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UNA REAZIONE DI FUSIONE ASIMMETRICA

UNA REAZIONE DI FUSIONE ASIMMETRICA

Il Racconto della Domenica

Ah sì, grazie Signora Presidente. Apprezzo molto il fatto che lei abbia trovato il tempo per ascoltarmi, ma del resto si tratta di un’emergenza senza precedenti; il momento è decisamente arrivato al limite massimo accettabile. Tuttavia immagino che il nostro Frank… scusi, il dottor Carpenter, le avrà già fornito un rapporto preliminare sul problema. E adesso intendo spiegarlo nel dettaglio.

Ah no? Solo per grandi linee? Ok, io credevo…

Ah, benissimo. Non ci sono problemi, dottor Carpenter. Anche se ritengo che lei sia perfettamente in grado di spiegare il fenomeno come, e meglio di chiunque altro. Sappiamo bene che lei non è un semplice professore di biologia; infatti non si diventa consulenti scientifici del Presidente se non conoscendo praticamente tutta la materia!

Chiedo scusa, Signora Presidente: eravamo compagni di branda al Caltech. A ogni modo, certo che non è la posizione ufficiale della Nasa; non è possibile esprimere posizioni ufficiali su qualcosa che fingiamo che nemmeno esista. Anche se i pochi tra noi che lo sanno sono d’accordo sul fatto. Mi perdoni, ma potrei sapere che cosa le ha detto esattamente il dottor Carpenter?

Ho capito… per cui lei è già informata della cosa. Ottimo; il che mi risparmia un bel po’ di spiegazioni. E sì, temo proprio che sia così: un modo semplice ed esatto per spiegare tutto. Secondo le nostre stime saremo fortunati se avremo due o tre settimane prima che scoppi un cas… ehm, un caso di isteria collettiva. Ma dobbiamo essere fortunati, ripeto.

Be’, non possiamo dirlo in questo momento… insomma non con esattezza, capisce. Ma ha ragione, Signora Presidente, non possiamo fermarlo. Quando? Dal 1962, quando ci sono state, vediamo, dieci trasmissioni radio verso alcune stelle…

Eh sì, dottor Carpenter, vedo che ha fatto bene i suoi compiti; non sia modesto, dottore, lo sappiamo. E no, no, quella trasmissione del 1962 deve far parte della lista. È vero che dal punto di vista tecnico era un messaggio lanciato verso Venere, ma poi è rimbalzato sulla superficie del pianeta ed è volato in direzione del gruppo stellare HD 131336 in Bilancia. Ho paura che al momento sia ancora in viaggio. Be’ certo, può non essere stato uno di quei messaggi, Signora Presidente. Voglio dire che ci siamo fatti una bella pubblicità la fuori con chi poteva ascoltarci, soprattutto dopo aver inventato la televisione. Già, perché le onde televisive non rimbalzano sulla ionosfera come quelle della radio…

E certo, capisco che non sia facile divulgare un cosa del genere, Signora Presidente, ma sono virtualmente certo che in questo momento qualcun altro stia facendo una relazione sul nostro stesso argomento al suo capo di stato… o magari lo ha già fatto da un pezzo. Chiede chi? Be’, probabilmente i russi, che hanno un loro sistema di monitoraggio del Sole. Sa, per il loro programma spaziale: bisogna controllare i cosiddetti flares, cioè le vampe solari capaci di distruggere, letteralmente, una missione con equipaggio sulla Stazione Spaziale Internazionale, o far dei danni ai satelliti. Poi ci sono anche i cinesi, soprattutto adesso che hanno messo gli occhi sulla Luna.

No. Non credo che siano bravi come noi, Signora Presidente. E comunque al momento nessuno di loro ha dei satelliti in orbita solare, ma noi sì. È una questione di budget. Be’, è anche una questione di spinta: serve una certa grinta motore per raggiungere un’orbita polare attorno al vecchio Sole. Se non è così, lo scopriranno presto, Signora Presidente, il che è sicuro. Poi c’è la comunità degli astronomi; non scordiamoceli. I dilettanti. Tutti quelli che osservano il cielo. In principio penseranno di essere diventati matti, ma in poche settimane troveranno la conferma alle loro osservazioni.

