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Ho giocato a Final Fantasy VII… un’altra volta

Ho giocato a Final Fantasy VII… un’altra volta

In questi giorni, i misteriosi flussi e riflussi del web ci hanno portato una meraviglia. Un bravo informatico ha recuperato alcuni dei più antichi filmati realizzati dall’umanità, come quelli dei fratelli Lumière, e li ha dati in pasto a un intelligenza artificiale che li ha processati. Questa volta Skynet, invece di fare disastri e cercare di dominare il mondo, si è limitato a ricalcolare i tanti fotogrammi che mancavano a causa delle limitatezze tecniche dell’epoca, offrendoci immagini di risoluzione e fluidità moderna. Il risultato sono immagini della vita quotidiana della fine dell’ottocento, che sembrano girate oggi. Non solo possiamo vedere queste persone muoversi in modo naturale, ma possiamo meglio comprendere come era indossare i loro abiti e come questi panneggi si muovevano nella vita quotidiana. Un po’ di colore e qualche suono ambientale e sembra di essere tornati indietro nel tempo.

Vi racconto questo, perché offre una certa idea di ciò che è stato necessario per realizzare  l’operazione Final Fantasy VII Remake, attesa dai fan della serie da decenni.

FInal Fantasy: a stessa battaglia nei due giochi

Final Fantasy VII; la stessa battaglia in versione anni ’90 e nella nuova versione.

Erano gli anni ’90 e fino ad allora non mi ero mai interessato tanto ai videogiochi, anche perché, a quei tempi, erano pensati per persone col sistema nervoso di un pilota collaudatore e la maniacalità ossessiva di Sherlock Holmes. Qualcuno mi regalò la Playstation 1, che cominciava a presentare contenuti graficamente interessanti. E così fui attratto da questo titolo che cambiò per sempre il mio modo di vedere i videogiochi. Innanzitutto era un kolossal: l’elegante cofanetto presentava ben tre CD e, ogni volta che si passava da uno all’altro, la storia subiva un ribaltamento totalmente inaspettato; cosa che sarebbe continuata nei capitoli successivi, fino all’arrivo del DVD che consentì di mettere tutto nello stesso supporto.

Per coloro che avevano giocato a Final Fantasy  nei sei capitoli precedenti, era una vera rivoluzione. Intanto,erano stati giochi di ambientazione tipicamente fantasy, sia pur con qualche elemento aggiuntivo che potremmo definire di magik-steampunk. La vicenda cominciava in una grande metropoli moderna, sia pure presentata con uno stile liberty molto raffinato. Un’ambientazione mai vista prima in un gioco di ruolo per PC (mentre oggi ci sono anche GDR ambientati nello spazio). E poi arrivava il 3D, che prima non si era mai visto. Sia pure molto stilizzati, e in movimento su fondali dipinti, i personaggi erano in 3D. Le battaglie erano totalmente in 3D e, a tratti, scattavano filmati realizzati in elevata computer grafica che offrivano momenti cinematografici prima mai visti.

Stiamo parlando però di quello che, alla fin fine, era una sorta di fumetto, per l’impossibilità tecnica di inserire i dialoghi recitati dei personaggi. Una limitazione che fu colmata solo dopo anni dopo, a partire dal decimo capitolo della serie (forse ancor oggi il migliore, a mio avviso).

La storia di Final Fantasy, tuttavia era molto ricca e lunga, per più di 100 ore di gioco, contro le 30-40 dei giochi attuali. E questo è un primo elemento delle difficoltà che si ponevano di fronte ai realizzatori di oggi: quei milioni di fotogrammi da inserire tra una vignetta e l’altra.

Sull’altro piatto della bilancia i valori che avevano fatto dire ai fan che FF7 è il miglior gioco della saga (e molti lo sostengono ancora, anche dopo le cose veramente straordinarie che la Square a saputo fare): una trama, un po’ confusa ma ricca e coinvolgente, personaggi epocali e bizzarri, un mondo tutto da esplorare, una colonna sonora con brani indimenticabili.

Tutti elementi che nel primo capitolo del remake della saga sono stati ampiamente rispettati e valorizzati. Inserendo infinite cose in più che rendono il gioco una sorpresa anche per chi, l’originale, lo aveva giocato anche più volte.

FInal Fantasy: i personaggiSi parte dalla perfezione dei personaggi e della loro gestione. Non solo sono bellissimi e realizzati perfettamente, ma sono incredibilmente espressivi. Quando si avvicinano e ti fissano con quei loro occhioni vivi, nei quali si intravvedono persino le venature irregolari dell’iride, ti prendono l’anima. E non solo. Per tutto il gioco ogni personaggio sembra animato di vita propria; se tu puoi controllare uno di loro, gli altri ti seguono o ti precedono a seconda di ciò che deve accadere, ognuno ha qualcosa da dire o da commentare, qualche volta si mette nei guai e devi soccorrerlo, altre volte arriva in modo inaspettato a salvarti quando credevi tutto perduto.

Poi ci sono le ambientazioni; così curate che alle volte ci si prende del tempo, entrando in una stanza, per osservare le infinità di oggetti che la popolano. Non vedremo nel dettaglio tutta la grande megalopoli di Midgard, che altrimenti avrebbe assorbito tutte le risorse disponibili del gioco, ma, come previsto dalla trama originale, ci muoveremo nei suoi bassifondi, in alcuni suoi quartieri, nelle grandi tangenziali (corse folli in moto, spadacchiando a destra e a manca),  e in molti angusti sotterranei. Con citazioni ed espedienti che non vengono solo da FF7, ma anche da tutti i titoli che le sono succeduti.

Come l’originale, non è un gioco facile. Anche giocato nella versione più facilitata, è un gioco che impegna in mille sfide diverse, così come dev’essere un buon gioco di ruolo per computer.

Questo primo capitolo della riproposizione finisce là dove, all’epoca, terminava il primo CD; quando i nostri eroi, finalmente, abbandonano Midgard per avventurarsi alla scoperta di tutto il pianeta di cui essa è in qualche modo la capitale.

Già all’epoca rimasi di stucco, uscendo da lì e scoprendo che ad aspettarmi c’era una mappa del mondo interamente tridimensionale, tutta da esplorare con vari mezzi di locomozione: terrestri, volanti e, persino, un sottomarino. Riusciranno quelli della Square a restituirci quello stupore nel prossimo capitolo?

Già ci avevano provato con il quindicesimo capitolo della saga, ma poi – spaventati dagli investimenti spaventosi e forse dal terribile costo al pubblico  rappresentato da un gioco che avrebbe richiesto, come avverrà per FF7, almeno due Blue-Ray – quelli della Square avevano deciso di rattrappirne tutta la parte finale in modo assai deludente.

La strada quindi è irta di difficoltà, a partire da una trama ricca di misteri che in questo primo capitolo ha saputo solo spalancare punti interrogativi di livello planetario. Mentre all’orizzonte si profila un altro monolito nero e inquietante, come quello di 2001 Odissea nello spazio, che rischia di aprire opportunità e sfide difficili da prevedere. La Playstation 5!

 

Giorgio Sangiorgi
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Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.

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