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Luc Orient

Luc Orient

Su queste pagine elettroniche, ho recentemente citato Luc Orient come probabile fonte di ispirazione  Lucas per il suo Guerre Stellari. Tuttavia, ripensandoci, molti giovani adepti della fantascienza, grattandosi la pera, magari avranno esclamato, come Don Abbondio: “Luc Orient, chi era costui?” Se così dovesse essere, il vuoto del tempo va colmato, anche se di recente di questo fumetto sono uscite belle e complete ristampe in edicola.

Luc Orient è una creazione del 1966 di Michel Regnier detto Greg, che fu editore capo del mitico periodico Tintin, e che reputando la sua rivista troppo debole in merito a racconti di fantascienza, inventò Luc Orient affidandone il disegno a Eddy Paape.

Luc Orient sul Corriere dei PiccoliIl fumetto apparve in Italia, appena l’anno dopo, nel 1967, ne I classici dell’Audacia con una storia che si intitolava Il drago di fuoco. Quando la mitica rivista fu chiusa dalla Mondadori, il seguito di quest’avventura, I soli di ghiaccio, apparve nel 1968 sul numero 22 del Corriere dei Piccoli, io lo comperai e, ragazzi, fu una rivelazione.

Hugo Kala, valente tuttologo, Luc Orient e Lora Hansen, formano un terzetto dalle caratteristiche molto collaudate (Gordon, Zarro e Dale vi ricordano qualcosa?). Tuttavia, Luc non è un eroe che nasce fatto e finito. All’inizio della sua carriera lo vediamo come un biondo ragazzone, anche un po’ svagato, che fa da assistente al brillante professore.

La storia inizia quando uno scienziato italiano, Damiani, trova nelle giungle indiane una pietra misteriosa. Immediatamente parte per l’Europa, per portarla al professor Kala, ma le radiazioni emesse dallo strano metallo lo uccidono mentre è ancora in volo.

A Luc viene affidato il compito di portare in fretta il sasso in laboratorio, per metterlo in una cassa isolante. Purtroppo arrivano i cattivi, chissà come allertati di ciò che accade: è Argos, malvagio scienziato rivale di Kala. Vogliono la pietra. Luc se ne tira fuori in fretta, ma resta esposto troppo a lungo alle radiazioni e rischia la vita. Tutto si aggiusta e finalmente è possibile esaminare il reperto.

Kala intuisce così che si tratta di un minerale di origine extraterrestre con straordinarie proprietà energetiche. Bisogna partire subito per l’India, per trovarne la fonte e lì, man mano che si avvicinano alla loro meta, la natura diviene sempre più bizzarra.

Luc Orient e gli extra terrestri

Luc Orient incontra un extra terrestre.

Dopo molte vicissitudini, finalmente l’incontro: spuntano due extraterrestri, dall’aspetto molto elegante, anche se un po’ incartapecoriti, Lec-Hôj e Sazh-O. Hanno problemi con la scatola del cambio e i terrestri si offrono di aiutarli a tornare a casa. Morale della favola. Gli extraterrestri ripartono per il loro pianeta.

Il signore di Terango inizia nel salotto del professor Kala, i protagonisti stanno trascorrendo una piacevole serata ricordando il passato e pensando al futuro.

A un certo punto Luc Orient decide di uscire per andare dal tabaccaio, ma invece che con le sigarette, riappare con gli alieni. Sono proprio i vecchi amici, già tornati da Terango per chiedere il loro aiuto.

Il loro ritorno in patria infatti li ha messi di fronte a una brutta sorpresa: il loro mondo è ora dominato dall’imperatore Sectan, il quale ha intenzione di invadere presto anche la Terra. Insomma chiedono ai nostri eroi di andare su Terango per unirsi alla resistenza.

Dopo qualche esitazione i nostri accettano, prelevano un po’ dei giocatoli sperimentali di Kala e si imbarcano sul disco.

Questa parte della storia risente di un forte influsso di uno dei film culto della fantascienza: Il pianeta proibito. Alcune delle inquadrature e delle soluzioni futuristiche adottate ne sono chiaramente ispirate. Sicché i nostri vengono disintegrati e poi ricomposti per non subire gli effetti della tremenda accelerazione.

Luc Orient

L’imperatore Sectan

La scena si sposta nel palazzo del dittatore e con orrore scopriamo che Sectan, diversamente dagli altri indigeni, si fregia di due orribili basettoni anni ’80.

A parte gli scherzi, il despota e le sue guardie nere sono evidentemente ispirati al regime nazista. Algidi, eleganti.

I nostri giungono nella capitale e vi penetrano con uno stratagemma degno dei racconti di Robin Hood, celati in un carro.

La città è magnifica, perché Paape, prende spunto dalle tipiche visioni del futuro degli anni ’60, ma già la porta verso quella maggiore verosimiglianza e complessità che contraddistingue le illustrazioni della nostra epoca.

In qualche modo le anticipa e se ne fa precursore.