Poi c’è sempre qualcuno che non sta zitto; insomma non so dire fino a quando potremo tenere segreta questa cosa. Ma se interpreto la natura umana nel modo giusto, potremmo dover affrontare sia i disordini in città, se non addirittura un totale collasso legislativo e nelle forze dell’ordine. Ah, accidenti… dovrebbe esserci Zwicky quando ci serve.

Come? Ah certo, Zwicky, Fritz Zwicky. Un astronomo svizzero anche lui al Caltech, l’unico così folle da aver pensato già dall’inizio a una cosa come questa. Un tipo strano, di sicuro, ma venderei l’anima per essere come lui. Mi dispiace, Signora Presidente, ma temo che dovremo fare a meno del suo aiuto; è morto nel 1974. Sì, adesso mi piacerebbe averlo qui con noi; potrebbe anche essere in grado di dirci perché ci sta succedendo tutto questo.

Come sarebbe? Be’, Frank, sai benissimo che secondo me c’è qualcosa che non va nel nostro sistema solare: le altre stelle che abbiamo studiato sono una cosa del tutto diversa dalla nostra. E attenzione, dico proprio che sono del tutto diverse. Noi non rappresentiamo la normalità astronomica, ma siamo quelli fuori di testa. Come se il nostro sistema solare fosse stato proprio costr… Vabbè, lasciamo perdere.

Chiedo scusa Signora Presidente. Eh, divagazioni di un povero vecchio, la prego di non farci caso. Ammetto che ho la tendenza a divagare.

Nossignora, temo proprio di no. Vorrei proprio poter pensare l’opposto: non c’è quasi nessuna possibilità che possa trattarsi di un fenomeno naturale. O per lo meno: le nostre teorie attuali sul Sole non giustificano ciò che sta succedendo, se non perché qualcuno lo produca appositamente.

Per ciò che sappiamo, il Sole funziona fondendo atomi di idrogeno per produrre elio e nel processo rilascia nell’ambiente l’energia di mille miliardi di bombe atomiche da un megaton ogni secondo. E questo è quanto. In definitiva un processo molto ben studiato, che sta andando avanti da oltre quattro miliardi e mezzo di anni, senza problemi. Le vampe solari? I flares? Be’ quelli… quelli sono roba da poco, rispetto a tutto il processo. Piccole eruzioni di energia sulla corona solare. Durante un ciclo solare di undici anni, nel periodo di massima attività solare si verificano parecchi flares al giorno, altrimenti meno di uno alla settimana.

Ah, chiedo scusa per la piccola conferenza, Signora Presidente. Comunque i flares sono una cosa senza importanza; il NOAA, (il Centro Meteorologico Americano) pubblica regolari previsioni. Qui invece si parla di qualcosa di molto diverso.

Ah, la cosa. Bella domanda. Be’, se non sbaglio (e spero proprio di avere ragione) loro si sono già presi cura di tutto; hanno fatto in modo che nessuna radiazione dannosa possa colpire la Terra. Per lo meno il nostro satellite RA-3 riporta che tutte le trazioni avvengono sul lato opposto del Sole, quello opposto alla Terra e in più solo sull’equatore solare. È vero, potrebbe trattarsi di un caso; dal punto di vista delle probabilità, qualsiasi evento e qualsiasi azione concepibile potrebbero verificarsi in un punto qualsiasi dell’universo, dato il tempo necessario. Però secondo me servirebbe più tempo e più universo per spiegare in modo soddisfacente ciò che sta succedendo.

Ma, torniamo a Zwicky. Negli anni sessanta, quando suggerì di sparare graziose particelle ad alta velocità nel Sole per innescare esplosioni di fusione asimmetrica su un unico lato: provocando quindi una forza di identica grandezza, capace di spingere il Sole nella direzione opposta. Il suo progetto prevedeva di essere attuato in un lontano futuro, certamente non per adesso.

