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Cibernetica e Cyberpunk

Cibernetica e Cyberpunk

Cibernetica e Cyberpunk secondo Robert J. Sawyer in un suo articolo recentissimo che ha autorizzato per Nuove Vie e che oggi pubblichiamo in contemporanea. Grazie dunque a Nuove Vie e a Robert J. Sawyer, uno dei massimi scrittori di Hard Sciente Fiction, che sta per uscire con The Downloaded,  il suo venticinquesimo romanzo.

 

Un po’ di tempo fa mi è stato chiesto:

Dunque, con quale scrittore ti piacerebbe dibattere, ammesso ce ne sia uno? Vorrei proprio spiegare il tuo lavoro: ma da che testo dovrei partire, dimmelo tu. E ti paragoneresti a quale autore o autori.

Ecco la mia onesta risposta:

È davvero una serie di ottime domande. Quelle che uno scrittore si pone raramente. E, naturalmente, alla maggior parte degli scrittori creativamente ambiziosi piace dire di aver sempre fatto le cose in modo indipendente, in originalità, e io non faccio eccezione…

Rispondendo ad alcune interviste ho però detto che il mio romanzo WWW 1: il Risveglio (e i suoi sequel WWW 2: In guardia e WWW 3: La mente) sono da interpretare come una sorta di dialogo con Neuromante di William Gibson.

In realtà l’approccio di Bill è pessimista e bloccato (c’è un hacker nascosto, ci sono le grandi corporation che controllano tutto); io invece ho un approccio ottimista e aperto (il potere si rivolge a tutto il mondo).

Penso che la versione di Bill sia affascinante per il periodo in cui l’ha presentata ed eravamo nell’anno 1984.

In seguito, però, è stata smentita dalla realtà: in fantascienza l’intero genere cyberpunk è ora una specie di storia alternativa per niente correlata a come si è poi evoluta l’informatica.

Nell’anno 2006, sia Wikipedia che la rivista TIME non hanno nominato il cyberpunk come persona dell’anno, bensì “You,” cioè Tu, noi, l’uomo medio capace di creare liberamente e altruisticamente dei contenuti online.

La differenza tra l’approccio di Bill e il mio è più direttamente evidente ne Il Risveglio, dove, al capitolo 44, faccio una parafrasi della frase di apertura di Neuromante. Là dico, “Il cielo sopra l’isola era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto – cioè di un blu brillante e allegro.” Il finale cambia il significato apparente della parte iniziale. Là dove Bill, proprio nell’incipit, scriveva “Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto.” Punto. Il che faceva subito venire in mente un firmamento grigio e in attesa di disastri.

Ma la tecnologia è cambiata in modi che l’Autore non aveva previsto. Neuromante rimane, ovviamente, un prodotto notevole, ma Il Risveglio, che è uscito 25 anni dopo, inizia a estrapolare una realtà rivolta al futuro, in un tempo in cui il World Wide Web esiste davvero.

Non voglio fare spoiler, perché forse qualche lettore non ha ancora letto WWW 3: La mente (il terzo volume della mia trilogia WWW), ma la sua conclusione (non l’epilogo, ma l’ultimo capitolo) rappresenta il mio più clamoroso pensiero sulla democratizzazione resa possibile dalla nostra realtà online. Leggetelo.

Robert Sawyer: che scrittore sonoSono dunque uno scrittore ottimista (uno che pensa che l’umanità sia migliore ora di quanto non sia stata in passato, e sarà ancora meglio in futuro) e sono uno scrittore liberal (uno che sposa apertamente valori liberali come la medicina socializzata (in Mutazione pericolosa), il matrimonio gay (in WWW 2: In guardia) e il pacifismo (in Fuga dal pianeta degli umani e in molti altri libri).

Ritengo che l’Autore più vicino alla mia scrittura possa probabilmente essere Kim Stanley Robinson. Anche se, là dove Stan è interessato a ritrarre tendenze sociologiche su larga scala (come, per esempio, nella sua Trilogia di Marte), io preferisco di gran lunga concentrarmi sugli individui e raccontare intime storie personali.

 

© Copyright 2022 Robert J. Sawyer
Traduzione © 2022 Franco Giambalvo.

 

Robert J. Sawyer

è canadese, di Ottawa, (29 aprile 1960). Si definisce un autore di fantascienza hard, ma il suo interesse è per la caratterizzazione e la psicologia dei personaggi. Le sue opere hanno spesso connotazioni metafisiche, alla Arthur C. Clarke; appartiene a pieno titolo alla scuola secondo cui "la fantascienza è letteratura di idee."

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