Seleziona Pagina

Cappuccetto Rosso di Jacob e Wilhelm Grimm

Cappuccetto Rosso di Jacob e Wilhelm Grimm

(Rotkäppchen, in Kinder und Haus-Märchen, (Fiabe del Focolare) vol. 1, 1812)

Cappuccetto RossoC’era una volta una dolce bambina, a cui tutti si affezionavano solo guardandola, e più di tutti sua nonna, che però non sapeva mai che cosa regalarle. Un giorno la nonna le regalò un cappuccio di velluto rosso, e siccome le stava così bene che non voleva più toglierselo, la bambina venne soprannominata Cappuccetto Rosso. Un giorno sua madre le disse: «Vieni, Cappuccetto Rosso, devi portare alla nonna una fetta di torta e una bottiglia di vino, perché lei è malata e debole, così sarà contenta; sii dolce e gentile con lei e salutala da parte mia, comportati bene e non correre fuori dalla strada, se no cadi e rompi la bottiglia, e la nonna non avrà niente.»

Cappuccetto Rosso promise di essere obbediente. La nonna però abitava lontano nella foresta, a mezz’ora dal villaggio. Non appena Cappuccetto Rosso entrò nella foresta, incontrò il lupo, ma Cappuccetto Rosso non sapeva che era un animale cattivo, e non si spaventò.

«Buongiorno, Cappuccetto Rosso.»
«Buongiorno, lupo.»
«Dove vai così di buon’ora, Cappuccetto Rosso?»
«Dalla nonna.»
«Che cosa porti sotto il grembiule?»
«La nonna è malata e debole, così le porto un po’ di torta e di vino, l’abbiamo infornata ieri sera, e quindi deve ancora rassodarsi.»
«Cappuccetto Rosso, dove abita tua nonna?»
«Ancora un quarto d’ora buono di cammino nella foresta, sotto le tre grandi querce, là sta la sua casa, sotto ci sono i cespugli di noce che tu conoscerai bene,» disse Cappuccetto Rosso.

RotkäppchenIl lupo pensò tra sé: “Questo è un bocconcino bello grasso, vediamo come ottenerlo.”

«Senti,» disse lui, «non hai visto i bei fiori che sono nella foresta? Perché non ti guardi in giro? Non senti come cantano melodiosi gli uccellini? Vai a un po’ a vedere da sola, come quando vai alla scuola del paese: è così bello nella foresta.»

Cappuccetto Rosso spalancò gli occhi, e vide come il sole filtrava tra gli alberi, e che i bei fiori erano dappertutto. Allora pensò: “Ehi, se ne porto alla nonna un mazzo anche lei sarà contenta; è ancora presto, faccio ancora in tempo.” E saltò nella foresta a cercare fiori. E quando ne aveva raccolto uno, poi si accorgeva che ce n’era uno ancora più bello, e così entrava sempre più nella foresta. Il lupo però andò dritto alla casa della nonna e bussò alla porta.

«Chi è?»
«Cappuccetto Rosso, porto la torta e il vino, aprimi.»
«Spingi solo la maniglia,» gridò la nonna, «Sono troppo debole per alzarmi.»

Il lupo spinse la maniglia e aprì la porta. Allora entrò e andò dritto al letto della nonna e la divorò. Poi prese i suoi vestiti, li indossò, si mise la sua cuffia, s’infilò nel suo letto e tirò le tende.

Cappuccetto Rosso però correva ancora in giro a caccia di fiori, e solo quando ne ebbe così tanti da non poterne più portare si portò sul sentiero che conduceva dalla nonna. Quando arrivò vide la porta aperta e se ne meravigliò, e quando entrò nella camera da letto, le sembrò così strana che pensò: “Oh, mio Dio! Tutto questo mi mette paura, eppure sto sempre volentieri dalla nonna.” Poi andò al letto e aprì le tende; lì c’era la nonna sdraiata, e aveva la cuffia calata a fondo sulla testa, ed aveva un aspetto bizzarro.

