Irrealtà
L’immagine di copertina è World © by Roberta Guardascione, per Cose da Altri Mondi
Il Racconto della Domenica
“Irrealtà” di Vincenzo Barone Lumaga è uno dei primi racconti di nuovi Autori pubblicati su Cose da Altri Mondi. Questo è stato pubblicato la prima volta il 13 gennaio 2019.
Mr. Bauer, l’uomo che hai davanti, è un magro e ben rasato direttore di filiale che dimostra poco meno di cinquant’anni.
La sua imperturbabile espressione sorridente, il suo rilassato modo di ascoltare, le movenze flemmatiche sono il risultato evidente di una vita passata a intrattenere relazioni con il pubblico.
L’ufficio in cui ti trovi, il suo ufficio, è una stanza piuttosto grande, ma priva di mobili di particolare lusso.
Tutto appare moderno, funzionale, privo di sfarzo. Niente legno antico e marmi. Tutto acciaio e vetro per la scrivania, plastica confortevole per le poltroncine.
Mr. Bauer è uno che sceglie di impressionare non con lo sfarzo, ma con il senso d’innata affidabilità che ispira.
«È bene che glielo precisi da subito, Signor Izzo.» Esordisce l’uomo. «Allo stato attuale purtroppo non è permessa l’apertura e la gestione di varchi a opera di soggetti privati. Quelli di cui si conosce l’esistenza sono tutti presidiati dagli eserciti territoriali o da task force internazionali. L’attività che realizziamo qui non è dunque legale.»
Tu, alias il Signor Izzo, Ugo per gli amici (quali amici?) non fai altro che annuire in silenzio
«Per questo, fermo restando che lei è libero di aderire o no alla nostra offerta, confido nella sua assoluta discrezione su ciò di cui parleremo da ora in poi.»
«In effetti, su questo flyer parla soltanto di un’agenzia di viaggi. Nulla a che vedere con quello che mi ha accennato la ragazza…» borbotti.
«Naturale. In ogni caso noi funzioniamo regolarmente come agenzia di viaggi nell’attività di sportello. La Parallelo, pur essendo giovane come touring operator è già un franchise rinomato su tutto il territorio nazionale e nei principali paesi industrializzati. Nell’ufficio del direttore di filiale invece vengono discusse ed effettuate le attività per clienti con esigenze particolari. Come lei.»
«E mi tolga una curiosità. Come fate a non dare nell’occhio?»
«Le ripeto, l’attività che pubblicizziamo nei canali ufficiali è semplicemente quella di normale tour operator. Per le traslazioni temporanee o definitive non ci rivolgiamo a tutti, ma solo a individui sui quali i nostri subagenti operano una valutazione basandosi sull’osservazione diretta.»
«Volete dire che Myra…»
«Certo, è la nostra subagente di zona nel settore della città in cui si trova il suo quartiere.»
«Aveva detto di volermi aiutare perché le ero simpatico…» replichi, e devi avere un’espressione particolarmente delusa, vista la risposta che Bauer ti dà.
«Su, non faccia questa smorfia avvilita! Probabilmente la ragazza era sincera, sa? I nostri subagenti lavorano molto sull’empatia che tende a svilupparsi con i potenziali clienti. E non c’è da stupirsi del resto, perché loro stessi sono in primis selezionati tra persone con particolari requisiti. Non le classiche attitudini richieste per il lavoro di pubbliche relazioni. Non soltanto la propensione al dialogo, la bella presenza, la capacità di autocontrollo. Ma anche lo spirito creativo, carattere sognatore, caratteristiche essenziali per saper riconoscere le persone che sognano… una nuova realtà!»
Tu sei ancora sorpreso e deluso per questa rivelazione. Rifletti su come si sono svolti i fatti che ti hanno portato in quel piccolo e disadorno ufficio. L’offerta promozionale della Parallelo Touring Club in effetti sembra troppo capitata a fagiolo. Proprio in un periodo in cui il peso di una vita nell’ombra ti opprime di più, grava su di te nella veglia come nel sonno instillandogli un senso di soffocamento progressivo. Ma di certo non immaginavi di trovare una soluzione in quel modo.
