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“Megarette”, un fumetto tra passato e futuro

“Megarette”, un fumetto tra passato e futuro

Sono a raccontare del mio fumetto fantascientifico dal titolo “Megarette – Savage New World”, di cui sono soggettista e sceneggiatore, mentre ai disegni sono Fabio Govoni e Giacomo Pilato, e di cui è da poco uscito il terzo e conclusivo volume edito dalla casa editrice romana Weird Book, che si occupa di fantastico tra fumetti, letteratura e saggistica. Ringrazio da subito Franco Giambalvo che mi ha concesso lo spazio per parlare del fumetto.

Cos’è Megarette

Megarette è un fumetto di fantascienza che, nelle circa trecento pagine di cui è composto, racconta la storia di una società umana sconvolta e sopraffatta da un’altra civiltà, ritenuta estinta, vissuta e progredita occultamente tra le pieghe della nostra umanità fin dalla preistoria. La “specie lazzaro” in questione sono i Neanderthal, una specie umana realmente esistita e poi estintasi per mano, anche, di Homo sapiens, cioè la specie preistorica da cui deriva l’umanità odierna.

Per “specie lazzaro” si intendono quelle specie fossili che scompaiono dagli strati geologici e vengono di conseguenza considerate estinte finché non riappaiono in strati più recenti oppure vive e vegete fino ai giorni nostri. Da qui l’analogia al Lazzaro biblico, morto e risorto.

Tornando a Megarette, la domanda principale che mi sono posto fin dall’inizio è proprio questa: e se non fossimo l’unica specie umana esistente? Il fatto di crederci unici ci fa sentire speciali nei confronti del pianeta Terra e dell’universo, e questo finalismo evoluzionistico ci rende piuttosto prepotenti nei confronti delle altre specie e del pianeta.

Ma in passato con noi sapiens hanno convissuto altre specie umane e, con almeno un paio, abbiamo avuto a che fare direttamente, condividendo spazi e territori, e questa è scienza.

Lo scopo dei Neanderthal è quindi quello rovesciare l’egemonia sapiens (per i dettagli rimando alla lettura del fumetto, non voglio qui fare troppi spoiler), ma per farlo devono avere la tecnologia adeguata, e ve ne parlerò più avanti.

Ma a rovinare i piani neanderthaliani sarà Megarette, una gigantessa d’acciaio. La narrazione si sviluppa su due piani temporali: il passato della Terra, riconoscibile come l’oggi, dove si assiste alla nascita di Megarette e al primo attacco dei Neanderthal, e il futuro dove, a trecento anni di distanza, la civiltà sapiens è ridotta in piccoli nuclei tribali sotto il gioco dei Neanderthal.

Ma qualcosa cambierà il destino di quell’umanità tornata primitiva e sconvolgerà gli infausti progetti del nemico: il ritorno di Megarette.

Chi è Megarette

MegaretteMegarette è una gigantessa di 25 metri d’altezza dalla pelle d’acciaio fluido non newtoniano e nelle cui vene scorre metallo fuso a 2.500 gradi Celsius, ed è l’alter ego di Anna, un’irascibile e introversa ragazzina.

La sua epidermide di acciaio, se toccata dolcemente, è morbida ed elastica come la normale pelle, ma se urtata si irrigidisce, più la si urta con forza e più aumenta la sua durezza, per poi tornare allo stato elastico istantaneamente.

Megarette è come quell’altro ‘io’ che sta dentro a ciascuno di noi e che tendiamo a tenere a bada. Megarette è anche metafora del passaggio tra pubertà ed età adulta. Megarette è mossa dall’emotività, da un senso istintivo di ribellione, vendetta e paura… ma in un corpo dal potere di una centrale atomica fuori controllo.

Megarette è l’effetto collaterale di un ritrovato tecnologico indotto nel midollo spinale di Anna nel tentativo di salvarle la vita… Implicati nel ritrovato tecnologico e nella scoperta dei piani dei Neanderthal sono i suoi genitori: il padre paleoantropologo e la madre chimica.

