Ha a rubare la scena mentre incarna la sfida e il dolore viscerale di Kwan una volta che tutto ciò che le è caro è irrevocabilmente perduto.
Nei successivi episodi, lo show si tuffa ancora più nei miti della storia, abbandonando le risse per il retroscena di ciò che è stato e sarà, incluso il rivoluzionario clone di Cortana creata dalla Dottoressa Halsey e interpretato da Jen Taylor,
Alla fine, il successo dipenderà da coloro che hanno amato il gioco potranno divertirsi guardando qualcosa che fa tutte le scelte per loro e si impegna a bilanciare le guerre violente con dialoghi inebrianti.
Per realizzare uno show televisivo di successo, Killen e Kane (che non saranno presenti nella stagione 2) semplicemente non hanno avuto altra scelta che dedicare più tempo al personaggio e alla costruzione del mondo.
Sergio Giuffrida
Classe 1957, genovese di nascita, catanese d'origine e milanese d'adozione. Collabora alla nascita della fanzine critica universitaria 'Alternativa' di Giuseppe Caimmi, e successivamente alla rivista WOW. Dai primi anni Novanta al novembre 2021 è stato segretario del SNCCI Gruppo Lombardo. Attualmente è nel board di direzione con Luigi Bona della Fondazione Franco Fossati e del WOW museo del fumetto, dell'illustrazione e del cinema d'animazione.