Prima che un’attraente ragazza conosciuta per caso a una festa ti passasse quel fogliettino, convincendoti a prenotare un appuntamento in agenzia, l’esistenza delle Realtà Esterne, scoperte alcuni anni prima, aveva per te un significato oscuro. Non t’interessi di scienza, e la novità non ha influito più di tanto sulla sua vita. Tranne che nei tuoi documenti, dove nelle indicazioni di nascita e residenza è stato aggiunto: Realtà 125.16.
Questo fino a due sere prima. Poi, una festa alla quale eri stato invitato in virtù di una conoscenza occasionale.
Hai bevuto qualche drink di troppo e sei divenuto più loquace del solito. Non ricordi chi è stato a presentarti Myra, ti sono rimasti impressi solo gli occhi profondi color nocciola di quella bruna magra e dalla pelle olivastra.
Appoggiato a un balconcino, mentre chiacchieravi con quella ragazza che non ti staccava lo sguardo da dosso ti sei sfogato su tutte le insoddisfazioni che ti avvelenano la vita: cominciando dal lavoro noioso e disumanizzante che t’impedisce di coltivare i tuoi ambiziosi progetti, quelli sognati quand’eri molto giovane.
Ti sei ritrovato, un giorno, a fare i conti con la realtà.
Tu, Ugo Izzo, sei un contabile di mezza età, scapolo e annoiato. Non ti guardi neanche più allo specchio tanto odi la sua vita.
Myra t’ha guardato con comprensione, soggiungendo: «Se ti dicessi che hai la possibilità di cambiare in un batter d’occhio tutto questo, avresti il coraggio di fare un salto nell’ignoto e ricominciare? O le tue lamentele per la sfortuna sono solo lo sfogo di un codardo?» e senza che neppure tu sia riuscito a notare il movimento con cui l’ha estratto da una tasca ti ha passato il bigliettino pubblicitario.
«Loro possono cambiarti la vita, con me lo hanno fatto.»
Poi ti ha spiegato in breve di cosa si tratta. Un qualcosa che sul momento ti suonava fantascientifico, e di cui in quel momento Mr. Bauer sta dicendo di più. Ti fai subito attento.
«Offriamo un servizio di trasferimenti extradimensionali» sta spiegando Mr. Bauer. «Molte persone, anche molto diverse da lei, intendo da com’è in questa dimensione, vedono nei varchi dimensionali il modo per realizzare un desiderio di fuga dalla loro realtà che non riescono a concretizzare nella loro dimensione.»
Tu sgrani gli occhi. Afferri solo in parte quel concetto che ti apre possibilità infinite. Nel frattempo Bauer digita sulla tastiera del PC.
Forse questo è il segno di quanto è forte nell’uomo moderno il desiderio di vivere la vita di qualcun altro. Questo pensi.
«Per esempio, Signor Izzo, sulla base dei dati anagrafici che ci ha fornito telefonicamente abbiamo preparato un piccolo dossier. leggiamo un po’ i dati che abbiamo sui suoi sé alternativi…174.59…189.30…ecco! in R.200.127 ho un Ugo Izzo magnate delle costruzioni, sposato a un’ex modella croata, tre ville, due Ferrari, uno yacht…»
Due settimane dopo, sei di nuovo qui, e ti senti stretta addosso la pelle per l’emozione. Hai prelevato tutto dal tuo conto corrente, chiesto un piccolo prestito a breve scadenza e riscattato alcuni titoli di stato che avevi, raggranellando diecimila Euro. Sei pronto a partire e vivere nella realtà alternativa come palazzinaro.
«Sarei curioso di vedere come se la caverà al posto mio l’altro Signor Izzo.»
