Seleziona Pagina

ROGER CORMAN IL PORTORICANO

ROGER CORMAN IL PORTORICANO

“Avevo scoperto che incentivi fiscali erano messi a disposizione se tu ‘producevi’ a Puerto Rico. Questo includeva anche produrre film.”

Roger Corman spiega così la genesi dei tre film che girò a Puerto Rico nel 1960.

Quello di Corman è un nome che non ha bisogno di presentazioni. Definito il re del b-movie, ha prodotto 450 film in 65 anni di carriera, dirigendone 56. Ha spaziato da un genere all’altro ma quasi sempre girando film a basso o bassissimo costo, sopperendo con la creatività, l’immaginazione o la sfrontatezza alle ristrettezze dei mezzi. Proverbiale anche la sua velocità. Specie negli anni Cinquanta e Sessanta, i suoi film erano spesso girati nel giro di una o due settimane, o di pochi giorni.

Così, nel 1960 Roger Corman, allora impegnato con la sua casa di produzione, la Filmgroup, si trasferì nell’isola caraibica di Puerto Rico, protettorato americano, per produrre tre film e dirigendone due. Il primo fu Battle of Blood Island, scritto e diretto da Joel Rapp, un film di guerra con solo due attori in scena per quasi tutto il tempo e in cui lo stesso Corman fa una comparsata verso la fine. Gli altri due furono diretti da Corman: L’ultima donna sulla Terra (Last Woman on Earth) e La creatura del mare fantasma (Creature from the Haunted Sea), che in un modo o nell’altro sono ascrivibili al genere fantascientifico.

L’ULTIMA DONNA SULLA TERRA

Titolo originale: Last Woman on Earth
Anno: 1960
Origine: USA
Regia: Roger Corman
Musica: Ronald Stein
Cast: Antony Carbone, Betsy Jones-Moreland, Robert Towne (Edward Wain).

The last woman on earth (ROGER CORMAN IL PORTORICANO)

Locandina cinematografica

Harold (Antony Carbone) è un ricco ma spregiudicato uomo d’affari sempre con problemi giudiziari, in luna di miele a Puerto Rico con Ev (Beverly Jones-Moreland), sposata tra un’udienza e l’altra. Tali e tanti sono i guai giudiziari di Harold che la coppia viene raggiunta da Martin (Robert Towne), l’avvocato di Harold, per discutere di una causa. I tre fanno una spedizione subacquea sullo yacht di Harold. Al loro ritorno scoprono che una misteriosa e momentanea penuria d’ossigeno ha sterminato i portoricani e forse anche il resto del mondo, dal momento che nessuno risponde ai loro tentativi di comunicazione. I tre si danno alla pesca per sopravvivere, ma Ev è l’unica donna al mondo con due uomini. Sempre più incerta dei propri sentimenti, si troverà presto combattuta fra i loro desideri e la loro gelosia…

Corman aveva a disposizione un mese di tempo da passare a Puerto Rico, che valutò sufficienti per tre film. Affidò l’incarico di scrivere un film, con precise limitazioni produttive, a Robert Towne, un giovane aspirante sceneggiatore sul quale aveva molta fiducia nonostante la sua inesperienza. Towne non riuscì a terminare il copione in tempo per l’inizio delle riprese, così, per averlo a disposizione sul set, lo scritturò anche come attore nella parte di Martin. Le riprese iniziarono a copione incompleto e Towne lo finì nelle pause delle riprese, consegnando le pagine al regista e agli altri due attori man mano che le scriveva. Come attore Towne adottò lo pseudonimo Edward Wain.

I buchi nel copione di Towne non mancano. Non si sa cosa provochi la catastrofica carenza d’ossigeno, e non si sa perché l’atmosfera torni respirabile. Tornati a San Juan, i tre trovano solo qualche cadavere (nessuno però nell’albergo, dove si reinstallano), e non compiono alcuna azione di bonifica o sepoltura. Eppure in qualche modo la storia funziona. Il ménage a trois è descritto con sensibilità, acuto sbalzo dei caratteri e dialoghi taglienti. Contrariamente al solito, Corman usa il colore e la sua regia vivacizza il tutto con il suo tipico gusto per le inquadrature insolite e le composizioni scenografiche fra i corpi e gli ambienti (le gambe di Ev che spenzolano dal tetto dello yacht, la donna sotto l’arco della chiesa nel finale…).

Robert Towne (ROGER CORMAN IL PORTORICANO)

Robert Towne

La carriera di Robert Towne sarebbe stata portata avanti negli anni a venire con grande successo. Infatti avrebbe sceneggiato per Corman anche La tomba di Ligeia (Tomb of Ligeia, 1965) e nei decenni seguenti avrebbe scritto molti titoli importanti fra i quali L’ultima corvè (The last detail, 1973) e Shampoo (id., 1975) di Hal Hashby, Chinatown (id., 1974) di Roman Polanski, Yakuza (The Yakuza, 1975) e Il socio (The Firm, 1993) di Sidney Pollack,  Mission: Impossible (id., 1996) di Brian De Palma. Una sua peculiarità è sempre stata quella di essere chiamato per aggiustare all’ultimo momento copioni scritti da altri, spesso senza essere accreditato nei titoli. Fra questi ci sono anche titoli famosi come Gangster Story (Bonnie & Clyde, 1967), Il padrino (The Godfather, 1972) di Francis Ford Coppola, Il paradiso può attendere (Heaven Can Wait, 1978) di Warren Beatty, Armageddon (id., 1998) di Michael Bay. Come regista Towne non ha avuto la stessa fortuna, con quattro titoli di scarso successo: Due donne in gara (Personal Best, 1982), Tequila Connection (Tequila Sunrise, 1988), Without Limits (1998) e Chiedi alla polvere (Ask the Dust, 2006).

