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Arma Infero IV: Delenda Gordia

Arma Infero IV: Delenda Gordia

Delenda Gordia
Autore: Fabio Carta
Editore: Inspired Digital Publishing
Anno: 2019

La saga di Arma Infero, ovvero di Lakon e Karan, arriva al quarto e conclusivo episodio: mega-episodio si potrebbe dire, viste le sue 600 pagine. Abbiamo già analizzato i precedenti romanzi della saga, vale a dire Il Maestro di Forgia, I cieli di Muareb e quindi Il Risveglio del Pagan, tutti e tre già recensiti su questo sito.

Delenda GordiaAncora una volta tentare una sinossi è impossibile, data la vastità sia narrativa che tematica che l’autore mette in gioco (come nei tre precedenti episodi, del resto), il che riduce anche il pericolo di spoiler da parte mia.

E il romanzo si snoda su diversi registri. Inizia come una space-opera sui generis, con l’invenzione, di grande efficacia e suggestione del Serpente, ultima incarnazione di Lakon: una enorme e, appunto, serpentina, nave spaziale, visitata da Karan. Assume poi connotati ironicamente psico-intimisti, per arrivare a un intermezzo spionistico con il ritorno di Karan sulla Terra, quindi riprende il tema più ricorrente di tutta la saga: la guerra, che stavolta si materializza prima nell’interminabile faida fra la Falange e Gordia, e poi, in pratica nella devastazione di tutto il pianeta Muareb.

Un tema, secondario nei precedenti volumi, in questo si fà centrale, quello della religione. Lakon, il Martire Tiranno, assume qui le caratteristiche di una divinità, insieme distruttrice e messianica. Da sempre “fagocitatore” di spunti mitologici, storici e letterari, stavolta Carta si rifà alla Bibbia nella costruzione della “divinità” Lakon, ispiransosi sia al Vecchio che al Nuovo Testamento; dal Vecchio Testamento prende l’immagine di un Dio vendicatore, punitivo e guerresco, che distrugge per rigenerare; dal Nuovo Testamento l’autore compie varie parafrasi di brani dei Vangeli e dell’Apocalisse. E non mancano citazioni o spunti  tratti anche dai due più celebri poemi della tradizione occidentale: La Divina Commedia di Dante Alighieri e Il Paradiso Perduto di John Milton. E tutta l’immagine di Lakon qui appoggia sull’ambiguità di fondo, sulla sua condizione allo stesso tempo di divinità (o pretesa tale, e in verità più distruttrice che creatrice) e di angelo caduto, ambiguità richiamata anche dalla figura del Serpente.

Delenda Gordia è diviso in due parti ben distinte. Nella prima parte Karan continua e conclude il racconto orale iniziato nella piazza di Gordia davanti ai fedeli del Martire Tiranno (episodio con cui si apre Il Mastro di Forgia, primo volume della saga); nella seconda parte Karan, inaspettatamente, si confida alla giovane prostituta Johari, rivelando che l’apologetico e agioografico resoconto fatto del suo legame con Lakon (in pratica la sua stessa vita) è in parte insincero, e inizia così una “contro-storia” delle ultime vicende narrate. Tutto questo quarto romanzo, pur non rinunciando ai toni epici e lirici degli altri episodi, li permea di un senso di disincanto e disillusione, che sfociano in un epilogo struggente e solenne.

Nel complesso l’autore conferma tutte le caratteristiche, i pregi e i difetti mostrati negli altri tre romanzi di Arma Infero. L’estro narrativa, la sagacia drammatica, la credibilità e l’inventiva nel delineare gli sfondi ambientali abbondano come sempre, e le scene di guerra e devastazione sono raccontate con una potenza visionaria impressionante ed efficacissima. Il tutto è intervellato, e un po’ appesantito, dalla sua immancabile propensione a lunghi dialoghi filosofici, talvolta arzigogolati e non sempre indispensabili.

Rivedendo tutta l’opera nella sua forma completa e in retrospettiva, Arma Infero risalta nell’ambito della sf italiana per ambizioni e complessità, ma anche per ricercatezza stilistica e vastità dei suoi rimandi culturali.

Mario Luca Moretti
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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

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