Mr. Bauer abbozza un garbato sorriso.
«Oh, anche se c’è stato poco tempo, si è preparato a svolgere le sue mansioni sul lavoro. Per il resto, dovrà avere il tempo di ambientarsi.»
«Non riuscirò mai a capire cosa trovi di attraente nella mia vita quello lì…»
«In realtà è stata una precisa richiesta. Cercava proprio una persona come lei. A differenza sua, lui cercava la fuga da una vita troppo sotto i riflettori. Sa, la vita di un imprenditore immobiliare può essere molto stressante, al di là del lusso. Talvolta anche loro sentono il bisogno di evadere, ma preferiscono una realtà più tranquilla, Un’esistenza in ombra, se possibile.»
«Non mi combinerà casini, spero! Sul lavoro soprattutto, intendo.»
«Via, in fondo lo sa benissimo che non ci vuole un genio per fare il suo lavoro, Izzo! E comunque, si sta preoccupando quando non dovrebbe: per lei ora comincia una nuova vita. L’aspetta una nuova realtà!»
«Ha ragione. La forza dell’abitudine…»
«Ecco, bravo, cominci a pensare alla sua nuova vita!» Risponde Mr. Bauer sorridente. Prende in custodia la tua carta di identità, ti dà quella con l’altra residenza, e ti saluta con un «Buon viaggio!»
T’inoltri nel lungo corridoio susseguente allo sportello di agenzia e all’ufficio di Bauer. In fondo, vi sono quelli che a prima vista sembrano due ascensori appaiati. Uno di essi è al piano e la doppia porta scorrevole si sta aprendo dinanzi a te. Ci entri trattenendo il respiro.
Il traslatore assomiglia davvero molto a un comune ascensore. Porte e rivestimento interno sono in legno chiaro. Dentro c’è addirittura un ragazzo con la tipica uniforme degli operatori d’ascensore d’inizio Novecento. Quel gusto rétro ha l’indubbio potere di darti un senso di comfort e accoglienza.
Il ragazzo legge il foglio che ti ha stampato Mr. Bauer, e digita qualcosa sulla pulsantiera. Anche quella in tutto simile a quella di un normale ascensore e di aspetto vintage, non fosse per il display luminoso che la sormonta. Ti rendi conto che i numeri da uno a dieci non indicano i piani, ma servono per digitare il numero progressivo che contrassegna la realtà di destinazione. La macchina di lì a poco si attiverà e sulla base delle arcane coordinate cui corrisponde quel numero progressivo si muoverà non sul piano fisico ma nella dimensione della iper-realtà, quinta dopo linea, piano, tempo e spazio a essere scoperta. La macchina si avvia con un sommesso ronzio.
«Arrivati!»
L’esclamazione del ragazzo ti sorprende, solo allora ti rendi conto che il rumore è cessato. Non c’è stato alcun cambiamento degno di nota, forse giusto un lieve tremolio della lampadina nell’ascensore (non riesci a definirlo con una parola diversa). Il mutamento è stato impercettibile e indolore, ma quando esci dalla cabina, già ti sembra di respirare un’aria diversa. L’aria nel corridoio in penombra, seppure stantia come quella che hai lasciato dietro di te, ha un sentore diverso, nuovo. Si muovi nel corridoio verso l’uscita dall’edificio, quindi tornando nella direzione dell’ufficio di Mr. Bauer e la sua agenzia di viaggi. Tutto nell’edificio è esattamente come lo ricordi nell’altro mondo.
Anche lì difatti lavora un Mr. Bauer, che ti saluta sorridente.
«Signor Izzo, ben arrivato!» Ti dice stringendoti la mano.
«Lei mi conosce?»
«Certo, come lei conosce me del resto, o meglio, l’altro me!»
«Non ero sicuro di trovarla anche qui.»
«E cosa si aspettava? Imparerà presto che spostandosi di realtà, nulla cambia in modo davvero vistoso. Resta tutto più o meno uguale, tranne piccoli dettagli che fanno la differenza, ovviamente!»