Anna/Megarette è la protagonista della storia, è l’eroe che dovrà affrontare conflitti anche interiori perché è una ragazzina, con tutte le insicurezze della sua età e le paure che la mettono di fronte a qualcosa di più grande di lei in una terra che non riconosce più e senza la guida dei suoi genitori, in quanto si troverà sola e smemorata, a trecento anni nel futuro, a precipitare su quella terra selvaggia dove è attesa e osannata come un dio-messia…

Genesi del fumetto

Il progetto nasce nell’ormai lontano 2013 dal sottoscritto, Andrea Pirondini e da Aldino Rossi, in una afosa giornata di un’estate piacentina. Complice forse il caldo, i nostri cervelli si sintonizzarono su un’unica idea, quella di dare vita a Megarette.

Per motivi personali, Aldino abbandonerà il progetto qualche anno più tardi, ma la mia intenzione rimarrà quella di portarlo a termine.

Megarette - Fabio Govoni

Fabio Govoni

La scelta di nuovi disegnatori è andata inizialmente su Giacomo Pilato, giovane disegnatore già visto in Robotics, pubblicato da Shockdom, e successivamente su Fabio Govoni, pittore dallo stile pop-fumettistico con un passato da fumettista (Ironheart, pubblicato da Il marchio giallo).

Ho avuto la grande fortuna di trovare in Fabio e Giacomo due artisti che hanno saputo abbracciare Megarette e farla loro, proponendo soluzioni visive e narrative spettacolari oltre a dare un grande contributo in termini di entusiasmo e coinvolgimento. Coordinare il lavoro con più disegnatori è stato molto stimolante, ma ha richiesto tanta attenzione nel fornire il giusto materiale informativo e di riferimento per creare più coesione visiva possibile nonostante gli stili siano palesemente diversi fra loro, cosa che va percepita come un valore e non certo come difetto.

In più, per la produzione del materiale di riferimento riguardante i robottoni presenti nella storia, è stato necessario creare dei modelli tridimensionali digitali, in modo di rendere il più possibile agevole il lavoro dei disegnatori. Per il mecha design non volevo dei semplici robot umanoidi, a eccezione di un paio per questioni narrative, e la loro ideazione è stata piuttosto lunga, ma il risultato del tutto soddisfacente.

Megarette - Robottoni

Megarette - Giacomo Pilato

Giacomo Pilato

Giacomo Pilato si è occupato del design dei più particolari a cui Daniele Cattarin, designer industriale, ha dato caratteristiche funzionali e creato i modelli tridimensionali. Insomma, un gran lavoro di squadra suggellato, nel 2019, dal contratto editoriale con Weird Book, editore romano specializzato in fantastico.

Luigi Boccia, l’editore in capo alla Weird Book, ha avuto il coraggio di credere ad un progetto al tempo ancora in fase di costruzione, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e essere riusciti a portare a termine un lavoro così grande, per essere un’autoproduzione, mi riempie di orgoglio e fiducia per il futuro, magari con altre sorprese legate al mondo megarettiano.

Tra scienza e fantascienza: i contenuti di Megarette

Megarette è fatta di azione e avventura, e spero riesca anche indurre qualche riflessione. Contiene vari elementi fantascientifici come robot giganti, mostri frutto di una misteriosa tecnologia, civiltà occulte, biopunk, neo primitivismo, post apocalittico e supereroistico.

L’estetica è quella dei Tokusatsu (telefilm come Ultraman o Megaloman) e delle serie animate robotiche (come Goldrake o Mazinga), due generi d’intrattenimento giapponesi che hanno fatto breccia nell’immaginario di chi era bambino verso la fine dei 70 in poi e che ho cercato di riproporre in modo personale.

Dentro ci sono inoltre la mia passione per il fumetto supereroistico americano e la preistoria, quest’ultima trattata in modo scientifico, prima che fantascientifico. Difatti, per quanto la storia sia di fantasia e poggi sulle paure ataviche del passato che ritorna per vendicarsi o di una società occulta in grado di condizionarci, essa ha la pretesa di fondarsi su ricerche e dati scientifici reali. Quindi la base di partenza non sono cliché classici come una minaccia venuta dallo spazio o esseri mitologici scaturiti dal sottosuolo, bensì un’altra umanità realmente esista in epoca preistorica.

Per questo sono stati necessari i pareri con chi queste cose le studia davvero; per le questioni biologiche e paleontologiche sono stati utili i contributi dei paleontologi Simone Maganuco e Andrea Cau, mentre per l’aspetto psicologico e cognitivo del primitivismo ho avuto l’aiuto di Leonardo Ambasciano, storico delle religioni.

