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ATRAGON (TERZA E ULTIMA PUNTATA)

ATRAGON (TERZA E ULTIMA PUNTATA)

In Atragon l’effetto visivo della scena, combinato con la colonna sonora di Ifukube, crea un insieme che ancor oggi è imbattuto nelle realizzazioni fantastiche giapponesi.

Manifesto tedesco di Atragon

Manifesto tedesco di Atragon

Nella pellicola i matte painting sono  stati usati limitatamente con un effetto, a volte ottimo,  a volte imbarazzante. L’uso più inusuale di questa tecnica è quando gli uomini di Shinguji usano il raggio refrigerante attaccando i soldati di Mu: non appena il gas congelante tocca le sue vittime, l’attore si immobilizza e la scena si dissolve in un matte painting del colpito, completamente congelato.

Un buon matte painting mostra la prua perforante dell’Atragon distruggere un muro della sala generatori dell’Impero Mu. Il painting è combinato con la live action in cui si vede il gruppo da sbarco di Shingugji entrare in azione. Il painting ha una buona  prospettiva, la linea di separazione fra painting e live action è ben dissimulata, i colori di entrambi gli elementi sono uniformi.

Purtroppo la scena che doveva essere il culmine dell’azione, l’attacco finale all’Impero di Mu, non è soddisfacente.

Altro poster di Atragon

Altro poster di Atragon

L’Atragon fa una grande entrata irrompendo attraverso un muro; questo effetto fu realizzato, molto semplicemente, spingendo a mano il modello dell’Atragon contro un muro del set in miniatura. Comunque l’interno della sala dei generatori risulta piatto allo spettatore. La scena fu filmata a velocità normale e questo potrebbe essere la causa della completa mancanza di realismo.

Il muro di fiamme e fumo che scaturisce dall’esplosione del generatore fu creato usando una tecnica semplice ma efficace. La scena fu girata in una piccola vasca d’acqua e la cinepresa assicurata da un lato all’esterno della vasca, al di sotto del livello  dell’acqua, mentre un fondale  color cielo fu posto dall’altro lato, di fronte alla cinepresa. Nell’acqua furono versati vernici e composti chimici che formarono l’effetto nuvola.

Con una sceneggiatura curata, un buon cast e un gruppo di tecnici, Atragon è stata una realizzazione sfortunata e questa sfortuna va ricercata, principalmente, nel desiderio della produzione di creare un qualche cosa in fretta. La fotografia dei matte painting, sempre una preoccupazione per la Toho, risulta in alcuni casi molto al di sotto dei suoi standard.

“Atoragon” è come si legge in giapponese.

Il Cannone Zero dell’Atragon che spara la strana sostanza spray attraverso la prua perforante risulta totalmente irreale e fasulla. La Toho, per il Cannone Zero, aveva pensato di utilizzare sequenze animate, ma il tempo di realizzazione troppo lungo ne aveva causato l’eliminazione.

Comunque uno dei più grossi difetti fu quello di utilizzare riprese a velocità normale per alcune inquadrature con miniature, specialmente in quelle del bacino. Dopo aver realizzato grandi piani e costruito elaboratissimi e dettagliatissimi modellini, l’illusione di dimensione e profondità di scena si perdono totalmente.

Riprese ad alta velocità richiedono una grande quantità di luce e questo genera un aumento di temperatura sui set. Questo problema a volte è insormontabile. In alcune produzioni si è costretti a riprendere a velocità normali, ad esempio in quei film dove gli attori sono all’interno di pesantissimi costumi da mostro, ma per Atragon questo problema era inesistente. La penosa conseguenza di utilizzare velocità di ripresa normali si vede chiaramente illustrata nella fuga di Atragon dal bacino distrutto. Quando la nave si libera le miniature delle macerie che lo ricoprono si muovono e cadono troppo rapidamente e senza naturalezza, perdendo così ogni possibilità di realismo e credibilità.

I progetti e i disegni dei set per Atragon furono molto semplici, rispetto agli standard dei film di produzione giapponese, giusto alcuni semplici disegni adeguati al loro scopo. Il set più grosso della produzione fu quello della scena  del balletto cerimoniale nella sala del tempio di Mu. Questo set fu costruito  all’interno del Toho Soundstage 11, all’epoca il più grosso della Toho e del Giappone. Un elaborato fondale, che misurava dieci metri  d’altezza e quaranta metri di lunghezza, fu eretto per la lunga ripresa dell’imperatrice e della sua corte mentre si svolge il rituale Mu. La corte reale fu posta su una piccola piattaforma con i balconi completamente dipinti in prospettiva sullo sfondo. La sala fu riempita con seicento danzatori che furono coreografati per realizzare la scena del cerimoniale al Dio Manda.

