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1 – Il Canto delle Sirene

1 – Il Canto delle Sirene

Copertina di Leandro Caroli.

I dati non sono sicuri e dobbiamo entrare nel campo delle ipotesi e si pensa che gli scrittori abbiamo fatto confluire in un’unica leggenda i miti collegati alle sirene ed alle nereidi e non sempre erano dipinte come esseri malvagi, ma, spesso, come creature tristi, crepuscolari che inneggiavano al mare un canto struggente.

Favole e miti sulle sirene esistono presso tutti i popoli che hanno navigato i mari, assieme alle leggende sui mostri marini.

Nell’undicesimo secolo un abate di un monastero scozzese compì un viaggio favoloso descritto nel Navigatio Sancti Brendani, il suo nome era, appunto, Brentano ed egli, stando a quello che racconta, vide un gruppo di sirene sul lago di Guernesey, non solo, ma diede loro pure il battesimo.

Sulla spiaggia di Trèguier nel 1870 nello stretto dell’Isola di Sein, nel 1897, furono avvistate delle altre sirene e di nuovo nella Baia di Fresnaye, in quella di Noirmoutier ed anche sulle spiagge della Vandea.

La vicenda sulla prima sirena che sarebbe stata catturata risale, però, al 1403 e sarebbe accaduto nei Paesi Bassi. Stando ad A. van Hageland, autore del libro Il Mare Magico. Egli dichiara che delle ragazze trovarono uno di questi esseri in un canale di Edam e la descrizione che ne fecero fu quella di un essere ricoperto di peli, cosparso di muschio e di piante verdi. Era ancora viva, ma non disse una parola, mentre sembrava che sospirasse. Dopo essere stata pulita e vestita le diedero di che nutrirsi e costatarono che essa mangiava e beveva al modo stesso di un essere umano, tentava solo di ritornare verso il mare così fu portata da Edam a Haarlem dove rimase per diciassette anni. Imparò a cucire, ma non parlò mai. La sua immagine sarebbe stata immortalata in un quadro che si troverebbe nel museo della corte olandese ed esiste anche un monumento alla sua memoria sotto al quale sono state scolpite queste parole: “Questa statua fu eretta un giorno in ricordo di ciò che fu trovato nel Purmermeer”.

A distanza di così tanto tempo resta difficile poter stabile quanto questo racconto possa essere reale ed il primo pensiero che viene alla mente è quello non certo di una sirena, ma di una creatura terrestre, magari deforme, dispersa nel corso di una tempesta e resa muta, supposto che sapesse parlare, da un trauma.

Nel 1608 un famoso esploratore, Henry Hudson, dichiarò di aver avvistato delle sirene al largo di Novaja

Zemljam nel Mar Glaciale Artico, descrivendole come creature grandi come un essere umano, dalla pelle bianchissima, i capelli lunghi e la coda simile a quella di una focena screziata, la schiena ed il petto erano però come quelli di una donna.

Naturalmente vi furono anche dei testi scritti che cercarono di analizzare il fenomeno. Benoit de Maillet scrive di loro come se fossero i superstiti di una razza primitiva di esseri umani e dichiara che ve ne sono ancora delle piccole tribù nella Terra del Fuoco e nel Madagascar ed abbiamo anche le testimonianze di scriba arabi che raccontano come i marinai del mediterraneo fossero usi pescare sirene con gli occhi scuri ed i capelli neri le quali parlavano un linguaggio inusitato e gridolini felici…dopo averle tirate fuori dalla cambusa dove le nascondevano al comandante, probabilmente…

Una delle testimonianze più interessanti proviene da Jean Merrien, il quale nel suo ormai famoso Légendaire de la Mer, cita l’anno (il 1869), il luogo (vicino alle Bahamas) ed il giorno (il 31 Marzo) ed anche l’ora (alle otto del mattino), in cui ci spiega come sei dei suoi uomini stessero dirigendosi verso una baia per pescare, quando videro apparire, a pochi metri dalla loro imbarcazione, una donna che, con il busto fuori dall’acqua, nuotava e poi spariva tra le onde.

Lo stupore bloccò i marinai in attesa di veder ricomparire la creatura e questa riapparve, in effetti, e all’improvviso, sotto il loro canotto ed i marinai poterono quindi vederla benissimo descrivendola in questo modo: “Era una sirena di gran bellezza, per nulla inferiore alle donne più seducenti. I capelli blu ondeggiavano sulle sue spalle, le sue mani erano biforcute ed essa esprimeva la sua sorpresa alla vista degli uomini emettendo gridolini acuti. La parte inferiore del corpo che si distingueva in trasparenza, terminava con una coda larga e forcuta.

Un marinaio le gettò un frutto e lei lo prese felice e lo portò con tutte e due le mani alla bocca, mangiandolo avidamente, quando la barca cercava di avvicinarsi a lei, la creatura s’immergeva. Poi un marinaio si gettò in acqua nuotando verso di lei, ma questa gli sfuggiva facilmente girandogli intorno, poi il comandante diede ordine di sparare e la creatura, forse ferita al viso, scomparve nelle acque.

All’epoca le sirene erano foriere di disgrazie e di tempeste per cui poteva capitare che non fossero sempre ben accolte, come in questo caso.

Siamo a conoscenza dii episodi più recenti sull’avvistamento di sirene.

Nel 1962, ad esempio, quattro abitanti dell’Isola di Man, dissero di aver visto delle sirene e la notizia fu riportata dal Sunday Pictorial di Londra e fu così che venne messa una taglia di ventimila sterline se qualcuno ne avesse catturata una.

Come sempre succede il premio è ancora lì che aspetta di essere consegnato, ma, in proporzione, il numero di persone che avevano visto una sirena aumentò prodigiosamente.

Una spiegazione al fatto di come mai, questo mito delle sirene stia sopravvivendo attraverso i secoli, ci è data dal dugongo, una creatura marina mammifera dal corpo fusiforme ed appartenente al gruppo dei sirenidi. Queste creature emettono un suono che sembra un gemito, si aggiunga a questo la solitudine del mare, il corpo curvilineo di questi esseri e tanta fantasia e questa potrebbe essere una spiegazione, potrebbe…

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