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“CIAMBELLE OROMATTINA” DI LAURA SCARAMOZZINO

“CIAMBELLE OROMATTINA” DI LAURA SCARAMOZZINO

 

Il crepitio dell’involto precede l’affondo di pollice e indice, il guizzo della lingua che inumidisce le labbra. Prima che Fiorenzo assalti il dolce, gli occhi si allargano nello stupore. E lui resta lì, con la ciambella a mezz’aria e la bocca che si asciuga rapida. Se c’è una cosa che gli funziona, quella è la vista: limpida, affilata, profonda.

Nell’impasto fragrante giace sepolto un calabrone inerte: smembrato, stecchito. Le zampette da una parte, l’addome dall’altra.
Sul volto gli si dipinge una smorfia di disgusto.

Dopo un attimo di perplessità, Fiorenzo preme i palmi sui braccioli della poltrona, e si solleva a fatica sbuffando. Arranca. È talmente grasso che non riesce a mettere un piede davanti all’altro.

Giunto in cucina, afferra con una mano la confezione di merendine, mentre con l’altra agguanta il cellulare. Legge il numero sull’incarto e lo compone. Sbuffa e aspetta. Dopo un paio di squilli, una voce piatta interrompe l’attesa.

«Servizio Clienti dell’Oromattina srl. In che cosa posso esserle utile?»

«Buongiorno, ho un reclamo. Ieri ho comprato una confezione di ciambelle presso un vostro rivenditore, il supermercato Giornofresco, in Corso Francia 250 a Torino. Purtroppo, in uno dei dolci ho trovato un calabrone».

Silenzio teso.

«Pronto, scusi ha capito?»
«Certo, signore? Era morto?»
«Il calabrone, dice? Fa qualche differenza?»
«No, naturalmente signore. Siamo davvero spiacenti per questo increscioso incidente».
«Immagino, adoro le vostre ciambelle».
«Signore, potrebbe mandarmi una foto, cortesemente?»
«Una mia foto?»
«Del calabrone, signore. Una foto della merendina con il calabrone».
«Provvedo subito, – risponde Fiorenzo in tono deluso – ecco. Uno scatto e via. Mandato!»

Ticchettio di tasti e brusio in sottofondo.

«Può darmi il suo indirizzo, signore? L’azienda s’incaricherà di mandarle un piccolo regalo».
«Naturalmente, signorina. Lei è molto gentile».
«Oh, non io, – si schermisce l’operatrice – ma l’azienda. La Oromattina tiene molto ai suoi clienti».
«Mi sembra giusto. Fiorenzo Verdini, Corso Francia 265, Torino».
«Grazie, signor Verdini e buona giornata», conclude lei, stridula.
«Buona giornata a lei, signorina», ribatte Fiorenzo con voce esitante. Poi chiude la conversazione.

* * *

La mattina seguente, Fiorenzo si trascina per la casa. Le cosce adipose sfregano una contro l’altra, infiammando la pelle. Hanno suonato al citofono.

Affannato, percorre il corridoio e va a rispondere.

«Sono il corriere. Deve scendere a prendere un pacco e a firmare la ricevuta».
«Un pacco?»
«Tre pacchi».
«Tre pacchi?»
«Tre grossi pacchi».
«Tre grossi pacchi?»
«Tre grossi pacchi enormi».
«Tre grossi pacchi enormi?».
«Scenda».
«Arrivo».

L’ascensore è occupato. Fiorenzo fa le scale. A ogni pianerottolo si ferma per riprendere fiato. Gli manca l’aria. Il respiro è ridotto a un sibilo. Ansimando, raggiunge il corriere che, imperturbabile, gli porge la ricevuta. Lui firma, sorride impacciato e saluta. Poi, in un bagno di sudore, carica la merce sull’ascensore finalmente libero. Deterge la fronte, chiude i portelli e sale al piano nel silenzio sinistro dei cavi che si sollevano. Incuriosito, osserva l’intestazione applicata con lo scotch sui pacchi. Sui tre grossi pacchi enormi che contengono ciambelle Oromattina.

A casa, Fiorenzo va in cucina e prepara la colazione. Mangerà i suoi dolci preferiti. Lo zucchero a velo imbiancherà la faccia e i capelli. Farà polvere ovunque, ma non importa. Contano solo le ciambelle. Ce ne saranno almeno un centinaio. E sono tutte per lui!

Così agguanta le forbici e si abbassa con un movimento brusco. Bagnato fradicio apre i pacchi. Stremato, si risolleva. Emette un gemito. Poi, sistema le confezioni in fila sul tavolo e sulle mensole. L’azzurro e il bianco della carta lucida rompono il lucore estivo.

Una volta preparato il caffè, e deambulando a fatica, prende un po’ di succo dal frigo e comincia. Scarta una confezione e, di seguito, la prima merendina. La divora. Incapace di fermarsi, ne fagocita un’altra e un’altra ancora. L’aroma di vaniglia gli dà una scossa d’immediato piacere.