Tra i vari dispositivi utilizzati in Atragon, il più unico è l’autorespiratore utilizzato dagli agenti dell’impero di Mu. Fu costruito al costo di 70,000 yen cadauno, con un costo addizionale di 100,000 yen per il concept art (disegni di progettazione). Furono costruiti 30 respiratori e ogni unità era completamente funzionante per l’utilizzo subacqueo
In totale furono spesi  poco più di sessanta milioni di yen per la costruzione di miniature, dispositivi e set speciali. Considerando le dimensioni della produzione questo budget fu estremamente basso, rispetto a film similari dello stesso periodo

Poster di Matango

Matango

L’entusiasmo della Toho per questa produzione era elevatissimo e lo si poté constatare dall’elaborata campagna pubblicitaria montata dallo studio. Per Atragon fu realizzato il doppio del materiale pubblicitario rispetto alle altre cinque pellicole realizzate nello stesso periodo.

Atragon faceva parte di un gruppo di sei pellicole della Toho, da distribuire nel periodo delle vacanze natalizie (del gruppo un altro titolo di Sf era Matango).

Il materiale di promozione includeva sette differenti poster, un press book (materiale per i giornalisti), foto, bandiere, lanterne Atragon, fumetti, numeri speciali del Toho Shinbun (una rivista realizzata dalla Toho per tutti gli appassionati del genere), fiammiferi e così via.

Il film fu pubblicizzato come un gigantesco spettacolo e il poster diceva: “Un tremendo pericolo da un misterioso impero sottomarino! Oltrepassando le aspettative di tutto il mondo, l’invincibile nave da guerra è nuovamente salpata!”. Altri poster annunciavano: “Sconfiggendo un mostro gigantesco, l’invincibile nave da guerra attacca sott’acqua! Essa mira all’impero sommerso!”.

Il trailer preparato per il film fu velocemente montato e proiettato. Consisteva in rapidi tagli, scene con effetti speciali e sequenze in cui erano presentati tutti i personaggi della pellicola.
Durante i due minuti e dieci secondi del trailer lo spettacolo di Atragon era enfatizzato dalle riprese del terremoto di Tokyo, la distruzione della baia di Tokyo, le migliori riprese di Manda che attacca l’Atragon e l’attacco di Shinguji alla camera generatori dell’impero Mu.
La potenza dell’Atragon è mostrata con scene in cui la nave vola, perfora la terra e si sposta velocemente sulla superficie dell’acqua. La grandezza dell’Impero Mu, enfatizzata con una scena della cerimonia nella sala del trono. Il trailer combinava perfettamente tutti quegli elementi che lo spettatore voleva trovare in un film di fantascienza.

Questo per quello che riguarda lo spettatore orientale di quel periodo.

Le musiche del trailer sono tratte da Varan l’invincibile (Varan-Daikaijiu Baran), Il trionfo di King Kong (King Kong Versus Godzilla – King Kong Tai Goijra) e La battaglia spaziale (Battle In Outher Space –Uchu Daisenso) per aggiungere sensazionalità. Questo perché le musiche di Ifukube non erano ancora state registrate al momento della realizzazione  del trailer.
Il trailer fu realizzato da Okinawa Kajita che fu anche il regista di alcuni episodi della serie televisiva Ultra Q, prodotta da Tsuburaya.

La settimana prima che la pellicola venisse distribuita, un annuncio fu trasmesso nei locali che avrebbero dovuto proiettare Atragon:

Signori e signore, vi ringraziamo per avere scelto questo locale. Ora vi informiamo su Kaitei Gunkam (Atragon), il prossimo film a colori che verrà programmato il 22 della prossima settimana. Diretto da Inoshiro Honda, effetti speciali di Eiji Tsuburaya, questa realizzazione è uno spettacolo incredibile dove scienza e spirito avventuroso sono perfettamente uniti. Vedrete battaglie tra una nave nucleare che può volare nel cielo, percorrere le vie della terra, navigare  sul mare e sotto. Incontreremo un impero sottomarino che tenterà di conquistare le terre emerse.

Le stars sono Tadao Takashima, Yoko Fujiama, Yu Fujiki, Hiroshi Koizumi.

Uno spettacolo progettato da più di tre anni. La prossima settimana venite con le vostre famiglie e con gli amici. Kaitey Gunkan vi sorprenderà con i suoi effetti speciali.”.

Katei Gunkan fu proiettato per la prima volta in Giappone il 22 Dicembre del 1963 con grosso successo di pubblico e di critica. Rimase in cartellone per più di un mese e fu il campione d’incasso della Toho, nel periodo festivo. Fu realizzata una riedizione nel 1968 in contemporanea all’uscita di Gli eredi di King Kong (Destroy All Monsters – Kaijiu Soshingeki).