Scherza ancora con te per alcuni minuti, poi esci dall’agenzia.
La strada sembra uguale a quella che hai lasciato nella realtà precedente. Eppure sottilmente diversa. Il cielo è di un azzurro più vivace, la giornata di agosto ben più calda e soleggiata di quella che ti sei lasciata indietro nell’altro mondo. Qualcosa nell’aria ti fa sembrare questa realtà più eccitante. Per il resto, ti sembra esattamente la stessa strada. Forse con qualche auto in meno parcheggiata. Per esempio, nella vecchia realtà non avevi notato quella Ferrari Testarossa messa proprio di fronte all’agenzia, acquattata sulle ruote in attesa come una belva fulva ma obbediente ai tuoi comandi.
Non può che essere la tua (la sua?). Mr. Bauer (ma chi dei due?) ti ha dato le chiavi.
Pregustando la nuova vita sali sulla Ferrari.
Sì, sarà tutto diverso, davvero, sarà una nuova vita qui…
Accendi il motore, beandoti per numerosi secondi del ruggito sommesso dell’auto. Ti fa davvero una strana sensazione avere sotto le tue mani e piedi il controllo di tanto lusso e potenza. Poi, con cautela ti immetti sulla carreggiata, dando gas e scalando marce. Giungi a un rettilineo. Prendi velocità. L’auto schizza via mentre un brivido sconosciuto ti parte dalle vene. È adrenalina concentrata che il cuore pompa all’impazzata nel tuo sangue.
La Testarossa schizza sull’asfalto come un lungo proiettile rosso. Continua a prendere velocità e d’un tratto si trasforma, con un boato devastante, in una palla infuocata che prosegue la sua corsa per una manciata di secondi prima di scomporsi in tanti grossi frammenti incandescenti.
Spesso i costruttori edili hanno legami con la mafia, e a volte certe amicizie comportano gravi rischi. Tu, Ugo Izzo, avresti dovuto pensarci. Non hai neppure il tempo di protestare per la pessima accoglienza che questa realtà ti ha riservato.
Realtà 125.16: Mr. Bauer posa la cornetta. Dopo tanti anni, sembra ancora a disagio quando un altro sé stesso lo chiama da una dimensione parallela.
Così come è a disagio nel vedere dinanzi a lui te, ovvero lo stesso uomo che poco prima è scomparso nella penombra del corridoio, verso quella che anche a lui sembrava una banale coppia di vecchi ascensori. O forse non proprio lo stesso. L’aspetto fisico è il medesimo, ma ci sono delle differenze nell’abbigliamento, che suggeriscono, da parte tua, un tenore di vita molto più facoltoso. Differente anche l’acconciatura dei capelli. Ma soprattutto gli occhi sono diversi. Quelli dell’altro erano pieni di amarezza e disillusione, voglia di evadere da una realtà che lo condannava a morire un po’ alla volta giorno dopo giorno. Invece nei tuoi occhi può leggere un sentimento diverso, l’espressione negli occhi che ricorda un animale braccato, che ha paura di qualcosa di molto più concreto e brutale di un lento inaridirsi. Lo sguardo di un uomo sul quale pesa una condanna a morte.
«Mi informano adesso che il suo cambio di residenza procede senza intoppi, signore. Ora può cominciare una nuova vita qui» ti dice sorridendo.
Perché tu sei Ugo Izzo, l’altro.
Vincenzo Barone Lumaga
Nato il 4/7/1978 a Torre del Greco (NA). Laureato in giurisprudenza e avvocato penalista, musicista, beer lover e scrittore. Appassionato di horror, sci fi e noir, scrive con continuità dal 2005. Ha pubblicato l'antologia horror Le ore buie(2013), il romanzo horror Lame di Tenebra (2016) e il saggio Com'era weird la mia valle (2018), scritto assieme a Fabio Lastrucci.