«Oh, nonna, che grandi orecchie hai!»
«Così posso sentirti meglio.»
«Oh, nonna, che grandi occhi hai!»
«Così posso vederti meglio.»
«Oh, nonna, che grandi mani hai!»
«Così posso abbracciarti meglio.»
«Oh, nonna, che bocca straordinariamente grande hai!»
«Così posso mangiarti meglio.» E subito il lupo saltò dal letto, saltò sulla povera Cappuccetto Rosso e la ingoiò.

Dopo aver ottenuto il grasso bocconcino, il lupo si rimise a letto, si addormentò e cominciò a russare rumorosamente. Persino il cacciatore che passava di lì pensò: “Come mai la vecchia signora russa così? Andiamo un po’ a vedere.” Allora entrò e quando fu davanti al letto ci trovò proprio quel lupo che cercava da tempo, e che senz’altro aveva divorato la nonna. “Forse si può ancora salvarla,” pensò il cacciatore, “non devo sparare.” Allora prese il coltello e tagliò lo stomaco, e dopo aver fatto un paio di tagli vide brillare il cappuccio rosso, e dopo aver tagliato ancora un po’ la bambina saltò fuori e gridò: «Oh, com’ero spaventata, era così buio dentro il lupo.» E poi uscì la nonna ancora viva. Ma Cappuccetto Rosso prese delle grosse pietre pesanti, con cui riempì il corpo del lupo, e quando lui si svegliò cercò di saltare, ma le pietre erano così pesanti che cadde morto.

Allora furono tutti e tre contenti: il cacciatore prese la pelliccia del lupo, la nonna mangiò la torta e bevve il vino che Cappuccetto Rosso le aveva portato, e Cappuccetto Rosso pensò tra sé: “Finché vivrò, non correrò più nella foresta fuori dal sentiero, se la mamma lo avrà proibito.”

Rotkäppchen

Si racconta anche che un giorno che Cappuccetto Rosso portò un altro dolce alla nonna, un altro lupo le parlò cercando di farla deviare dal sentiero. Ma Cappuccetto Rosso fu prudente e andò dritto per la sua strada, e disse alla nonna che aveva visto il lupo, gli aveva augurato buongiorno, ma che le era sembrato arrabbiato.

«Se non fossi rimasta sulla strada aperta, mi avrebbe mangiata.»
«Vieni,» disse la nonna, «dobbiamo chiudere la porta, così non potrà entrare.»

Subito dopo il lupo bussò e disse: «Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto il dolce.» Loro però rimasero in silenzio e non aprirono la porta. Allora il cattivone girò attorno alla casa e infine saltò sul tetto, e voleva aspettare fino a sera, quando Cappuccetto Rosso sarebbe andata a casa, con l’intenzione di pedinarla e mangiarla con il favore del buio. Ma la nonna capì che cosa lui aveva in mente; allora lei mise davanti alla casa un grosso trogolo di pietra: «Porta il secchio, Cappuccetto Rosso, ieri ho cucinato le salsicce, quindi metti nel trogolo l’acqua in cui sono state cotte.» Cappuccetto Rosso ne portò così tanta da riempire il trogolo. Allora l’odore delle salsicce entrò nelle narici del lupo, lui annusò e guardò in basso, e alla fine si allungò così tanto che non riuscì più a tenersi, cominciò a scivolare e scivolò giù dal tetto, finì dritto nel grande trogolo e annegò. E così Cappuccetto Rosso se ne andò a casa contenta e sicura.

Traduzione © 2023 Mario Luca Moretti
Le illustrazioni sono cartoline postali di Otto Kubel
Copertina di Elena Schweitzer

Mario Luca Moretti
+ posts

Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi la NewsLetter

Scrivi la tua email:

Prodotto da FeedBurner