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“LUNA SPOT” DI GIORGIO SANGIORGI

“LUNA SPOT” DI GIORGIO SANGIORGI

Il Racconto della Domenica

 

Ci furono molte interpellanze e molte polemiche, ma non ci fu assolutamente niente da fare.

Qualcuno disse che si trattava di una vera e propria violenza nei confronti di tutta l’umanità, altri dissero che sarebbe stata un’indecenza di cui la specie umana avrebbe dovuto vergognarsi nei confronti delle generazioni future e, forse, un giorno, d’innanzi al cosmo nella sua totalità. Non ci si stupirà se nessuna di quelle levate di scudi poté impedire una simile catastrofe.

Magari se ci fosse stata una forte autorità mondiale, un governo centrale terrestre, si sarebbe davvero potuto fare qualcosa sul serio, tuttavia una simile acquisizione politica sembrava ancora molto lontana dal poter essere realizzata. Cosa che da molti anni conferiva alle multinazionali un potere immenso.

E, purtroppo, non c’erano neanche gli estremi giuridici per impedirlo.

In questa materia, infatti, erano anche accadute cose bizzarre; persino tizi che ritenevano di godere legittimi diritti sul satellite della Terra. Un pensionato tedesco, appunto, asserì di aver ricevuto la sua sovranità lunare da un re prussiano del seicento, mentre un signore di Chicago nel 1949 fondò Celestia, un organismo che reclamava “per l’essere umano” l’intera estensione dello spazio al di fuori della Terra – tanto che, quando la corsa allo spazio era iniziata sul serio, quell’ente aveva inviato veementi lettere di protesta agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica.

Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico è del 1967; firmato e ratificato dalla maggior parte delle nazioni terrestri, aveva stabilito che il nostro satellite: non è soggetto di appropriazione nazionale tramite rivendicazione di sovranità, tramite l’utilizzo o l’occupazione, o altro.

Nel 1979 gli succedette il Trattato sulla Luna, più deciso nel proibire ogni sfruttamento militare e commerciale di ogni corpo celeste, ma questo documento fu firmato solo da diciassette nazioni – come il Kazakistan o il Perù – e nessuna delle quali era una potenza aerospaziale vera e propria.

L’intraprendente imprenditore Dennis Hope, nel 1980 decise di rivendere la Luna un tanto al chilo. Dopo aver analizzato il Trattato sullo spazio extra-atmosferico, si era convinto che era possibile rivendicare il possesso del satellite; così aveva fatto una richiesta formale di acquisizione territoriale all’Onu. Le Nazioni Unite non avevano risposto, e lui l’aveva preso per un silenzio-assenso. Si ritiene che a seguito di questo guadagnò dieci milioni di dollari dalla vendita di appezzamenti lunari.

Il fatto che ben due presidenti degli Stati Uniti acquistarono alcuni di quegli appezzamenti seleniti la dice lunga sull’atteggiamento tenuto dal loro paese in merito.

A peggiorare le cose, nel 2015 il governo americano varò lo Spurring Private Aerospace Competitiveness and Entrepreneurship Act, una legge che incentivava i cittadini statunitensi ad esplorare il cosmo a fini commerciali. Una legge che si rivolgeva tanto agli asteroidi, visto il loro interesse per l’industria mineraria, che alla Luna stessa.

Dal 2025, India e Cina entrarono pesantemente tra i paesi in grado spingersi nello spazio e chiesero di intavolare negoziati per giungere a una spartizione. Questi tavoli di trattativa non si realizzarono mai. In compenso le altre nazioni, preoccupate di restare fuori dai giochi, riproposero l’accordo del ’79. Il guaio fu che, se anche vi aderirono nuovi paesi, alcuni della compagine precedente si defilarono.

Per di più, il nuovo testo che ne risultò era alquanto confuso e la situazione, giuridicamente, divenne ancora più incerta.

Che dire? Per fermare l’odierno scempio non si è riusciti neanche a sviluppare un’azione internazionale congiunta; molti paesi si sono totalmente disinteressati della cosa, mentre altri si sono mossi solo autonomamente.

Persino gruppi di cittadini hanno presentato esposti, a partire da una class action intentata dagli eredi dei proprietari dei terreni acquistati da Hope negli anni ottanta.

Nulla tuttavia si poté fare di efficace. Anche se esposti e ricorsi venivano accolti dalle autorità dei paesi in cui venivano presentati, ciò che avveniva era situato nello spazio, là dove, alla fin fine, non c’era una polizia che potesse far valere atti emanati da una singola autorità nazionale.

Dopo poco tempo, un cartello di aziende aerospaziali private di tutto il mondo era impegnato sulla Luna, in una delle imprese più colossali e insensate in cui l’umanità si era mai avventurata fin dalla costruzione delle piramidi.

Migliaia di mega-tonnellate di suolo lunare furono ribaltate e spostate per giungere alla configurazione richiesta e, a onor del vero, in tempi rapidissimi che non si sarebbero neanche mai potuti ipotizzare.

A pensarci bene, però, si trattava solo di spostare strati molto superficiali di terreno e sistemarli opportunamente. Per quanto mastodontica, l’opera realizzata non necessitava di particolari sforzi, dato che la mancanza di atmosfera consentiva a quelle semplici creazioni di resistere per millenni.

Quando tutto fu pronto, il nostro satellite non era visibile dalla Terra e dovemmo aspettare il nuovo plenilunio. Io e i miei amici ci riunimmo tutti per “celebrare” l’evento, su una terrazza, tra libagioni e facezie. La serata estiva rendeva la cosa molto piacevole, tuttavia, quando la Luna apparve rosata sull’orizzonte non riuscimmo a reprimere un brivido di freddo disgusto.

Sorseggiando un amaro, restammo a lungo quasi ammutoliti ad osservare la luna piena che saliva nel cielo sempre più luminosa.

Non si vedevano più bene i suoi mari grigiastri, che sembravano essere stati confusi da un immenso spazzolone. L’unica cosa che ben si distingueva era una scritta immane, ben visibile da tutto l’emisfero terrestre immerso nel buio notturno.

Quella scritta diceva: Bevete Coca Cola.

© Giorgio Sangiorgi 2019
(Foto di copertina : GERARD JULIEN/AFP/Getty Images)

 

Giorgio Sangiorgi
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Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.

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