![STAR WARS DAY OGGI AL WOW](https://www.altrimondi.org/sf/wp-content/uploads/2024/06/IMG_20240615_153450-150x150.jpg)
Hallucination
![Hallucination](https://www.altrimondi.org/sf/wp-content/uploads/2018/10/damned-800x640.jpg)
“Hallucination” (“The damned”, o “These are the damned”, 1961) nasce dall’incontro fra un autore rigoroso come Joseph Losey e la Hammer, casa di produzione specializzata in horror commerciali di varia qualità: a prima vista uno dei più strani immaginabili. Eppure Losey aveva già girato un corto per la Hammer e dopo “Hallucination” la Hammer propose altri soggetti a Losey (tutti rifiutati perché “troppo violenti”). E Michael Carreras, il produttore della Hammer, dimostrò tanta stima per Losey da lasciargli il controllo del cast e della scenggiatura (privilegi rari per un regista Hammer).
“Hallucination” è l’unico film di sf di Losey, eppure tratta temi tipici del regista come l’infanzia violata, l’ambiguità del potere, la visione del mondo come un’enorme prigione a scatole cinesi, dove anche i potenti sono prigionieri di uno schema più grande.
Un progetto scientifico segreto dove un gruppo di bambini viene trattato geneticamente in modo da sopravvivere a una catastrofe nucleare: questo è il nucleo centrale del film e del romanzo da cui è tratto, “Fossa d’isolamento” (“Children of light”, 1960) di H.L. Lawrence. Il libro è concepito quasi come una spy-story e si concentra sui tentativi del direttore del progetto, Barnard, di evitare la fuga di notizie, dopo l’involontaria intrusione da parte di quattro personaggi stranamente assortiti.
![Joseph Losey](http://www.nuove-vie.it/movie/wp-content/uploads/2016/05/joseph_losey-300x188.jpg)
Joseph Losey
Losey invece si concentra sull’aspetto umano, sulla relazione che si crea fra i 5 personaggi principali (due dei quali del tutto trasformati rispetto al libro), e allo stesso tempo, con il suo stile abituale basato su allusioni psicanalitiche e parallelismi visivi, crea una tensione drammatica crescente e coinvolgente, che sfocia in un finale potente e indimenticabile.
Da segnalare nel cast la presenza di un giovane ma già carismatico Oliver Reed, nel ruolo del capo di una banda di violenti teddy boys, e di Viveca Linfords. Attrice svedese trapiantata a Hollywood e in Inghilterra come caratterista, interpreta qui il personaggio di Freya, scultrice amante di Barnard (nel libro il suo “equivalente” è il giornalista Johnny), e dà vita a un personaggio straordinario, uno dei punti di forza del film, con un’interpretazione umanissima e sfaccettata (mimica e fisica persino).
Il controllo di Losey però non si estese al montaggio. La censura prima e la Hammer poi tagliarono in tutto una dozzina di minuti, e il film uscì con due anni di ritardo, per giunta pubblicizzato come un film di teddy boys. Recentemente sul mercato inglese è uscito un dvd che ripristina i tagli della produzione, ma non quelli della censura.
Tit. ried.: | La fossa | Interpr.: | Macdonald Carey, |
Tit. orig.: | The damned | Shirley Ann Field, | |
Tit. Usa: | These are the damned | Oliver Reed, | |
Regia: | Joseph Losey | Viveca Lindfors, | |
Alexander Knox, | |||
Durata: | 95′ / Gran Bretagna / 1961 | Walter Gotell, | |
Brian Oulton |
![](https://www.altrimondi.org/sf/wp-content/uploads/2018/10/mario-150x150.jpg)
Mario Luca Moretti
Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano