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L’istinto della caccia

L’istinto della caccia

Il Racconto della Domenica

Pubblicato per la prima volta sul Corriere di Arezzo del 24 dicembre 1995, questo microracconto è stato ristampato in 365 storie cattive, un’antologia a scopo benefico (per la lotta contro l’emiplegia alternante infantile) pubblicata in proprio da Paolo Franchini a Roma nel 2010. La particolarità di questa antologia era di essere composta da 365 raccontini di 365 parole ciascuno… Gli altri racconti non lo so, ma il mio era esattamente di 365 parole, e gli altri erano tutti di una pagina o meno.
Aggiungerei che i 26 anni trascorsi dalla prima pubblicazione non hanno – purtroppo – minimamente scalfito l’attualità di questa “storia nera”.

Pierfrancesco Prosperi

 

L’istinto della caccia è un racconto di Pierfrancesco Prosperi.

Regolò il mirino, cercando una posizione più comoda. Solido e pesante, il fucile aderiva al suo corpo come un’estensione del braccio.

Sorrise rievocando quella scena giù nel Belize. Il faccione del po­liziotto piantato davanti alla porta sbarrata dell’agenzia turistica, quel sorriso irri­dente dietro i baffoni mentre gli sventolava davanti una fotocopia. “Guardi qui, señor: dovrebbe conoscerlo. È un decreto delle Nazioni Unite. ‘A partire dal 1° gennaio 2025 è proibita, in tutto il mondo, la caccia a qualsiasi tipo di sel­vaggina.’ Lo conosceva?”

“Sì”, aveva borbottato.

“E non sapeva che questa agenzia serviva da base per cacce illegali al puma?”

“No, assolutamente. Volevo solo prenotare un’escursione nella giungla.”

Ancora un sorriso. “Certo, un’escursione. Crede che non sappiamo niente dei suoi hobbies, señor? Lei figura su una certa lista… Adesso giri i tacchi e salga sul primo aereo per gli States. E ringrazi il cielo che non possiamo permetterci incidenti diplomatici con voi yankees. Abbiamo troppo bisogno dei vostri maledetti dol­lari…”

Aveva protestato mentre quello lo spin­geva via deciso. “Tanti saluti dai puma del Be­lize, señor.”

Tanti saluti a te, stronzo, ripeté acca­rezzando il calcio del fucile. Vorrei vederti qui adesso, con i tuoi baffoni unti e il tuo sporco sorriso. Pensavi davvero che bastasse un pezzo di carta a togliere il gusto della caccia a chi non può farne senza, a chi si esalta solo inquadrando una preda nel mirino? No, tu non conosci i cacciatori, i veri cacciatori. Basta aver pazienza… cercare, cercare… pagare il necessario… E al diavolo l’ONU!

Poi si irrigidì: la preda era apparsa nel mirino. Si sentì la gola arida, un tic iniziò a fargli vibrare una palpebra. Guardò, trattenendo il respiro. Una bambina, forse otto, dieci anni, con un vestitino nero sdrucito, una brocca per l’acqua in mano.

Prese lentamente la mira, cercando di non tremare. Premette il grilletto; guardò la bimba irrigidirsi, una espressione di orrore sul visino, e sci­volare all’indietro mentre un fiore rosso si allargava sul vesti­tino. Di nuovo si sentì sommergere dall’orgasmo, mentre il rombo dello sparo gli riempiva le orecchie e il mirino vagava all’indietro disegnando un largo arco, e inquadrava un cartello crivellato di colpi, in arabo e in ebraico: BENVENUTI A GAZA.

Pierfrancesco Prosperi
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Nato ad Arezzo nel 1945 è uno scrittore molto prolifico, che si è sempre diviso fra narrativa e fumetti. Esordisce su "Oltre il cielo" nel 1960, specializzandosi prevalentemente in sf e soprattutto nel genere ucronico. Trattò l'argomento dell'omicidio Kennedy in chiave ucronica e fantascientifica, nel romanzo "Seppelliamo re John" (1973), con racconti e con il saggio "La serie maledetta" (1980), dedicato a tutti i 4 presidenti americani assassinati.

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