Confrontando L’ultima donna sulla Terra con gli altri film sceneggiati da Towne è facile trovare già un tema spesso ricorrente: una donna, più che divisa fra due uomini, imprigionata in un ambiente, non necessariamente solo maschile, da cui cerca di sfuggire. Il film fu distribuito nell’agosto 1960, in doppio spettacolo con La piccola bottega degli orrori (The Little Shop of Horrors, 1960), uno dei film più famosi e celebrati di Corman.

LA CREATURA DEL MARE FANTASMA

Titolo originale: Creature from the Haunted Sea
Anno: 1961
Produzione: USA
Regia: Roger Corman
Musica: Fred Katz
Cast: Antony Carbone, Betsy Jones-Moreland, Robert Towne (Edward Wain), Beach Dickerson, Robert Bean, Esther Sandoval, Sonia Noemi González.

 

La creatura del mare fantasma (ROGER CORMAN IL PORTORICANO)

Finito L’ultima donna sulla Terra, Corman pensò che c’erano ancora abbastanza pellicola, denaro e tempo per un altro film. Così trattenne i tre protagonisti di quel film e convocò velocemente altri attori. Telefonò a Charles B. Griffith, forse lo sceneggiatore più prolifico per Corman. Gli disse che era a Puerto Rico, gli spiegò quali e quanti attori aveva a disposizione e che aveva bisogno di una sceneggiatura dal taglio comico ambientata a Cuba… da scrivere nel giro di tre giorni. La velocità però non era mai stato un problema per Griffith, a quanto racconta lui stesso:

“Ero cresciuto alla radio, non mi passava nemmeno per la testa che una sceneggiatura cinematografica richiedesse tempi lunghi.”

Corman suggerì di prendere a modello Paradiso nudo (Naked Paradise, 1957), un suo film di gangster scritto dallo stesso Griffith e ambientato alle Hawaii. Griffith e Corman avevano già realizzato altri due reboot di quel film: Beast from the Haunted Cave (1960) e Atlas il trionfatore di Atene (Atlas, 1961). Sui due film Griffith dice:

“Di base erano tutte variazioni sulla stessa struttura, quasi scena per scena, ma con dialoghi, ambienti e personaggi diversi.”

XK-120 (Robert Towne) è un agente segreto americano in missione a Cuba all’indomani della rivoluzione castrista. Riceve l’incarico di sorvegliare un gruppo di militari fedeli al deposto dittatore Batista, i quali hanno trafugato una parte delle riserve auree cubane e le vogliono trasportare in America sullo yacht del gangster Renzo Capetto (Antony Carbone). XK-120 entra a far parte della bizzarra ciurma dello yacht. Tra di loro c’è la bella cantante Mary-Belle (Betsy Jones-Moreland), amante di Renzo, di cui XK-120 si innamora, sperando di redimerla. Renzo però vuole uccidere il cubano e impossessarsi del tesoro, incolpando una feroce e leggendaria creatura marina, di cui gli aveva parlato un pescatore cubano di nome Ernest Hemingway. Ma Renzo non sa che la creatura è tutt’altro che leggendaria…

Charles B. Griffith (ROGER CORMAN IL PORTORICANO)

Charles B. Griffith

Griffith aveva appena scritto La piccola bottega degli orrori. In comune con quel film, La creatura del mare fantasma ha la stessa comicità parodistica e il gusto per i personaggi pittoreschi e stralunati, concedendosi anche alcune licenze satiriche impensabili in un film hollywoodiano dell’epoca. XK-120 è descritto come uno sbruffone inconcludente e si parla apertamente del sostegno americano a un regime dittatoriale come quello di Batista. Corman dà alla vicenda il giusto brio ma non sempre la sua abilità tecnica riesce a sopperire alla limitatezza dei mezzi. Nelle riprese subacquee, ad esempio, c’è una strana (e fastidiosa) abbondanza di pesci che impallano i sub coprendo buona parte dell’immagine. Il mostro è sicuramente uno dei peggio realizzati della storia del cinema: è vero che si tratta di una parodia, ma dubito che questo basti a giustificare un costume così grottesco e raffazzonato, sia pure con un certo estro fantasioso. L’attore Beach Dickerson (interprete di Pete, un marinaio-sicario con la passione per le imitazioni dei versi animali) lo descrive così:

 “Una muta con un po’ di muschio e schiuma per arricciare i capelli, palle da tennis come occhi, palline da ping-pong come pupille, scovolini come zanne. Poi lo coprimmo con tela cerata nera per renderlo fangoso.”

Carbone racconta che agli attori era necessario un grosso sforzo di concentrazione per non scoppiare a ridere vedendoselo davanti.

Corman non buttava via niente. In una scena Renzo pulisce una pistola, ma la molla scatta e gli sfugge di mano. Uno sketch spassoso ma non previsto, successe involontariamente durante le riprese e Corman decise di lasciarlo nel montaggio. Verso la fine, la scialuppa con i militari cubani imbarca acqua e affonda. Anche questo fu un incidente imprevisto e Corman ne approfittò per improvvisare una scena in cui i militari affondano restando stoicamente sul saluto.

Il film fu girato in cinque giorni, alla fine dei quali Corman non mantenne l’impegno di ricompensare subito la troupe e il cast. Allora il direttore della fotografia Jacques Marquette nascose la pellicola fino a che Corman non sganciò i soldi.

La creatura del mare fantasma fu distribuito nel giugno 1961. Pubblicizzato come un horror drammatico invece che comico, il che probabilmente causò il suo fiasco commerciale.

Mario Luca Moretti
+ posts

Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi la NewsLetter

Scrivi la tua email:

Prodotto da FeedBurner