GIUSEPPE LIPPI CI HA LASCIATI
Ci ha lasciati ed era un venerdì. La cosa strana, oltre alla tristezza che provo, è che per un mio personalissimo modo di vedere la vita, qualsiasi cosa importante che abbia influenza, o che l’avrà sulla mia propria esistenza, succede il venerdì! Questo triste avvenimento dovrà per forza essere importante anche per il mio futuro… Eppure non so perché.
L’ho incontrato nel 1976, a Milano. Lui era già qualcuno, anche se all’epoca dimostrava una timidezza e una modestia che non avrebbe mai più voluto far vedere a nessuno negli anni in cui è diventato davvero importante per la fantascienza italiana. Come se improvvisamente avesse voluto cambiare qualcosa della sua vita.
In quel periodo Giuseppe era spesso a casa nostra. Si sentiva probabilmente un po’ perduto nei week end in cui Vittorio Curtoni ritornava a casa sua, a Piacenza, e lui restava qui a Milano senza davvero un gruppo di amici con cui parlare e vivere. Assieme, con un esiguo gruppo di altri sognatori, volevamo fare grandi cose e lui alla fine le ha fatte davvero: Mondadori gli ha concesso di curare la sua rivista di punta per la fantascienza, Urania. Il posto bramato da tutti noi scrittori modesti e principianti che vedevano in Fruttero e Lucentini i “Poteri Forti” di una fantascienza che non si lasciava acchiappare.
Ma questa è storia di dopo.
A un certo punto e per ragioni che io personalmente non ho mai capito, Giuseppe si è ineluttabilmente allontanato da noi: da Vittorio all’inizio e poi da tutta la banda di Milano. Non è solo una mia impressione. Altri me lo hanno confermato.
L’ultima volta che l’ho visto assieme a Vittorio e tutti noi (tanti di noi) è stato a Piacenza, quando Robert Sheckley era venuto a trovare Vittorio Curtoni. Una improvvisata, almeno per me. Lì c’erano davvero tutti quelli del giro di fantascienza che gravitava attorno a Vittorio Curtoni. Luca Masali era la prima volta che lo vedevo: alto, grosso, sicuro di sé, ancora adesso è uno dei pochi autori italiani che trovo divertente.
A Piacenza siamo andati a cena in un ristorante tipico. Era estate. Quella sera si teneva in piazza uno spettacolo voluto dal comune. Il conduttore era un (allora) poco noto Gabriele Cirilli. Io l’avevo già visto, ma non ne ricordavo il nome e glielo ho chiesto. Lui dice: “Mi chiamo Gabriele Cirilli, ma chi è questa gente?”. Gli ho spiegato che si trattava di una visita di Sheckley a Vittorio Curtoni: il primo era un grande scrittore americano di fantascienza e il secondo forse il più importante operatore e autore italiano del genere. Anche Gabriele si è unito al gruppo e ha partecipato con interesse.
Io ho parlato con Giuseppe Lippi per tutta la sera, perché era la persona che conoscevo decisamente meglio di altri. Siamo stati bene. Abbiamo parlato con Sheckley e gli abbiamo “carpito” uno degli ultimi romanzi che avrebbe mai scritto e che aveva portato casualmente (?) in un dischetto da computer. Eravamo eccitati e contenti, Giuseppe e io.
Non l’avrei mai più visto così, e adesso non avrò mai più modo di riproporre con lui quei momenti di felicità.
Una perdita davvero triste. Prima Vittorio, e nemmeno sapevo che stesse male, all’epoca!
Poi Giuseppe.
Per me si sono spente le due luci che mi hanno portato dentro alla fantascienza importante. Ora sono senza direzioni e dovrò (fin che dura) guidare da solo.
Franco Giambalvo
Appassionato di fantascienza da sempre, ma ha scoperto di esserlo in quarta elementare quando lo hanno portato a vedere "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin: era il 1953 e avrebbe compiuto nove anni in quell'autunno. In seguito ha potuto scrivere con l'aiuto di Vittorio Curtoni e ha pubblicato un romanzo, del tutto ignorato, dagli Editori e dai lettori. Ma non si lamenta troppo: ama la fantascienza!