Le immagini finali, apocalittiche, diventano inaspettatamente commoventi. Riportano di peso all’insistente parabola di Honda: mentre Mu scompare in una esplosione che sale dalle profondità degli abissi come in uno dei test atomici di Bikini, l’Imperatrice, colpita dalla vista della distruzione della sua terra natia, balza dal ponte di Atragon e nuota nel vortice fumante per morire con la sua gente, lasciando la tragica visione dei suoi capelli rossi che si rimpiccioliscono in un punto minuscolo, mentre si dirige verso l’oblio. È una visione che dà un significato più profondo alla solita “per la grazia di Dio”, nota di molte visioni finali che regolarmente colpiscono le civiltà. Questa ultima immagine, potente nel suo concetto di sconfitta/vittoria, nascita/morte, ci ha accompagnato per ventisette anni fino al ritorno di Honda, come regista di un episodio della pellicola di  Kurosawa, Sogni (Dreams,1990), con i suoi ritornelli ossessionanti e invocazioni di colpevolezza e di estinzione.

Nei anni successivi, Atragon apparve frequentemente nei festival “revival” della Toho a testimoniare la sua popolarità e fu anche uno dei primi film della Toho ad essere realizzato per il mercato dell’home video nel 1982.

Atragon arrivò sulle coste dell’America dopo un breve periodo, come per molti altri film di fantascienza giapponesi partendo dal 1960. L’American International distribuì la pellicola nel 1964 e la intitolò Atragon. Il titolo venne ricavato dal materiale di promozione della Toho (doveva essere Atoragon, che è invece la pronuncia esatta in giapponese), visionato da qualche componente della  AIP.

In Giappone la parola Atragon è una combinazione delle parole “Atlantis” e “Dragon” e nel film si riferisce a Manda come il “Drago di Atlantide”. Se questo era l’intento della Toho la AIP non era della stessa opinione, essi chiamarono il sottomarino Atragon.
Molti fans Giapponesi si sorpresero quando scoprirono che il Gothen-go (il nome giapponese del sommergibile) e non Manda, fosse chiamato Atragon nella versione USA.

Come con gli altri film della Toho distribuiti dall’AIP dal 1960, Atragon beneficiò dell’alta qualità del doppiaggio dei Tira Studios.
Il marchio dell’AIP negli anni Sessanta fu l’abilità di realizzare campagne pubblicitarie notevoli, e il loro lavoro su Atragon non fu un’eccezione. Il poster pubblicitario mostrava il sottomarino che, penetrando il fondale marino, entrava nell’impero Mu ed evidenziava gli uomini di Shinguji combattere con gli agenti Mu.

Dopo il successo di Atragon la Toho si interessò subito a realizzare un altro film similare.
Shigeru Komatsuzaki fu incaricato di sviluppare un progetto da un’idea di Eiji Tsuburaya.
Nell’Ottobre del 1966, Komatsuzaki produsse molte illustrazioni per la sceneggiatura scritta da Shinichi Sekizawa e Yoshinori Wada.

La storia si incentra su di un super sottomarino volante chiamato “Super Noah” che si scontra con i cattivi di turno, i Noo, i quali vogliono conquistare il mondo, tanto per cambiare. Comunque questo progetto non venne mai portato a termine e alcuni elementi della sceneggiatura vennero  utilizzati per la serie televisiva di Tsuburaya, Mighty Jack.

La storia di base venne riesumata tre anni dopo, sempre dalla Toho, e realizzata con modi e idee di qualità inferiore, per realizzare la pellicola conosciuta come Latitudine Zero (Ido Reido – 1968).

Tutto questo mondo cinematografico di Atragon, comunque, rimase quasi completamente sconosciuto; relegato a qualche cineforum o retrospettiva di film di fantascienza in qualche piccola e ormai non più fumosa sala di proiezione.
Nel 2005, in Italia, la Yamato Video edita Atragon. La cosa veramente curiosa è che risulta essere un bonus disc, nel senso che l’edizione in dvd è dedicata al cartone animato Super Atragon. Il disco 2, cioè il bonus, era nientemeno che il film, fra l’altro nell’edizione rimasterizzata alcuni anni prima per l’anniversario degli studi Toho. Un piatto prelibato per l’appassionato di Sf

