Un caso di etica…
La copertina è World © di Roberta Guardascione
Il Racconto della Domenica
– Oh, ma il viaggio nel tempo è naturalmente possibile – dichiarò allegramente il dottor Wheeler, mordicchiando il suo sandwich nella caffetteria.
Un anno prima il dott. Luigi Castellani s’era guardato intorno pensieroso, mormorando qualche scusa quando aveva lasciato il tavolo il più educatamente possibile.
Non sarebbe stata una buona idea per un giovane e ambizioso insegnante appena assunto, farsi vedere in giro col più geniale ma eccentrico professore dell’università, anche se era un luminare nel suo campo…
Però, conoscendolo meglio, le sue paure si erano placate e Castellani ormai accettava le dichiarazioni del suo più anziano collega con lo stesso spirito degli altri colleghi dell’università: innocue ma stimolanti speculazioni su cui riflettere.
Ma quella volta rimase a fissare l’amico sgomento:
– Certamente John – disse nel suo spaventoso inglese – non sta parlando sul serio…
– Se si preoccupa che per questo poi sarò invitato a presentare le mie dimissioni e andarmene in pensione, sappia che dovranno strapparmele dalle mie morte e fredde dita. Sì, sto parlando sul serio.
– Uh, va bene. Ma dico, vuol dire che lei non considera seria la folle idea del prof. Alvarez? Fare uno show scientifico per il grande pubblico alla televisione è sicuramente lodevole, in linea di principio. Peccato che poi tutto si trasformi ogni volta in una specie di autopromozione…
– Le idee di chi? – Il professore di storia mandò giù l’ultimo boccone di sandwich con un sorso d’acqua e poi si attaccò al caffè ancora intatto del Castellani – Ah, espresso. Non dovrebbe bere questa roba, fa male alla pressione.
– Alvarez, nel suo “L’Universo intorno a Noi” nell’ultimo numero di Physics Quarterly, ha scritto un articolo in cui dimostra che non è possibile usare i tachioni – ah i tachioni – per viaggiare nel tempo. Che lui fosse solo il coautore di quell’articolo era tutto sommato irrilevante, quello che nel subconscio gli premeva veramente, era evitare di ingannare il pubblico con della pseudo-scienza.
– Temo di non avere mai sentito niente del genere prima d’ora. Tachioni, eh? Uno di questi giorni dovrò decidermi a studiare l’argomento. Ma in fondo non è che m’importi come lo spiega lei, ragazzo mio. Il viaggio nel tempo non solo è possibile ma è già successo. E più di una volta a dire il vero.
Castellani deglutì sorpreso – Sarebbe?
– Oh andiamo, la cosa è evidente per chi la sa guardare! La storia, la linea temporale o come la si voglia chiamare, è stata ripetutamente ritoccata. Penso che magari avrebbero potuto fare di meglio qua e là, ma tutto sommato hanno fatto un buon lavoro.
– Non capisco…
– I nazisti; avevano la più spietata macchina da guerra che si sia mai vista dai tempi degli Assiri, eppure sono stati fermati. Adesso il Terzo Reich è soltanto un altro capitolo di storia. Loro non riuscirono a invadere le isole britanniche o a battere la Russia. Non riuscirono a costruire la bomba atomica, e guardi che ci andarono molto vicino. Oh, e Pearl Harbor non fu quel disastro che avrebbe potuto essere.
– Ah, ma…
– Il meteorite di Tunguska del 1908: ne ha mai sentito parlare? Samuelson, del dipartimento di astronomia, me ne parlava giusto l’altro giorno; è affascinante… vabbè, la faccenda è che è caduto nel bel mezzo del nulla, in Siberia. È esploso a mezz’aria, con una forza di circa cinque megatoni. Tanto perché lo sappia, l’esplosione di Hiroshima era molto più debole. Decisamente molto più debole in effetti. Un paio d’ore di differenza e avrebbe potuto spazzar via Mosca. Non riesco davvero catalogare tutti i modi in cui il mondo di oggi avrebbe potuto essere diverso.
– Ma questo non significa…
– E Attila che fu sconfitto a Chalons nel 451, i sovietici che non hanno vinto la Guerra Fredda, nonostante tutto l’aiuto che gli aveva dato l’Occidente. E l’ultima Era Glaciale non ha visto l’estinzione dell’ultima e meno preparata delle specie, un certo Homo Sapiens. Anche la Peste Nera non ce la fece, e neppure la crisi dei missili cubani nel 1962. E nemmeno…
– Mi arrendo – Castellani alzò una mano. – Qual è il suo punto, John?
