Vento di marea
Fino ad ora (ma temo che non sia finita) Giovanni Mongini mi ha onorato chiedendomi di lavorare con lui a un romanzo per ben tre volte.
Non me lo aspettavo, perché siamo due persone che vengono letteralmente da pianeti diversi. Credo però che a un certo punto lui si accorse che avevamo una cosa formidabile in comune. Se ci apparisse davanti il nero monolito di 2001 Odissea nello spazio, sotto forma di portale dimensionale, entrambi ci butteremo dentro senza pensarci un attimo. Perché questa è la nostra natura.
Così, mentre viaggiava nel cosmo sui suoi razzi, Vanni mi vide e disse: “Quel tipo sembra interessante. Pare che si sia bevuto il cervello, ma se lo ascolti attentamente, quello che dice fa girare la testa anche a te. Come il buon vino.”
A dire il vero, la prima volta (per il romanzo Io esisto… e tu?) mi impegnai pochino, tanto che lui mi sgridò perché si aspettava da me un maggiore coinvolgimento. Lui aveva tentato di scrivere qualcosa che andasse in qualche modo nella direzione verso cui io stesso andavo. Tuttavia ciò che aveva fatto era così compiuto, e suo, che non me la sentii di stravolgerlo più di tanto.
La seconda volta (La divina tragedia) fu una passeggiata. Vanni aveva creato una sorta di agorà dove io e lui potevamo discutere serenamente dei nostri punti di vista. Non avevo che da riempire gli spazi bianchi, per creare una storia bislacca che ha fatto divertire e ha fatto interessare molte persone.
E poi è arrivato il presente romanzo: Vento di marea.
Già il titolo mi piaceva molto, perché sono legato al mare come l’ambientazione di quest’avventura. E in questo caso lo sforzo di Vanni di scrivere con me una storia che si muova sui miei binari era evidente, scoperto. Non potevo restarmene in disparte e ci ho dato dentro come un pazzo. Ho tagliato cose, modificato cose, come da lui stesso richiestomi, senza remore.
E credo che il risultato piacerà ai lettori, anzi, ne sono sicuro.
Corinna Ivaldi, nella presentazione del libro, scrive:
… partendo dal mio nome che lo aveva affascinato, (Vanni) ha scritto un romanzo la cui protagonista è Corinna che sceglie John come suo compagno di viaggio navigando e poi volando, verso terre desolate alla ricerca della luce per un nuovo futuro, quella luce che è nei loro cuori per poter salvare quello che resta di un’umanità che sta per scomparire dal suo pianeta.
Le loro debolezze e i loro punti di forza daranno forma a una visione d’insieme che tutti i grandi visionari ricercano.
Poi, quando la loro missione giungerà al termine capiranno di essere davanti a una svolta per l’umanità. Non esiteranno e, a quattro mani, cercheranno di riprendere il timone per dare un senso e una speranza a un pianeta morente che potrebbe rivivere ma in una diversa realtà e non più come quei dominatori del pianeta che credevamo di essere.
Non avrei potuto riassumere meglio.
Enciclopedia delle acque e dei venti, Dramma ecologico, saggio filosofico, avventura ai confini del mondo? Difficile dire con cosa si ha a che fare quando ci si imbatte in due autori così magmatici e diversi tra loro, come siamo io e Giovanni.
Fatto sta che abituato alle nebbie delle sue parti, ancora una volta Mongini seppellisce magistralmente il mondo sotto una caligine mortale indicandoci la via da percorrere, ancora una volta, a dispetto di tutto e di tutti, io ho tentato di accendere una lanterna che presto brillerà come un sole.
Perché è questo che faccio e Vanni lo sa, tanto che non posso che rinnovargli la mia stima, perché sono pochi gli uomini che quando vedono l’infinito in tutte le sue forme, girano la barra del timone e vanno subito a vedere di che si tratta.
Giorgio Sangiorgi
Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.