Bibliografia

  • Parish, James Robert e Michael R. Pitts: The Great Science Fiction Pictures
  • Peter H. Brothers: Clouds and Mushroom Men: The Fantastic Cinema of Ishiro Honda
  • Stuart Galbraith IV, Yukari Fujii e Atsushi Sakahara: Monsters Are Attacking Tokyo!: The Incredible World of Japanese Fantasy Films  
  • Clute, John: Science Fiction: The Illustrated Encyclopedia
  • Giovanni Mongini: Science fiction all movies. Enciclopedia della fantascienza per immagini (Edizioni della Vigna, 2011)
  • August Ragone:  Tsuburaya: Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman and Godzilla
  • Keisuke  Nemoto: No gaka Komatsuzaki Shigeru: Zerosen kara Sandabado made: sono hito to gagyo no subete (Japanese Edition)

Atragon Movie Tadao Takashima

Atragon

Atragon

Titolo originale 海底軍艦, Kaitei gunkan
Produzione Giappone 1963
Durata 96 min
Regia Ishiro Honda
Soggetto Shunrō Oshikawa
Sceneggiatura Shigeru Komatsuzaki
Shinichi Sekizawa
Produttore Tomoyuki Tanaka
Musiche Akira Ifukube

Interpreti e personaggi

Tadao Takashima: Fotografo Susumu Hatanaka
Yōko Fujiyama: Makoto Jinguji
Yu Fujiki: Yoshito Nishibe
Ken Uehara: Ammiraglio Kosumi
Jun Tazaki: Capitano Hachiro Jinguji
Kenji Sahara: Giornalista/Agente Mu
Hiroshi Koizumi: Detective
Yoshifumi Tajima: Tome Amanoshome
Akihiko Hirata: Agente Mu
Eisei Amamoto High:Prete Mu
Tetsuko Kobayashi: Imperatrice Mu
Hisaya Ito: Shindo
Minoru Takada: Ufficiale del governo
Susumu Fujita: Comandante difesa
Ikio Sawamura: Tassista
Akemi Kita: Modella che starnutisce
Nadao Kirino: Scienziato rapito
Tetsu Nakamura: Capitano della nave da guerra
Yukihiko Gondo: Ufficiale militare
Yutaka Nakayama: Marinaio
Shin Otomo: Soldato
Wataru Omae: Ufficiale
Shoichi Hirose: Scagnozzo Mu
Katsumi Tezuka: Scagnozzo Mu
Koji Uno: Astante
Yutaka Oka: Uomo sul bus

Latitudine Zero

Titolo originale 緯度0大作戦, Ido zero daisakusen
Produzione Stati Uniti d’America, Giappone  1969
Durata 108 min
Regia Ishiro Honda
Soggetto Ted Sherdeman
Sceneggiatura Warren Lewis, Shinichi Sekizawa, Ted Sherdeman
Produttore Don Sharpe, Tomoyuki Tanaka
Fotografia Taiichi Kankura
Montaggio Ume Takeda
Effetti speciali Eiji Tsuburaya
Musiche Akira Ifukube
Scenografia Takeo Kita

Interpreti e personaggi

Joseph Cotten: Craig McKenzie, capitano dell’Alpha
Cesar Romero: Dottor Malic
Patricia Medina: Lucrezia, moglie del dottor Malic
Akira Takarada: Dr. Ken Tashiro, oceanografo
Masumi Okada: Dr. Jules Masson, oceanografo
Richard Jaeckel: Perry Lawton, giornalista
Tetsu Nakamura: Dr. Okada, fisico nucleare
Linda Haynes: Anne Barton, scienziato di Latitudine zero
Akihiko Hirata: Dr. Sugata, scienziato di Latitudine zero
Hikaru Kuroki: Capitano Kuroi Ga, capitano Squalo Nero
Hitoshi Oomae: Koubo, equipaggio dell’Alpha
Susumu Kurobe: Chin, marinaio

Doppiatori italiani

Emilio Cigoli: Craig McKenzie, capitano dell’Alpha
Giorgio Gusso: Dottor Malic
Adriana De Roberto: Lucrezia, moglie del dottor Malic
Pier Luigi Zollo: Dr. Ken Tashiro, oceanografo
Pier Angelo Civera: Dr. Jules Masson, oceanografo
Michele Kalamera: Perry Lawton; Giornalista
Ada Maria Serra Zanetti: Anne Barton, scienziato di Latitudine zero

Marco Ambrosio
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Appassionato di fantascienza da sempre, ormai con i capelli bianchi, e che segue il mondo del fantastico, nella sua totalità, anzi, ancor prima di nascere. Crescendo trovava per casa gli albi Audacia, i fumetti di Alex Raymond, Urania ed altre testate dell’epoca. Varie collaborazioni con amici di fanzine, tra cui il compianto Riccardo Valla. Due anni fa, un grande incontro: a Volandia con Vanni Mongini, altra figura molto importante.

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