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INTERCEPTOR: MAD MAX

INTERCEPTOR: MAD MAX

Titolo originale: Mad Max
Anno: 1979
Origine: Australia
Cast: Mel Gibson, Joanne Samuel, Hugh Keas-Byrne, Steve Bisley, Tim Burns, Roger Ward
Musica: Brian May.

Geirge Miller

George Miller

Nel 1971 due australiani, il filmaker dilettante Byron Kennedy e il medico George Miller s’incontrarono a un corso estivo di cinema a Sydney. I due divennero amici e unirono le loro ambizioni cinematografiche, realizzando alcuni documentari rispettivamente come produttore e regista. Entrambi però volevano esordire nel cinema narrativo e nel 1975 Miller cominciò a elaborare un soggetto in cui confluirono due fattori. Il primo nasceva dalla sua esperienza come giovane cresciuto nel Queensland e poi come medico. Nella sua regione nativa era diffusa una passione per i motori assurta a modello di vita culturale.  Alta velocità, motori truccati, disprezzo per le regole automobilistiche e per i poliziotti demandati a difenderle, erano causa di condotte di vita sregolate ma anche di incidenti talvolta mortali. Come medico poi curò molti pazienti feriti in incidenti automobilistici nati da una simile mentalità,  al punto da fargli dire: “L’America ha la cultura delle armi, noi abbiamo la cultura delle auto.” Il secondo fattore fu la crisi petrolifera del 1973. Le lunghe file alle pompe di benzina causate dall’improvvisa penuria di benzina talvolta sfociavano in risse. Questo diede a Miller l’idea di cosa sia capace la gente pur di garantire la propria mobilità in auto. Così Miller e Kennedy, insieme allo sceneggiatore James MacAusland, scrissero il copione di Mad Max.

ATTENZIONE SPOILER

Auto di Mad Max

Mad Max l’automobile

In un prossimo futuro le strade australiane sono devastate da uno scoppio di violenza criminale causato soprattutto da bande di motociclisti. Fronteggiarle tocca alla Main Force Patrol, una forza di polizia che si sposta su speciali automobili blindate, mosse da motori potenziati. Max Rockatansky (Mel Gibson) e il suo partner Jim Goose (Steve Bisley) fanno al meglio il loro dovere. I loro principali avversari sono i membri della banda Nightrider, guidata dal sadico e istrionico Toecutter (Hugh Keas-Byrne). Max è sempre più provato dalla durezza del suo lavoro e medita di lasciarlo per poter stare più vicino alla moglie Jessie (Joanne Samuel) e al figlioletto. Ma i Nightrider uccidono prima Goose e poi la famiglia di Max, e questo trasformerà Max in un implacabile vendicatore…

Byron Kennedy e George Miller stesero un pamphlet di 40 pagine, e lo mostrarono ai possibili finanziatori. Capirono ben presto che questi erano interessati, più che ai contenuti del film, alle garanzie di vendibilità e di resa economica che questo poteva offrire. Decisivo fu comunque il contributo di Graham Burke, che sostenne il progetto con la Roadshow, la sua casa di produzione. Per raggranellare altri soldi, Miller fece turni notturni straordinari, visitando i pazienti a casa, con Byron Kennedy come autista. I due raccolsero così un’ulteriore casistica di incidenti automobilistici che entrò a far parte del film. Alla fine fu Mad Max il primo film australiano a essere finanziato interamente da privati, senza il minimo contributo statale, ma con un budget di soli 350.000 dollari australiani. Secondo Miller fu questo il principale motivo per cui il film è ambientato in un futuro vicino invece che lontano: scenografie avveniristiche e macchinari mirabolanti erano impraticabili con così pochi soldi.

La scelta del cast fu difficile per lo stesso motivo. All’inizio Miller pensò persino a un attore americano, ma come pagarlo? Così il regista fece dei provini a dei giovani neo-diplomati al National Institute of Dramatic Arts di Kensington e gli ultimi provinati furono Mel Gibson, Steve Bisley e Judy Davis. Miller fu impressionato dal carisma del giovane Mel, e non ebbe dubbi. Steve era suo inseparabile amico e così decise di scritturare anche lui. Judy fu caldeggiata dal direttore del casting, ma Miller non la trovò interessante. In seguito Judy Davis sarebbe diventata una grande star in patria, ma non prese parte a Mad Max.