Finalmente l’investimento che i ribelli hanno fatto sui terrestri comincia a fruttare e i nostri fanno saltare tutta la flottiglia, usando dell’esplosivo terrestre, che su Terango è ancor più devastante. La città è in fiamme e il despota basettone deve fuggire ignominiosamente.

A questo punto lo sceneggiatore, Greg, memore di Lawrence d’Arabia (ma soprattutto di Gordon Flash), deicide che per la resistenza è il momento di ricercare gli alleati, è quindi il momento di affrontare Gli uomini drago.

È però all’inizio de La foresta d’acciaio che facciamo l’incredibile scoperta di cui ho già accennato.

Per anni George Lucas ha dormito tenendo gli albi di Luc Orient sul comodino e le avventure su Terango rivelano in pieno la loro importanza, come una delle principali fonti di ispirazione per il ciclo di Guerre Stellari.

Alcune scene sono infatti straordinariamente sovrapponibili con l’attacco sul pianeta ghiacciato, all’inizio de L’impero colpisce ancora.

Argos infatti ha predisposto degli ordigni d’assalto (la foresta d’acciaio, appunto) che giungono sulle loro lunghe gambe e attaccano la base ribelle.

Più perfido di Darth Vader, Argos ha legato un ribelle sopra uno degli ordigni semoventi.

Questo impedisce ai nostri di attuare il loro piano che consiste in bombe magnetiche caricate alla dinamite.

Orient decide il tutto per tutto, da solo dovrà attaccare il semovente sul quale è imprigionato l’ostaggio, per liberarlo.

Con sé porta solo un arma… una spada laser! Lo so, lo so, vi ricorda qualcosa… soprattutto se badate all’assonanza dei nomi: LUC Orient e… LUKE Skywalker!

Dopo la vittoria contro Sectan, Luc Orient abbandona Terango, e così anche il suo taglio gordoniano, per una fantascienza meno space-opera e più moderna, in vicende che ruotano intorno a Euro Crystal 1, un futuristico laboratorio situato in Svizzera dove per la prima volta avevamo incontrato il prof. Kala.

Ecco dunque altre avventure.

Il mistero delle sette luci vede i nostro Luc un po’ stralunato, perché fatica a riprendere la vecchia vita dopo le straordinarie avventure che sono trascorse.

Il professor Kala invece è infervorato e sta trafficando con delle pietre che ha trovato su Terango il che causa un incidente, sicché, Luc e Lora divengono inconsistenti – cosa che capiterà anche a due protagonisti della serie Star Trek Next Generation circa un ventennio dopo (anche questo è un caso?).

Ne Il cratere dei sortilegi si tratta di un meteorite che cade su Sargoris, un paesino di montagna che fa inferocire le persone.

Il raggio maledetto tratta del tema dei mutanti, un argomento che, sia pur marginalmente, ha sempre fatto parte della fantascienza e quindi non è un esclusivo appannaggio del Dottor X e di Stan Lee.

Allarme per il pianeta Terra concluse le apparizioni italiane del personaggio e anche le storie che seguono – Le 6ème Continent e La Vallée des Eaux Troubles – iniziano a segnare un declino della saga.

Con La Porte de Cristal, Greg tenta il salvataggio e ricominciano per i nostri eroi le avventure spaziali, mostrando una nuova razza extraterrestre, proveniente da un pianeta di nome Annatha.

Per un attimo la saga sembra riprendere vita, purtroppo le storie che ne seguirono: L’Enclume de la Foudre, Le Rivage de la Fureur, sia pur con la ricomparsa fugace del mefistofelico Argos,  non riuscirono a compiere il miracolo.

Gli ultimi episodi furono Roubak: ultime espoir, Caragal, Le spores de nulle part, Rendez-vous a 20 heures en enfern… e stando ai critici, non fecero che sanzionare il declino della serie a fumetti. Luc Orient non riuscirà perciò a giungere alle soglie del millennio successivo, cosa che avrebbe meritato.

Nonostante l’apparente clonazione di Gordon Flash, somiglianza iniziale che gli sarà più di impaccio che d’aiuto, il fumetto è di notevole pregio.

Proprio la graduale crescita del personaggio, che si sviluppa in una sceneggiatura di fantascienza tanto matura da non sfigurare ancor oggi, ne fanno un’opera interessante.

Inoltre, nelle tavole di Paape, che poi si è ritirato per insegnare ai giovani, possiamo gustare un certo modo di disegnare la fantascienza, tipico della scuola franco-belga, che incrocia il tratto corposo del disegno, con le geometrie metafisiche dei manufatti alieni.

Un segno e uno spirito che saranno poi portati a compimento dai grandi disegnatori della nostra epoca, come Moebius e Bilal, di cui abbiamo già parlato su queste pagine.

 

© Giorgio Sangiorgi 2020

 

Luc Orient a Terango

Luc Orient a Terango

Giorgio Sangiorgi
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Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.

2 Commenti

  1. Giorgio Sangiorgi

    Grazie Mariano, ma più che altro lo definirei “vita vissuta”.

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