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Purtroppo vide

Purtroppo vide

Autunno appare a volte mortale ed è questo il caso.
Racconti da Twincipit ritorna con una nuova proposta di Mirco Goldoni, scatenata da un’idea triste di Sergio Mastrillo.

Marco sbirciò tra le tapparelle.
La strada era deserta.
Il vento trascinava le foglie del vecchio olmo e le ammucchiava sotto le scale dell’edicola all’angolo.
Non aveva nessuna intenzione di uscire, dopo quello che era successo. Ormai era solo, insieme a un mucchio di foglie morte.

Sergio Mastrillo

 

Non meno morto di esse era l’edicolante che stava riordinando le riviste nella propria vetrina o il ciclista che pedalava svogliato e infreddolito, sferzato da un fastidioso vento novembrino. Così come morte erano le sorelle Giuratti che saltellavano ridenti mentre si avviavano a scuola, dove ad attenderle era un altrettanto morto maestro: li vedeva.

E lui? Era lui vivo? Sì, Marco era maledettamente vivo, gli altri lo sapevano e lo temevano per questo.

Tutto iniziò un anno prima, all’interno di un supermercato, quando un gruppo di amici, quattro giovanissimi ragazzi la cui somma delle età superava a malapena la sua, lo superò correndo per entrare in un negozio di videogiochi. In realtà lui non vide i ragazzi, vide quattro ombre fumose sparire in quel locale che da lì a pochi minuti prese improvvisamente fuoco. Nulla poterono fare i soccorsi prontamente intervenuti.

Poi alcuni mesi più tardi, quando incontrò Fausto, un suo vecchio amico di scuola. Lui gli parlava entusiasta dei progetti che aveva in corso, ma Marco vedeva oltre quella gioia, vedeva una nuvola grigia salirgli dal petto e inondargli il cervello. Fausto, pochi giorni dopo, fu colto da ictus mentre fumava una delle sue amate sigarette.

Incontrò anche Greta, la figlia dei suoi vicini, una giovane donna sempre triste, perseguitata da falsi amori violenti. La incontrò mentre lei scendeva le scale, lo sguardo sempre rivolto verso il basso.
«Buongiorno signor Verticelli» lo salutò.
«Buongiorno Greta, dove vai di bello così felice?» le chiese mentendo, tentando di sollevarle il morale.
«Vado a scegliere il vestito da sposa, finalmente». Marco l’osservò allontanarsi, un mazzo di crisantemi le stavano spuntando dalla nuca.

Non la vide più, nessuno seppe più nulla di lei.

    • * * *

Fu allora che Marco capì. Fu allora che comprese la maledizione che lo aveva colpito. Poteva vedere il destino delle persone.

Dapprima rigettò quest’ipotesi, quasi potesse scegliere. Poi, quando l’evidenza non gli lasciò tregua, tentò di evitarla. Iniziò ad uscire sempre meno di casa e le poche volte che ne era costretto rifuggiva gli sguardi altrui per evitare di vederne il futuro.

Il suo cuore si indurì. Perse quasi tutti gli amici. Li perse per amore verso di loro, ma loro non capirono. Iniziò un periodo di isolamento, di esilio volontario. Non voleva vedere, non voleva sapere, voleva solamente vivere, accontentandosi di sopravvivere.

Una sera, mentre stava sorseggiando un caffè nel salotto di casa, venne colto da un ulteriore terrore. Corse a coprire tutti gli specchi intuendo il rischio che avrebbe potuto correre nel vedersi riflesso. Non poteva permetterlo, non voleva. Non si considerava un codardo, ma non era pronto per quell’immane prova.

Arrivò infine il 4 dicembre, Festa del Patrono. Si armò di coraggio e scese nella Piazza brulicante di canti, di suoni, di luci e di gioia. Tentò di inebriarsi lui stesso di quella spensieratezza.

Ma vide.

Vide un folto gruppo di suoi compaesani contorcersi tra sangue e dolore; fu allora che gridò loro: «Fuggite! Presto, non vedete? Mettetevi in salvo!»

Ci fu chi non sentì, molti altri lo guardarono incuriositi e allo stesso tempo spaventati dalle urla di quel signore che ricordavano come una persona gioviale e simpatica, fino a che, improvvisamente, iniziò a chiudersi in sé stessa isolandosi da tutti.

Un intero fianco della montagna scivolò sul paese accompagnato da un enorme frastuono. Sedici persone persero la vita orribilmente schiacciate, altre ventisette furono soccorse e portate d’urgenza negli ospedali della zona. Chi si salvò osservò attonito Marco, inginocchiato, perso in un irrefrenabile pianto.

Mentre l’intero Paese si chiudeva in un immenso cordoglio, lui si barricò nel proprio immenso dolore.

Salì a perdifiato le scale cercando rifugio tra le mura domestiche. Mentre si apprestava a chiudere la finestra della sala, tentando d’isolare all’esterno tutta quella sofferenza, i luminosi raggi della luna colpirono il vetro riflettendogli l’immagine di un vecchio solo quale era diventato.

Ma non vide solo questo e si lanciò nel vuoto.

Ancora oggi, nei primi giorni di dicembre, mentre il vento soffia gelido tra le vie deserte del paese accumulando qua e là mucchi di foglie morte, c’è chi afferma di udire un urlo di dolore.

Mirco Goldoni
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nasce presso questo sito come autore inizialmente di Twincipit e successivamente pubblicando un primo racconto tratto dal Twincipit di un altro Autore. Ha uno stile sicuro, che lo potrà lanciare verso mete più importanti.

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