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TRUMP, LA UNIVERSAL, HILARY (SWANK) E LE CONTROVERSIE SU THE HUNT

TRUMP, LA UNIVERSAL, HILARY (SWANK) E LE CONTROVERSIE SU THE HUNT

Politically un-correct

Sarà per la lunga onda del politically uncorrect di trumpiana ispirazione, sarà per la coda di paglia di certi produttori e certe case di produzione timorose non si sa bene di cosa, ma la recente cancellazione di The Hunt da parte della Universal sembra quasi una conferma del clima che si respira nel mondo dello showbusiness americano.

La storia parla di un gruppo di sconosciuti (ma non troppo) rapiti che si svegliano in una foresta per diventare prede in una caccia esclusiva riservata a ricchi miliardari. Eppure, se avete visto la nuova serie di The Boys, vietata ai minori di 18 anni e peraltro già confermata per la seconda stagione, di tabù ormai credo sia rimasto ben poco da sdoganare…

Altre cacce

Di fatto, non sembrava un tema così eclatante, eppure questa sorta di moderna (e tutto sommato non troppo improbabile) rivisitazione del classico La pericolosa partita è sembrata forse un po’ troppo estrema e ammiccante. Il film era noto anche con il titolo Le cacce del conte Zaroff, girato negli anni Trenta sullo stesso set (e con parte degli stessi attori) di King Kong.

La Universal ha dichiarato di aver sospeso l’uscita della pellicola, co-prodotta con la Blumhouse, in seguito alle mortali sparatorie (quelle sì una sorta di caccia al piccione in piena regola) avvenute a Dayton in Ohio e a El Paso in Texas. Soprattutto, ed è questo il punto, sembra che la marcia indietro sia avvenuta in seguito agli attacchi portati nei confronti della pellicola da centri di potere e informazione legati a Trump e ai conservatori – primo fra tutti Fox News.

Tutto questo dopo che il presidente, con i suoi onnipresenti (e spesso falsanti) twitter, accusava Hollywood di razzismo e in particolare indicava questa pellicola come esempio di quanto negativo poteva partorire l’élite culturale dell’entertainment.

Il pensiero di Hilary

Raggiunta a Locarno, dove era presente per l’annuale Festival cinematografico internazionale, Hilary Swank, una delle star protagoniste, ha dichiarato:

Al di là delle parole di divisione e odio è importante invece celebrare le nostre diversità specie quando raccontano storie significative!

L’attrice, che attualmente sta sviluppando un suo progetto che ha il focus su un rifugiato siriano, ha poi aggiunto:

Il mio desiderio di raccontare storie è sempre lo stesso… non importa chi sia il presidente! Le scelte che ho fatto e che faccio inquadrano la persona che sono e questo non cambierà… Sì faccio storie sui perdenti, certo, e difendo anche i loro diritti umani!

Donne sottostimate?

Tre anni dopo aver rivelato che una volta le era stato offerto un decimo dello stipendio di una controparte maschile anche dopo aver vinto un Oscar, Swank ha anche affrontato il problema della disuguaglianza di genere a Hollywood. Ha ammesso che essere una donna a volte la faceva sentire come un cittadino di seconda classe:

Ancor oggi, non vengo pagata quanto la mia controparte maschile. Non credo ci sia equità in questo.”

L’attrice ha poi riflettuto su alcuni dei risultati ottenuti dal movimento Me Too.

Certo, ci sono molte più opportunità non solo per le attrici ma anche per i registi e per altre persone. Stiamo assistendo a una maggiore inclusività non solo per il genere, ma con la razza. È molto importante. Credo che l’uguaglianza stia facendo passi da gigante, ma penso che ci sia ancora molta strada da fare.

Alla domanda se potrebbe impegnarsi come attivista prima delle elezioni del 2020, Swank ha affermato che è importante sostenere quello in cui si crede, aggiungendo che se ci si trova nella posizione di poter aiutare altre persone, allora si dovrebbe farlo:

Quando scelgo un ruolo lo faccio per narrare un punto di vista della razza umana. Tutti abbiamo lo stesso desiderio di dare e ricevere amore e di trovare il nostro scopo più pieno. Alla fine, questo è ciò che ci collegherà sempre. Ma penso che sia anche molto importante celebrare le nostre differenze.”

Come considerazione finale su The Hunt, va forse detto che il tutto potrebbe essere una geniale operazione di marketing per lanciare al meglio il film; non sarebbe neanche la prima volta!

Se siete curiosi, ecco qui il trailer originale:

 

Sergio Giuffrida
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Classe 1957, genovese di nascita, catanese d'origine e milanese d'adozione. Collabora alla nascita della fanzine critica universitaria 'Alternativa' di Giuseppe Caimmi, e successivamente alla rivista WOW. Dai primi anni Novanta al novembre 2021 è stato segretario del SNCCI Gruppo Lombardo. Attualmente è nel board di direzione con Luigi Bona della Fondazione Franco Fossati e del WOW museo del fumetto, dell'illustrazione e del cinema d'animazione.

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