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Un nuovo Sputnik secondo l’interpretazione russa

Un nuovo Sputnik secondo l’interpretazione russa

Doveva essere la punta di diamante del Tribeca Film Festival, nell’Aprile 2020, ma la kermesse venne posticipata per la pandemia e quindi fu distribuito in Video-On-Demand solo qualche giorno dopo e, in Russia, presentato dalla Sony su diverse piattaforme.

È stato visto in poco tempo da oltre un milione di appassionati, stracciando altri titoli russi e americani, classificato come il film più visto degli ultimi due anni.

Sputnik, del regista Egor Abramenko, è stato trasmesso in Italia lunedì 26 Aprile e disponibile ora gratuitamente su Rai Play. Tra l’altro il 26 aprile è una data molto importante per gli appassionati di SF, poiché è il giorno dedicato ad Alien: Fury 426 è il pianeta prigione del terzo film sulla terribile creatura aliena.

Gli incassi e una buona accoglienza da parte della critica, per un «efficace horror spaziale alieno con un tocco di epoca sovietica», hanno fatto sì che gli stessi americani si decidessero per la produzione di un remake (a solo un anno dall’uscita dell’originale!), in quanto Sputnik, che in russo significa sia compagno di viaggio e per estensione satellite, «è un film che si può adattare benissimo non solo per un pubblico anglosassone ma per tutto il mondo».

E, se Solaris (l’originale di Andrej Tarkovskij del 1972, tratto dal romanzo omonimo di Stanislav Lem, non il remake con G. Clooney), venne presentato all’uscita come: «La risposta della cinematografia sovietica a 2001: Odissea nello spazio», il film di Abramenko, oltre al già citato Alien, cita anche il film Life: Non oltrepassare il limite (D. Espinosa, 2017) quanto a estrema somiglianza della creatura aliena che fa strage nella stazione spaziale. La creatura nel film russo miete vittime nella base segreta sovietica (il film è ambientato nel 1983, in piena guerra fredda).

La sequenza iniziale mostra i due cosmonauti (corrispettivo russo di astronauti, come ormai ben noto), che dall’interno della loro piccola navicella, assistono a un incredibile evento: qualcosa sembra muoversi all’esterno del veicolo (fatto da non escludere, a priori, anche nella realtà).

Un simile evento accade anche nel film La moglie dell’Astronauta (R. Ravich, 1999), dove l’astronauta Johnny Depp, ritorna sulla Terra dalla moglie Charlize Theron, ma è completamente un’altra persona, che a poco a poco mostrerà tutta la sua potenza, sotto forma di una energia aliena spaventosa.

In Sputnik: la capsula si schianta in Kazakhstan, dove tra l’altro, è la sede del centro spaziale Baikonur da cui, nel 1957, venne lanciato lo Sputnik, il primo satellite artificiale. Uno dei due cosmonauti è già morto e in maniera orribile, mentre l’altro è in gravi condizioni con il sangue che gli esce da tutti gli orifizi del volto.

In seguito, si scoprirà che, durante la notte, un parassita alieno è uscito dal suo corpo e comincia a interagire con i membri del centro dove è ricoverato il cosmonauta.

Il cinema di fantascienza, con alcune contaminazioni horror e, in questo caso anche con risvolti splatter, ci ha mostrato diverse volte situazioni del genere. Film come L’Alieno (The Hidden, J. Sholden, 1987), che mostra il modo in cui il parassita nascosto, modello lumacone, transita da corpo a corpo. Ma anche la famosa serie tv X-Files quando, in uno dei suoi episodi, La Setta (stagione 8, ep. 4), Scully diventa il tabernacolo di una creatura aliena, che introdottasi dalla schiena e fissandosi alla ghiandola pineale, assoggetta completamente il malcapitato, che diventerà oggetto di culto degli abitanti di una sperduta contrada nel deserto americano.

Nel caso di Sputnik il parassita diventa simbionte e morde la testa delle sue prede, apparentemente nutrendosi di materia grigia.

Invece non è così o meglio, non proprio così: l’essere alieno, esce dal corpo che ha parassitato, si mostra agli umani per aumentarne paura, soprattutto stress, facendo alzare notevolmente i livelli di cortisolo nel cervello.

Ed ecco perché nello spazio ha ucciso l’altro cosmonauta, in quanto malato e quindi con bassi livelli di cortisolo.

Sputnik-V è anche il nome del vaccino anti COVID, chiamato così per rinverdire i fasti del passato, ai tempi della corsa allo spazio, ed è stato quindi il primo ad ottenere, nel mondo, la registrazione.

Il mondo, però ha usato una certa cautela nei confronti di questo vaccino per paura che Mosca abbia, in un certo senso «bruciato le tappe sacrificando sicurezza ed efficacia del prodotto pur di tagliare il traguardo per prima».

Ma dov’è l’ostacolo o quantomeno dove sorgono i sospetti? In pratica: «Il vaccino non ci vuole stressati». Questo vale per ogni tipo di vaccino.

La vita moderna però, influisce in maniera enorme sull’umore di ogni uomo, donna o bambino, stress che, per forza di cose, data la pandemia è notevolmente aumentato in ognuno di noi.

Gli esperti, quindi, sostengono che l’adrenalina (nel film L’Alieno, sembra essere prediletta dal parassita) e il cortisolo, definiscono la corretta assunzione della dose di vaccino; non solo, ma chi soffre di stress cronico: «viene esposto perennemente a questi due ormoni, e le cellule immunitarie non rispondono più correttamente». Rendendo forse inutili le dosi somministrate o, quantomeno essere: «un pharmakon nel vero senso del termine greco, ossia rimedio e veleno insieme.»

Ma questa è solo la mia modesta opinione e, certamente, vista la mia limitata preparazione, in materia medica o scientifica, non posso arrivare a una conclusione definitiva, tenendo ben presente, l’enorme importanza dell’argomento.

Quello che posso dire, e qui non ho nessun problema a farlo, da quando è scoppiata questa grave crisi planetaria, il confine fra scienza e fantascienza è diventato sempre più labile e incerto.

 

Giuseppe Nardoianni
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Appassionato di cinema, legato alla fantascienza e all'ufologia;, ha collaborato dal 2000 come recensionista cinematografico, con Stargate, Stargate Magazine, Area 51, XTimes, e il quotidiano Cronache del Mezzogiorno (Salerno), Ha prodotto uno studio su Ufologia e Media per l'enciclopedia multimediale Armando Curcio.

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