La scienza presente in Megarette funge quindi da base realistica per il racconto, e conoscere scienziati e frequentare i luoghi dove operano è stato molto utile per definire i character dei genitori della protagonista e cercare con essi di trasmettere l’umanità che sta dietro a figure che spesso vengono utilizzate nelle opere di finzione come semplici metafore della paura della modernità e cecità del progresso scientifico ai danni di umanesimo e spiritualità.

Alla fine, i due scienziati sono soprattutto persone, dominate da sentimenti come passione, paura e amore, tormentati dai dubbi e dalle difficoltà della vita, come ciascuno di noi. Poi c’è la scienza dei “cattivi”, i Neanderthal, la specie umana occulta e misteriosa… Ma della loro scienza non è dato sapere in cosa consiste. Non sono la scienza e la tecnologia che conosciamo e per questo non le possiamo comprendere, e qui mi appello alla terza legge di Clark: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.

Sempre a proposito dei “cattivi”, i Neanderthal, il tentativo è stato di spogliarli da quel pregiudizio popolare che li immagina come stupidi scimmioni, una sorta di nemesi animalesca dell’intelligente sapiens (cioè noi).

Le recenti scoperte in campo paleoantropologico ci presentano infatti un Neanderthal del tutto affine al sapiens di quel tempo, cioè una specie umana capace di dipingere, costruire strumenti musicali, creare ornamenti e praticare rituali funerari. Tra i paleoantropologi esiste un detto che recita più o meno così: se vedessimo un neanderthal alla fermata dell’autobus, probabilmente non lo noteremmo.

Un altro concetto presente nella vicenda è la bivalenza della psicologia umana (siamo ad esempio sia bravi che cattivi, sia generosi che avidi, e spesso il nostro comportamento dipende dalle circostanze), e oltre che sui personaggi, questo concetto è metaforizzato anche nelle immagini e negli eventi (Megarette/Anna sono due entità che coesistono, oppure il robot divino Simulacro cela in sé un’altra verità, e anche i Neanderthal, o la percezione che i protagonisti hanno di loro, si scopriranno essere altra cosa).

Per questo l’incipit della storia è: “Nulla è come appare. Quando te ne accorgerai, morte e distruzione saranno già cominciate”.

Megarette

Megarette: Tavola-54-55-Volume3

 

Biografie

Andrea Pirondini (soggetto e sceneggiatura)

Diplomato alla Scuola del Fumetto di Milano nel 1994, dopo varie esperienze come illustratore e vignettista per testate locali e settori industriali, mi formo come grafico in ambito editoriale (Dynamic Italia), scientifico (mostre e musei) e industriale. Nel 2013 do inizio al progetto autoprodotto Megarette.

 Fabio Govoni (disegni)

Vivo e lavoro a Modena. Ho collaborato con la rivista di fumetto amatoriale Casablanca, dalla quale è nato il mensile “Ironheart” di cui ho disegnato i numeri 2 e 3 nel 1994. Dal 2007 dipingo e la mia ultima mostra, “BioPICS 3 – The End”, si è tenuta a settembre 2019 presso Castel Dell’Ovo a Napoli. Sono tornato al fumetto con il progetto “D10” di Marcello Cavalli e con due volumi pubblicati “Megarette Rinascita e Requiem”. Inoltre tengo corsi di fumetto e illustrazione per il Liceo Artistico Venturi di Modena.

Giacomo Pilato (disegni)

Classe ‘84, frequento la Scuola Internazionale di Comics a Roma e L’Accademia di Belle Arti di Palermo. Pubblico per EF EDIZIONI, Verbavolant Edizioni, Virus Comix, Il Palindromo. Collaboro ad una serie di fumetti per la piattaforma Verticalismi e per “Undead Trinity” di Angelo Ferrari e Riccardo Farina. Collaboro alla serie “Robotics” di Claudio Iemmola per Shockdom e per lo stesso editore realizzo illustrazioni per il volume “Nel sonno della ragione” di Claudio Cicciarelli. Realizzo il volume “Megarette – Guerra” e collaboro con Stefania La Badessa per l’editore Tecniche Nuove.

Megarette - Giacomo Pilato

Megarette, secondo Giacomo Pilato

Andrea Pirondini

Diplomato alla Scuola del Fumetto di Milano nel 1994, dopo varie esperienze come illustratore e vignettista per testate locali e settori industriali, si forma come grafico scientifico (mostre e musei) e industriale. Nel 2013 ha dato inizio al progetto autoprodotto del fu-metto fantascientifico Megarette

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