L’UTOPIA DEL MIGRANTE SPAZIALE – CENTO PAROLE
Classe 1964, è toscano di Lucca trapiantato in Veneto. Cresciuto a fumetti e libri di fantascienza, dopo trent’anni di aeronautica militare ora si diletta a scrivere di storie possibili basate nel futuro e nell’antico passato, divertendosi a citare opere conosciute e teorie scientifiche varie. Ha pubblicato la trilogia in cofanetto “Le mie cronache aliene“, una saga di fantascienza. “Ho altri due libri in cantiere… poi si vedrà.”
L’utopia del migrante spaziale
A Giuseppe Lippi
Lei non aveva paura, nonostante i viaggi spaziali fossero ormai la norma, molti tremavano al solo pensiero di entrare in una specie di bara.
Lei no, solo le dispiaceva di non vedere gli astri, chiusa nella culla di biostasi; però poteva immaginare, e niente le avrebbe tolto la fantasia del viaggio tra le stelle.
Avrebbe visto un nuovo mondo dove vivere coi suoi genitori, lei, una bambina di nove anni che non aveva paura, nemmeno quando il coperchio trasparente si chiuse sibilando, isolandola dal resto dell’universo, e facendole iniziare un meraviglioso inconsapevole viaggio.
Rebecca si addormentò sorridendo.
Questo racconto è World © di Paolo Micheloni. All rights reserved.
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Tea C. Blanc
È comasca. Vive un po' a Como, un po' in Svizzera. Collabora ad alcune riviste, sia cartacee che digitali. Ha pubblicato un racconto di genere fantastico con Edizioni Dell’Angelo; il romanzo dagli spunti fantascientifici “Mondotempo” (Watson Edizioni, collana Andromeda). Ha partecipato a varie antologie di autori vari con racconti o saggi. Finalista a vari premi, tra cui Premio Urania nel 2024.
Ringrazio la rivista e gli amministratori per la pubblicazione del mio drabble.
Molto, molto tenero. Mi piace.