Anche il reclutamento della banda di motociclisti fu reso complicato dalla penuria economica. Eccezion fatta per tre attori (Keas-Byrne, Ward e Vincent Gil), si tratta di autentici membri di gang motociclistiche, più o meno legali. Non fu difficile spingerli a partecipare al film, ma si dovette chiedergli di guidare le loro moto da Sydney a Melbourne, dove il film sarebbe stato girato: la produzione non poteva pagare il trasporto per via aerea.

Il grosso del film fu girato fra novembre e dicembre 1977 a Melbourne e dintorni. L’attrice che interpretava Jessie si ruppe una gamba e fu sostituita da Joanne Samuel, allungando i tempi di ripresa e costringendo la troupe a rigirare alcune scene. Nel maggio 1978 la troupe si riunì di nuovo per filmare una parte degli scontri automobilistici che costellano il finale. Miller girò molte sequenze d’azione per le strade senza avere il necessario permesso, sfruttando momenti di scarso traffico, e incaricandosi quasi personalmente di ripulire i detriti lasciati dai mezzi sfasciati nelle riprese. Quando la polizia locale scoprì la cosa, invece di opporsi si mise ad aiutare la produzione chiudendo le strade al traffico e offrendo mezzi e personale. La post-produzione fu altrettanto avventurosa della produzione. Miller, Kennedy e i loro collaboratori montarono il film nell’appartamento di un amico del produttore, usando un apparecchio che il padre di questi, un ingegnere, aveva inventato apposta per la bisogna.

Miller riconobbe che l’apporto dei cascatori fu fondamentale per la riuscita delle scene d’azione. In effetti si rimane impressionati dal realismo con cui i motociclisti investiti cadono dopo impatti apparentemente molto violenti. Miller disse che questo risultato fu dovuto al meticoloso lavoro di preparazione, all’attenta disposizione delle macchine da presa, e alla grande professionalità e capacità atletica degli stuntmen, abili tanto come motociclisti quanto come acrobati e uomini di cinema, capaci cioè di capire le esigenze tecniche di un film.

Il risultato finale è un film che combina vari generi, la fantascienza distopica, il western, il poliziesco, il bike-movie, collocandolo in un contesto che vuole però essere calato nella cultura e nella realtà australiane, per quanto esasperate dall’ambientazione futuribile. Al suo primo vero film, Miller rivela comunque una grande carica spettacolare e una potente forza drammatica. Benchè abbia fama di film violento, Interceptor ha poche scene di violenza diretta, quasi sempre la morte è solo suggerita, ma rimane come una minaccia costante, resa vivida dalla velocità delle auto, dal loro aspetto aggressivo, dalla forza dei loro impatti, oltre che dagli atteggiamenti psicotici di Toecutter e dei suoi accoliti. E Miller gioca abilmente con inquadrature taglienti, giocate sul contrasto fra primi piani irruenti e gli sfondi vasti e inquietanti del deserto australiano. Mel Gibson è un attore forse ancora acerbo, più a suo agio nelle scene d’azione che in quelle psicologiche e intimiste, ma non c’è dubbio che il suo carisma riempia lo schermo dall’inizio alla fine: parafrasando Totò, se divi si nasce, lui lo era già nato.

Bryan May australiano

Bryan May

Il film fu il più grande successo del cinema australiano fino allora, almeno in patria e in America. In Europa non ebbe altrettanta fortuna, nonostante abbia goduto di una distribuzione capillare. In Italia, uscito con il titolo Interceptor nel gennaio 1980, fu tolto quasi subito dalla programmazione. I ricavi complessivi furono comunque tali da far sì che oggi il film sia ricordato come uno dei più fortunati della storia nel rapporto costi- ricavi.

Alcune curiosità di doppiaggio. L’edizione americana del film fu completamente ridoppiata perché Roger Corman, il suo distributore, trovò che la parlata australiana fosse incomprensibile per il pubblico americano. Nell’edizione italiana Toecutter (letteralmente “Tagliatore di Dita dei Piedi”) fu ribattezzato Theo Kotter, e stranamente nel corso del film viene sempre chiamato così, completo di nome e cognome.

Un’ultima precisazione. Brian May, l’autore del commento musicale, è un compositore e direttore d’orchestra australiano, e non va confuso con l’omonimo chitarrista dei Queen.

Il film diede il via a ben tre seguiti, i primi due dei quali interpretati ancora da Mel Gibson, che lo consacrarono star mondiale nel corso degli anni Ottanta.

locandina Interceptor

Mario Luca Moretti
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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

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