Nel giro di due ore, Fiorenzo ha fatto fuori il primo lotto di dolci. Col sopraggiungere del crepuscolo, ha già consumato un grosso pacco enorme di ciambelle.

* * *

Il giorno dopo Fiorenzo continua a scartare e a mangiare. Si ferma solo per andare in bagno. Guardandosi di sfuggita allo specchio, nota una maggiore rotondità del mento. La faccia piena come la luna del film di Meliés. Pazienza, si dice, tanto è già talmente grasso!

Trascorso il terzo giorno, le delizie sono quasi terminate. C’è un’ultima ciambella che lo aspetta. Fiorenzo l’afferra, lacera l’involucro, la divide con le dita e… sì, ha visto bene! Nell’impasto giallo c’è qualcosa di oblungo, nero e arancione. Un altro calabrone! Questa volta intatto. Sembra che sia assopito, ma lui non ricorda se i calabroni dormano o meno.

Stringendosi nelle spalle, Fiorenzo si alza e va a buttare la ciambella nell’immondizia.

Prima di andare a dormire, si riflette ancora nello specchio. È lievitato, in effetti. Pare un cerchio quasi perfetto, con le ridicole appendici degli arti. Del resto, mangia ciambelle da giorni. Poco male, si vive una volta sola, accidenti!

* * *

L’indomani Fiorenzo telefona nuovamente al servizio clienti. Non riesce a capire se l’operatrice sia la stessa di qualche giorno prima. A ogni modo espone il fatto, curandosi di sottolineare che non è la prima volta che accade.

Il pomeriggio stesso, suonano al citofono. Di nuovo il corriere. Di nuovo grossi pacchi enormi, ma questa volta sono sei.

Fiorenzo è galvanizzato. Non ha mai avuto tante ciambelle gratis a sua disposizione. Non può mica sprecarle. Allora ricomincia a mangiare e non smette più, neanche per andare in bagno. Fa sempre più fatica ad alzarsi dalla sedia e la sera si addormenta contro lo schienale che scricchiola.

Purtroppo, la fine delle cose prima o poi arriva sempre e una settimana più tardi, Fiorenzo sta per mordere l’ultima ciambella. Mentre è lì lì per addentarla, a un tratto si blocca. Non è possibile! Un altro calabrone! Questa volta sembra addirittura che si muova, che agiti il capo e l’addome lucido. Schifato, Fiorenzo, tenta di alzarsi dalla sedia, ma non ci riesce. Grugnisce impotente e scaglia la ciambella, con l’insetto, in un angolo della cucina. Dopo innumerevoli tentativi, riesce ad alzarsi e ad andare in bagno per orinare.

Passata la notte, Fiorenzo telefona di nuovo al servizio clienti. Questa volta, la sua voce tradisce una certa irritazione. Si fa persino scappare l’ipotesi di una denuncia. Tuttavia, l’operatrice lo rassicura. Ha un tono meno piatto del solito. Ma probabilmente è una persona diversa ogni volta.

Fatto sta che, tempo due ore, torna il corriere. Lui sì che è sempre lo stesso, con la medesima espressione strafottente.

Fiorenzo fa uno sforzo terribile a camminare e a scendere nell’androne. Per fortuna, un vicino di casa lo aiuta a caricare i pacchi sull’ascensore. Dodici grossi pacchi enormi. Sfortunatamente, deve fare due viaggi. È talmente obeso, che con tutta quella roba accanto, bloccherebbe l’ascensore.

Non vede l’ora di chiudersi in casa e di mangiare le ciambelle. Le sue adorate ciambelle Oromattina.

* * *

Ci vuole meno di una settimana perché Fiorenzo consumi la scorta. Ormai non si alza più dalla sedia e si fa tutto addosso. Però la puzza non la sente. Gli arrivano soltanto il profumo della vaniglia e dello zucchero a velo.

Non importa che non senta più le gambe, le braccia e la schiena. Ci sono loro. Le sue ciambelle! Ma come farà quando saranno finite? Che cosa succederà? No, non è possibile, ne è rimasta soltanto una!

Con il cuore in gola, divide l’ultimo dolce. In quel momento, un calabrone imponente esce dalla ciambella zigzagando, gli ronza intorno e si appoggia infine sul suo pancione abnorme. Terrorizzato e inerme, lui prova a gridare, ma l’insetto lo punge vicino all’ombelico.

Sentendosi svuotare e risucchiare, Fiorenzo si affloscia. Come un palloncino che si sgonfia e cade a terra. Improvvisamente leggero e inutile.

© Laura Scaramozzino

Laura Scaramozzino

Nata a Torino, nel 1976, ha condotto per dodici anni il programma culturale Dimensione Autore presso Radio Italia Uno. Ha tenuto corsi di scrittura creativa a Torino e Palermo. Ha pubblicato "L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang," ha partecipato alla raccolta "Materia oscura" e nel 2019 il romanzo distopico "Screaming Dora" edito da Watson. Collabora con il sito Tom’s Hardware

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