
L’UNICA PACE POSSIBILE – CENTO PAROLE

Nella microstoria di oggi, i contendenti appoggiano un piano di pace, evento desiderabile nella misura in cui sembrava improbabile…
t.c.b.
L’unica pace possibile, di Giovanni Ortu
La speaker della CNN, immune al caldo del deserto, indossa il giubbotto antiproiettile con la disinvoltura di un abito da sera.
“…e finalmente, dopo decenni di scontri, le parti hanno accettato il piano di pace ONU!”
Invita davanti alla telecamera un uomo alto, pallido, magrissimo sotto un kimono nero.
“Vi presento il responsabile…”
L’uomo la interrompe.
“Mi scusi, c’è stato un fraintendimento, non faccio parte della delegazione ONU.”
Sorride, mettendo in mostra denti lunghi e appuntiti.
“Io rappresento la delegazione ONI.”
La terra si spacca, i demoni sciamano sui politici e sulle truppe allineate.
Il banchetto ha inizio.
Il racconto “L’unica pace possibile” è World © di Giovanni Ortu. All rights reserved.
(Segui questo link e spedisci un tuo breve racconto fantastico di cento parole)

L’immagine è di Geralt

Tea C. Blanc
È comasca. Vive un po' a Como, un po' in Svizzera. Collabora ad alcune riviste, sia cartacee che digitali. Ha pubblicato un racconto di genere fantastico con Edizioni Dell’Angelo; il romanzo dagli spunti fantascientifici “Mondotempo” (Watson Edizioni, collana Andromeda). Ha partecipato a varie antologie di autori vari con racconti o saggi. Finalista a vari premi, tra cui Premio Urania nel 2024.
Il punto è questo.
Vogliamo che la letteratura fantascientifica sia usufruibile da tutti o la vogliamo riservata ad una ristretta schiera di adepti, soli in grado di apprezzarla in quanto forniti delle necessarie e specifiche conoscenze in materia?
Il lettore medio ignora chi siano gli Oni e non è pertanto in grado di apprezzare autonomamente il coup de théâtre finale.
L’effetto sorpresa che il raccontino vorrebbe creare viene meno dovendo il lettore andarsi a leggere le spiegazioni di Wikipedia.
Maledetti siano i rimandi ipertestuali !!
Purtroppo leggo solo ora ma vorrei comunque condividere il mio punto di vista.
Scrivere un racconto in cento parole limita la quantità di informazioni che l’autore può passare a chi legge. Nell’economia dei caratteri a disposizione molto va lasciato non detto e altrettanto deve essere dato per scontato.
A volte funziona, a volte meno, ma va bene così: il giudizio finale è del lettore.
Detto questo, la sua domanda non è per niente banale e coglie dei punti molto importanti su cosa sia o debba diventare la letteratura fantascientifica moderna, sui suoi lettori e soprattutto sui lettori di fantascienza in Italia, ma servirebbe molto più spazio per una disanima approfondita.
G.O.