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La straordinaria avventura di Hans Pfaall

La straordinaria avventura di Hans Pfaall

Edgar Allan Poe è stato spesso saccheggiato dai media visivi, dal cinema, dalla televisione, ma anche dal fumetto. Dalle riviste antologiche di fumetti dell’orrore ai più sofisticati disegnatori “artistici”, non si contano gli adattamenti dei racconti dello scrittore di Baltimora fatti dai fumettisti in ogni parte del mondo.

The Unparalled Adventure of One Hans Pfaall, pubblicato per la prima volta nel 1835, è forse il più “fantascientifico” dei racconti di Poe, nel senso che affronta un tema che sarebbe diventato ricorrente nelle letteratura fantascientifica nei successivi 130 anni: il viaggio sulla Luna.

Il racconto descrive l’avventura “senza pari” di Hans Pfaal, un riparatore di soffietti di Rotterdam, appassionato di astronomia e oberato dai debiti che, per sfuggire ai creditori, raggiunge il satellite lunare a bordo di un pallone aerostatico. Il racconto inizia con l’arrivo a Rotterdam di una mongolfiera dalla quale uno strano essere di bassa statura, con enormi mani e un aspetto grottesco, lancia una lettera destinata al sindaco di Rotterdam e all’esimio astronomo Rub-a-dub.

La lettera contiene un memoriale firmato dallo stesso Pfaall, misteriosamente scomparso 5 anni prima. La lettera racconta come abbia costruito il pallone, come abbia ucciso i suoi creditori, il diario dei suoi 19 giorni di viaggio, i vari espedienti per respirare e sopravvivere nel vuoto spaziale e ai pericoli dello spazio, il suo arrivo sulla Luna, e il suo consolidamento di un’alta posizione sociale nella società selenita, fino al desiderio di ritornare a Rotterdam e da sua moglie Grettel.

Pfaall conclude il racconto chiedendo un’amnistia per i suoi omicidi in cambio delle scoperte scientifiche che può donare all’umanità. L’emissario selenita però risale in cielo prima di ricevere la risposta alla richiesta, e fra gli abitanti di Rotterdam si sparge la convinzione che sia stata solo una burla. Pfaall (e Poe) dettagliano con grande dovizia di particolari i giorni di viaggio, anche con il ricorso a un diario che indica le date, mentre i 5 anni di permanenza sulla Luna sono risolte con pochi e sbrigativi cenni.

Personalmente conosco solo due adattamenti a fumetti del racconto di Poe.

Hans Pfaall fumettiIl primo risale al 1947, con il titolo semplificato in The Adventure of Hans Pfall, su testi di Samuel Willinsky e disegni di Henry C. Kiefer, e uscì sul n. 40 di Classic Ilustrated, una rivista specializzata in adattamenti a fumetti di classici della letteratura; il numero in questione è interamente dedicato a Edgar Allan Poe e include anche Il pozzo e il pendolo e La caduta di casa Usher.

Almeno nella prima parte, il testo di Willinsky segue con grande scrupolo quello di Poe, che viene riprodotto quasi alla lettera, con didascalie che riportano molti dei brani del racconto, anche se lo stratagemma del diario con le date non viene seguito, e alcuni episodi (come quello della sveglia ad acqua) vengono omessi. La pioggia di frammenti vulcanici diventa però una tempesta di comete, e cambia in parte il finale: dopo la risalita del pallone, Grettel è ripresa in primo piano che strizza un occhio e afferma: “È un uomo troppo grande per la Terra. Lasciamo che resti sulla Luna!”

I disegni di Kiefer seguono uno stile semplice ma molto efficace. Il disegnatore dà un aspetto grottesco e semi-caricaturale ai personaggi, umani e seleniti, sia nei tratti che nel vestiario (i vistosi zoccoli olandesi o gli esagerati cappelli, ad esempio), insistendo sugli aspetti ironici del racconto originale. Ma allo stesso tempo è capace di tavole spettacolare e sontuose. Ne è un esempio la vignetta, a tutta pagina, che descrive l’esplosione che, allo stesso tempo, dà la spinta propulsiva al pallone di Hans e uccide i suoi creditori. Ma risultano affascinanti soprattutto le scene spaziali, che mostrano il viaggio di Hans dopo l’abbandono dell’attrazione terrestre e il proressivo avvicinamento a quella lunare. Decisamente poco realistiche, sono però ricche di una potente ricchezza cromatica e descrittiva, a suo modo sottolineata da trovate favolistiche come le stelle, dipinte con delle infantili cinque punte. Come il testo originale, questa versione descrive la vita di Hans sulla Luna con poche tavole.

Dino Battaglia (1923-1983) è uno dei grandi maestri del fumetto italiano. Disegnatore dal tratto apparentemente stilizzato, in realtà raffinatissimo e studiatissimo, capace di allusioni di grande potenza evocativa ma all’occorrenza ricco di dettagli sofisticati, dedicò gran parte della sua carriera ad adattamenti di classici della letteratura, spesso coadiuvato nei testi dalla moglie Laura. Sono dieci i suoi adattamenti di racconti di Edgar Allan Poe, l’ultimo dei quali, in ordine di tempo, è La straordinaria avventura di Hans Pfall, uscito per la prima volta nel marzo 1981 sul settimanale per ragazzi Il Giornalino.

Anche i Battaglia, Dino e Laura, nell’adattare il testo hanno le loro forme di fedeltà e infedeltà. Lo schema narrativo è lo stesso del racconto, ma la ricchezza di dettagli “pseudo-scientifici” e geografici sciorinati da Poe viene sì trattata, ma in maniera concisa, e assistiamo a una curiosa forma di “censura”, quasi certamente motivata dal fatto che il committente è un periodico rivolto a un pubblico di adolescenti, per giunta d’ispirazione cattolica. Così, al momento della partenza non ci sono esplosioni né trappole mortali ai danni dei creditori di Pfall, che qui si limita, letteralmente, a “tagliare la corda” che trattiene la mongolfiera al suolo.

Nei disegni Dino Battaglia alterna, come suo solito, la sua anima “stilizzata” con quella “dettagliata”, ma sempre con grande felicità espressiva. Nel ritrarre la Rotterdam ottocentesca gioca con ombre e sgranature, mentre dona grande intensità psicologica ai volti e ai gesti dei personaggi. Nel dipingere gli sfondi spaziali gioca soprattutto con colori sfumati e forme semplici, il che da una parte crea un’atmosfera onirica a questi episodi, dall’altra fa risaltare la forma e i gesti della figura di Hans, viceversa ritratto ancora con grande profondità. Nelle due pagine riservate all’ambiente lunare Battaglia lascia la sua fantasia a briglia sciolta. Senza seguire molto le indicazioni di Poe, in poche tavole disegna la natura e le città con fiabesca fantasia e, in sole due vignette, inventa particolari come i mezzi di trasporto seleniti, per nulla menzionati da Poe.

Nella versione dei Battaglia il personaggio della moglie di Hans, Grettel, scompare del tutto, e in sole tre vignette riesce, con grande suggestione, a riprodurre il finale sardonico e disilluso del racconto di Poe.

Una curiosità: entrambe le versioni a fumetti trascrivono in cognome di Pfaall con una sola A, e il protagonista diventa così “Hans Pfall”.

Hans Pfaall fumetti

Mario Luca Moretti
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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

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