Maternazione pittorica
Maternazione. Programmazione tecnologica di riproduzione” © R. Pestriniero, 1972
“Maternazione. Programmazione tecnologica di riproduzione”del 1972 è uno dei quadri che ho sentito molto, tanto che in seguito ne ho dipinti altri due per dare una continuazione al primo. Il 5 luglio 1996 fu ottenuta la clonazione artificiale di una pecora alla quale fu dato il nome di Dolly.
Con questo non voglio dire che il fatto riguardava noi, ci mancherebbe, la notizia fu data dall’Institute Roslin di Edimburgo. Fu infatti Ian Wilmut, il capo dell’equipe di ricercatori che, ormai da tempo, si occupava della tecnica per la clonazione di animali, a dare la notizia al mondo. Fu così che, per la prima volta, una pecora appartenente alla razza Finn Dorset riuscì a essere la “fotocopia” di un altro esemplare.
La cosa non poteva non interessarmi dal punto di vista scientifico, mentre mi faceva pensare che, come appassionato di Science Fiction, la cosa un domani poteva rientrare nella pratica comune. E con questo arriviamo al primo quadro. Il quale mostra una mano cibernetica che, con movenza estremamente soft, preleva un bambino – maschio o femmina non si sa – da una eventuale catena di montaggio. Notare anche lo sfondo che non offre una visione di meccanicità ma, anzi, mostra un cielo rosato con lievi sfumature di nubi, tanto da rimanere in tema semplice e naturale… insomma cosa di tutti i giorni.
È ovvio che la scoperta di Dolly ha suscitato una serie di preoccupazioni nel mondo perché la clonazione di esseri umani poteva rappresentare una visione non naturale. Comunque la faccenda è andata avanti anche se attualmente, e a mia conoscenza, non si è più sentito nulla di importante.
Però l’avvenimento mi è rimasto fisso nella mente e non poteva essere tolto. Che fare? Potevo dire a Ian Wilmut di smetterla? Così l’unico espediente – oltre alla scrittura ovviamente – era di rappresentare la cosa in un altro quadro dove, anziché un essere umano, mettevo quello che si dice anamorfico come poteva essere la rappresentazione pittorica nel XVII secolo. È ovvio che il risultato non poteva essere similare, ma insomma sistemai l’”oggetto” in una caverna di ghiaccio ed ecco Criogenesi del 1976.
La cosa però continuava ad emozionarmi. E allora feci un terzo quadro ove manifestavo chiaramente quello che pensavo in merito alla – prossima? – avventura dell’uomo, e la indicai, sempre nel 1976, come Genesi. In effetti l’opera riguarda un bambino in posizione fetale dentro una pseudo placenta. Solo che la placenta risulta appesa ad un albero morto.
Renato Pestriniero
Renato Pestriniero, veneziano, sposato, una figlia. Fino al 1988 capo reparto presso la filiale veneziana di multinazionale svizzera. Dal suo racconto “Una notte di 21 ore” il regista Mario Bava ha tratto il film “Terrore nello spazio.” Esperienze televisive, radiofoniche, fotografiche e figurative.