– Dovrebbe esserle ormai evidente. Ogni volta che l’umanità si è avvicinata troppo al disastro qualcosa o qualcuno le è venuto in soccorso.
– Vuol dire Dio…
– Decisamente no. Beh, in ultima analisi potremmo anche dire che è lui a guidare il gioco, ma dove sta il divertimento in tutto questo? Quello che io invece propongo – e il dottor Wheeler si appoggiò allo schienale aprendosi nel suo più bel sorriso – è molto meno drammatico. Io penso che degli umani, forse un gruppo preciso chissà, abbia agito come un corpo di polizia temporale risolvendo qua e là i vari problemi per condurci al mondo che conosciamo noi. Oppure al mondo che avremo tra poco. Loro forse stanno lavorando anche adesso, mettendo a punto qualche dettaglio. Questo non lo sapremo mai.
Castellani non emise neppure un fischio, né di ammirazione, né d’altro. Riuscì solo a dire:
– È un’idea piuttosto fantasiosa; mi piace. È questo quello che lei insegna in classe?
– No, non adesso. Ho ancora bisogno del mio stipendio. Un giorno, forse…
– Prenoto un posto per quando succederà. Ma trovo una falla nella vostra interessante teoria.
– E cioè?
– L’etica – il fisico allargò le mani – Potrebbe essere oppure no, non ho abbastanza conoscenze della fisica per stabilirlo. Comunque questi sarebbero poteri immensi, quasi divini. Cambiare il corso della storia; perché dovrebbero preoccuparsi di farlo per il meglio? – Scosse la testa – La tentazione potrebbe essere troppo grande. Adesso potremmo vivere nella peggiore delle dittature, un impero, un impero brutale come quello di Caligola.
– Ma non lo siamo; vedete? È come dico, non lo siamo. Di fatto questo è il paese più libero del mondo, nell’epoca più libera mai vissuta. E anche la maggior parte del mondo è libero. Spesso temo che sia anche troppo libero. – il dottor Wheeler annuì pensieroso – D’accordo, lui o loro dovrebbero essere fondamentalmente onesti, con un senso dell’etica talmente grande da resistere a qualsiasi tentazione. Ma questo è accaduto già: voglio dire che queste persone con questi poteri straordinari hanno scelto di non approfittarsene. Truman poteva rispedire i sovietici all’età della pietra, quando eravamo gli unici a possedere la bomba atomica; aveva tutte le possibilità e le provocazioni del mondo per farlo. E il vostro {Lucio Quinzio} Cincinnato? Non voleva essere dittatore ma salvò Roma {due volte} dai suoi nemici. Gorbaciov smantellò volontariamente la struttura totalitaria creata da Stalin e perfezionata da Breznev.
– E come è possibile sapere – a questo punto il dottor Castellani si fece serio – che questi non siano stati costretti ad agire eticamente da qualche poliziotto temporale?
Ancora una volta Wheeler si appoggiò allo schienale e scoppiò a ridere fragorosamente – Touché. Faremo di lei un teorico delle cospirazioni, Luigi. Ma parliamo di lei, amico mio – Si frugò nella tasca della giacca – Mi dispiace di non aver potuto assistere alla sua cerimonia di naturalizzazione… ah, eccolo qui – e tirò fuori un pacchetto delle dimensioni di una carta di credito avvolto come se fosse un regalo che posò sul tavolo davanti al dottor Castellani – La prego di accettare questo per la sua scrivania.
– Ma non avrebbe dovuto – il fisico scosse la testa imbarazzato – Grazie, caro amico mio.
– Prego, e benvenuto al mio nuovo compaesano.
C’era genuino affetto e orgoglio nell’espressione dell’anziano quando Castellani scartò il fermacarte con sopra incise le parole che aveva imparato a conoscere a memoria:
GIURO FEDELTÀ ALLA BANDIERA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA E AL REGNO CHE ESSA RAPPRESENTA: UNA NAZIONE AL COSPETTO DI DIO, INDIVISIBILE, CON LIBERTÀ E GIUSTIZIA PER TUTTI.
Vedi anche altri racconti di Ricardo Garcia.
Adattamento a traduzione di Franco Giambalvo.
Ricardo L. Garcia
Nato a L'Avana nel 1955 è uno degli autori che appartengono a quella che molti considerano l'età dell'oro della fantascienza nel suo paese natale, Cuba, gli anni '80. Abita nel Texas, e scrive di preferenza in inglese. Ha scritto numerosi racconti e due libri, TIME OF THE PHOENIX MAN (2013) e QUANTITATIVE FACTOR (2015).
Un onore!