Capisce, Signora Presidente, lui immaginava che noi (e per noi si intende il Sole che si tira dietro la Terra, gli altri pianeti e tutta la compagnia) potessimo infine raggiungere il vicino sistema di Alpha Centauri che avremmo raggiunto con questo trucco in circa 2500 anni; questa era la destinazione che aveva in mente Zwicky a quel tempo. Proprio così, signora: un vero e proprio volo spaziale per pantofolai. Secondo lui l’esplorazione dello spazio sarebbe stata molto più piacevole non dovendo abbandonare le comodità della casa. Tuttavia a suo modo di pensare, dovevamo essere noi a decidere di farlo. Credo che sarebbe molto divertito all’idea che qualcun altro gli ha rubato il progetto, “qualcuno” non di questa Terra e decidendo di metterlo in pratica su una scala immensamente superiore.

Infatti, per quel che siamo stati in grado di determinare al momento, pare che siamo diretti invece verso una non meglio definita zona più o meno al centro della Via Lattea. Io… io non vorrei dire Signora Presidente, ma in quel posto si trovano le stelle più antiche della galassia. Delle civiltà? Se esistono devono essere enormemente più avanzate di noi. Molto più avanzate, infatti…

Oh, accidenti: la cosa. Se devo essere sincero ho fatto una scommessina con il dottor Carpenter sulla cosa; ovvio che il nucleo della Via Lattea è molto più lontano di Alpha Centauri, tuttavia ho scommesso che alla fine ci metteremo esattamente gli stessi 2500 anni per arrivare laggiù…

Ah, be’: nessuno dice che non ci possano essere accelerazioni, o cambiamenti di rotta in futuro. Tenuto conto di quello che loro hanno già fatto fin qui non ne sarei troppo sorpreso. Il Sole ruota intorno al suo asse in circa 25 giorni più o meno e questo all’equatore perché è fatto di plasma. In questo momento stiamo tenendo d’occhio la zona in cui sono state rilevate inizialmente le trazioni; quando quest’area tornerà nella posizione originale… Anche se mi aspetto di vedere una seconda fase di trazioni. Ammesso che saranno solo due: chi può dirlo.

E no, Signora Presidente, non so proprio immaginare perché il nostro sistema solare sia stato tirato su come una trota alla lenza, se non esprimendo opinioni che il dottor Carpenter non approverebbe. Posso solo sperare che alla fine sia una buona cosa. E lo spero, che Dio mi aiuti. Forse ci troveremo alla presenza dei nostri creatori, che esprimeranno tutte le loro migliori intenzioni. Anche se pensare a una trota… nome poco adatto, ma vedremo cosa succederà.

Questi sono i fatti, Signora Presidente. Però, anche nel migliore dei casi, ci restano solo poche settimane prima che i cambiamenti risultino evidenti a tutti, anche ai bambini, semplicemente scrutando la volta celeste e, come ho detto, è impossibile immaginare come reagirà la nazione… anzi il mondo intero direi.

Da ciò che mi ha detto prima il dottor Carpenter, anche se non so nulla di politica, capisco però che tutto ciò giunga in un momento poco opportuno. Ma forse sarà bene trarre tutti i vantaggi possibili: da un limone possiamo sempre fare una buona limonata! Immagino non sia necessario far subito dei cambiamenti al discorso dello Stato dell’Unione.

Racconto tratto da Quantitative Factor (2015)
Traduzione Ricardo L. Garcia & Franco Giambalvo

Ricardo L. Garcia
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Nato a L'Avana nel 1955 è uno degli autori che appartengono a quella che molti considerano l'età dell'oro della fantascienza nel suo paese natale, Cuba, gli anni '80. Abita nel Texas, e scrive di preferenza in inglese. Ha scritto numerosi racconti e due libri, TIME OF THE PHOENIX MAN (2013) e QUANTITATIVE FACTOR (2015).

3 Commenti

  1. Ricardo L. Garcia

    Grazie mille! 🙂

  2. LUCA RETTORE

    Racconto originalissimo sia nella forma che nel contenuto. L’idea è intrigante e chissà se non sarà realmente così un giorno. 🙂

  3. Ricardo L. Garcia

    Gentilissimo, grazie! 🙂

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